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Padre Antonello visitatore dei Vincenziani in Italia

antonelloPerminio

Padre Erminio Antonello è il nuovo visitatore della provincia dei Missionari Vincenziani Italia, composta da 130 confratelli distribuiti in 26 Case della Missione sparse nel territorio italiano e nella Regione dell’Albania.
La sua elezione è stata confermata da padre Tomaz Mavric, superiore generale della Congregazione della Missione.

Sacerdote da 50 anni, dal 19 marzo 1969, padre Antonello è superiore del Collegio Alberoni a Piacenza dal 2012.
Il suo servizio inizia ufficialmente l’8 marzo a Roma, ma per alcuni mesi proseguirà ancora il suo servizio a Piacenza.

Dai seminari ai tossicodipenti
Padre Antonello nel suo ministero si è occupato della formazione dei seminaristi della Congregazione, della cura pastorale in parrocchia con attenzione al recupero dei tossicodipendenti e ha avuto diverse responsabilità di governo.
“Tutti questi passaggi - raconta lui stesso - mi hanno formato a saper riconoscere nelle più varie circostanze il passaggio di una Voce che mi chiamava come il primo giorno. Ed ora sono ancora qua come quel primo giorno di seminario a rispondere a quella Voce”.

L’incontro con don Giussani
Che cosa ha determinato le scelte della sua vita?
L’incontro con Cristo, “scoprendolo e riconoscendolo come il Presente nelle circostanze le più varie della vita. Questo mi è stato propiziato da molti incontri e fra tutti quello più incisivo è stata l’amicizia con don Giussani. Non posso dimenticare l’incontro con la povera gente, che mi ha plasmato nel carattere rendendolo un poco più amabile e compassionevole. E non ultimo l’essere sempre stato a contatto con i giovani, che mi hanno permesso di non invecchiare prima del tempo”.

Nello spirito di San Vincenzo
“In questi anni - aggiunge - mi è accaduto di conoscere a fondo gli scritti di san Vincenzo, di cui sto facendo la traduzione dal francese. E vi ho trovato un carisma pienamente attuale, poiché il riferimento costante del carisma è «la carità e la missione» vissute con uno stile di umiltà, semplicità e fervore, mettendosi a disposizione dei poveri. In fondo è lo stesso atteggiamento vissuto da Gesù narrato dai Vangeli. Nella mia vita ho incontrato tanti confratelli che hanno vissuto con questo stile, che mi sono stati d’aiuto, poiché la nostra - conclude - è una compagnia missionaria, in cui siamo chiamati a sostenerci a vicenda”.

In questi ultimi anni l’Opera Pia ha promosso molte iniziative culturali.
“I criteri che ci hanno guidato sono sostanzialmente due. Il primo è stata la scoperta che le opere d’arte hanno una vocazione: quella di essere testimonianza della fede. E il Collegio Alberoni ne è riccamente dotato. Il secondo, forse un poco più intimo, è che la fede, oggi più che mai, ha bisogno di essere comunicata per via estetica e non solo per via dottrinaria. Non dico la semplice ammirazione per le cose belle, ma soprattutto quell’estetica che sgorga da una sensibilità dello spirito, a cui è importante rieducare e rieducarci. La mia personale preoccupazione è sempre stata quella di far emergere in ogni incontro - che si trattasse di pittura o di musica o di riflessione - che in ognuno di questi eventi vi è un contatto con il mistero di Dio attraverso il modo con cui si sta di fronte a tutte queste manifestazioni; contrariamente a quanto avviene in altri manifestazioni culturali oggi di moda, dove ciò che viene evidenziato è l’affermazione di sé”.

D. M.

Pubblicato il 5 marzo 2019

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Commenti   

0 # Gianfranco 2021-11-15 19:07
È stata una delle persone che più mi ha fatto piacere conoscere 25anni fa, e ricordo con piacere il confronto pacato in quelle sere a Chieri
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