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Tagesmutter

Cresce l’interesse per questa figura educativa all’insegna della conciliazione

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Né baby sitter né concorrente dell’asilo nido, la figura educativa della tagesmutter - nata in nord Europa e importata in Italia nel ‘99 nella Provincia Autonoma di Trento con la nascita della cooperativa Tagesmutter-Il sorriso - dal 2012 sta facendo capolino a Piacenza, complice un progetto allora sostenuto dalla Provincia che si rifaceva proprio all’esperienza trentina. Oggi quel percorso viene continuato in modo sistematico nel Comune capoluogo solo dalla cooperativa sociale “L’Arco”, mentre a Monticelli è attiva l’associazione “Barbafamiglie” e a Castelsangiovanni l’associazione “Agave”.

Il 20 aprile parte un nuovo corso di formazione promosso da “L’Arco”.
L’interesse sta crescendo, da parte delle famiglie come delle donne che ne fanno una professione. Si chiede flessibilità per contrastare l’inflessibilità di orari del mondo del lavoro.
“Stiamo ricevendo molte richieste, anche 20 a settimana – spiega la coordinatrice organizzativa del servizio Silvia Vitale -. Abbiamo deciso di partire con un corso a Fiorenzuola oltre che in città perché ci sono arrivate chiamate da genitori interessati, ma nella zona non ci sono tagesmutter”. C’è chi chiede il servizio per poche ore al giorno, per non privare il bambino del rapporto educativo con i nonni. Chi in vista dell’iscrizione alla Materna vuole cominciare ad inserire il figlio in contesti di socializzazione.

Dal marzo 2016 Chiara Falsetti lavora come “tagesmutter” alla Farnesiana: “Adoravo il mio lavoro, ma con la nascita del secondo figlio ho voluto fare una scelta di vita e mi sono reinventata”.

Leggi il servizio a pagina 3 dell’edizione di giovedì 13 aprile 2017

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