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Lo sbarco in Lombardia

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74 anni, tanti sono passati dallo Sbarco in Normandia, il famoso D-Day su cui tanta letteratura e tanto cinema è stato scritto e sceneggiato. Anche Piacenza a suo modo ricorda questo avvenimento grazie al dott. Carlo Mistraletti che da 10 anni il 6 giugno alle 18 attraversa il Po per uno “Sbarco in Lombardia” che unisce l’innegabile sfida sportiva, il ricordo di un evento che ha cambiato la Storia con la S maiuscola e il messaggio ecologico, affinché il fiume possa tornare ad essere “balneabile e godibile”.
“In passato l’assessore Polledri mi dissuase dal tentativo di attraversamento – scherza il medico piacentino -, ma non è vero, ci sono cose molto più pericolose. L’iniziativa nacque nel 2009 quando partimmo dagli impianti della Vittorino da Feltre: i primi due anni l’attraversamento è stato fatto in barca, poi d’istinto io e Eugenio Fava, che mi accompagnò, decidemmo di buttarci dalla barca e dal terzo anno la manifestazione si svolge a nuoto”.
Il percorso è molto semplice, dalla riva destra all’altezza del ponte stradale si raggiunge la riva sinistra all’altezza della capanna “Meraviglia”, “che – spiega Mistraletti - prende il nome da Giorgio Donelli soprannominato Meraviglia”, con la complicità di numerosi mezzi da sbarco a remi.
“Sbarchiamo in Lombardia – continua Mistraletti - per far capire che il Po dev’essere preservato: sarebbe una perfetta oasi naturale. Abbiamo sempre paragonato i fiumi alle arterie, invece è proprio un corpo vero e proprio, che scorre da tanto tempo ma rimane sempre se stesso, ha un suo metabolismo. Quando Bertolaso, negli scorsi anni alla Protezione civile, promise di rendere balneabile il Tevere, proposi un gemellaggio Po – Tevere”.
Attualmente i sicuri partenti oltre a Mistraletti sono Francesco Molina e Marco Zampini. La manifestazione è dedicata quest’anno al ricordo di Pietro Bassi, Camilian Demetrescu e Sandro Pasquali in quanto “memorabili conservatori delle nostre acque”.

                                                                                             Emanuele Maffi

Pubblicato il 25 maggio 2018

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