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Lella, testimone di gioia nella sofferenza

PaoloLella


«Anche dopo sospensione Lamicytal il dolore disestestico è assente, permangono dolori crampiformi. I dolori disestesici con componente termica sono scomparsi dopo immersione in acqua fredda, anche la tosse produttiva è scomparsa». L’ultimo referto del neurologo, del 2 febbraio 2017, conferma con il linguaggio tecnico della medicina ciò che per Emanuela Crestani è «un dono che la Madonna mi ha fatto per continuare ad essere testimone di speranza e di gioia, anche nella sofferenza».

Emanuela, per tutti Lella, non vede più con gli occhi a causa della sclerosi multipla che da oltre vent’anni la affligge. «Ma ci vede benissimo col cuore», sottolinea il marito Paolo Garattini, che le presta la voce se fatica ad esprimersi e le gambe per portarla nei luoghi mariani che le sono cari, a cominciare dal santuario piacentino di Santa Maria di Campagna dove, guidati da padre Secondo Ballati, seguono il cammino del Terz’Ordine francescano.

Lella LourdesÈ molto provata quando nel giugno del 2016 si fa convincere ad andare a Lourdes con gli amici terziari. Già si alimenta e s’idrata tramite peg. Il passo successivo è l’allettamento. «Nonostante le mie pessime condizioni – racconta – abbiamo affrontato le 15 ore di autobus fino a Lourdes. Io e Paolo siamo partiti con un gran desiderio di ringraziare Maria per il dono della vita e per il nostro amore che vince ogni sfida».
Si sono conosciuti a 18 anni ad Aosta, dove Paolo si era trasferito per intraprendere la carriera calcistica che lo condurrà tra le file dell’Atalanta. Si sposano a vent’anni. Arriva il primo figlio, Massimiliano. Poi, l’aborto spontaneo di due gemelli e un tumore ovarico, che Lella vince.
«Ho mandato Massimiliano con la nonna a Lourdes, a chiedere la grazia di una sorellina». Otto anni dopo resta incinta di Beatrice. Una felicità offuscata da seri problemi di salute della neonata, che dureranno due anni e mezzo.
È allora che, non riconosciuto, si manifesta il primo episodio riconducibile alla sclerosi multipla. La malattia le sarà diagnosticata nel ‘95. Per Lella è un inesorabile decadimento fisico, sempre sostenuto dalla fede. Non ha mai chiesto nulla per sé. Anche il 3 giugno, a Lourdes, mentre i volontari la immergono nella piscina, ha in mente i suoi cari. «Ad un tratto, non sentivo più l’acqua gelida, solo una grande pace interiore». Il volto, sofferente e contratto, diventa luminoso. Chi assiste alla metamorfosi è stupefatto.

L’ultimo controllo dal neurologo conferma quanto scritto nei referti del 29 giugno e del 13 ottobre 2016. La malattia non è sparita, ha fermato la sua corsa. Soprattutto, sono scomparsi i dolori disestesici e la tosse che rischiava di soffocarla. Il plico con tutti i referti sarà inviato alla commissione medica di Lourdes.

Domenica 12 febbraio Lella porta la sua testimonianza al Pilastro alla celebrazione delle ore 15.30 in occasione della Giornata del Malato.
La malattia è per lei una vocazione: «Io non porto la croce. Mi aggrappo alla croce di Gesù, che così porta anche la mia. Quel che fa fatica – sorride – non sono io, è lui».

Barbara Sartori

Commenti   

0 # deli Diuris 2018-04-17 02:46
Sono felice per avervi ritrovato ....e soprattutto nella fede vissuta incarnandone ogni istante in gioiosa consapevole "offerta" ...!! Vi ricordo con affetto e in preghiera chiedendo altrettanto per me ... ! ! Un carissimo abbraccio , ..... Deli 3277755942
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0 # Luciano Cirolla 2018-04-17 04:07
SIGNORE DIO PADRE ONNIPOTENTE, DONACI PACE E SERENITÀ.
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