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Beatificazione di suor Leonella

Martire per Dio
e per un mondo nuovo


“Il vero Dio non è il distruttore, ma il creatore della vita. E se il veleno si nasconde nel cuore dell’uomo, come nel rapporto tra Caino e Abele, il martire, come suor Leonella, è testimone dell’amore di Dio”: lo ha detto il cardinale Angelo Amato nel presiedere la messa di beatificazione di suor Leonella Sgorbati in una gremita Cattedrale di Piacenza al mattino di sabato 26 maggio.

“E quando la morte tocca anche la vita di Gesù Cristo, questa stessa morte non vi trova dimora permanente - ha sottolineato ancora il Porporato, prefetto della Congregazione delle cause dei santi -. Suor Leonella, uccisa il 17 settembre 2006 a Mogadiscio in Somalia, è un invito ad aprire strade di comprensione nelle famiglie, nella società e in ogni ambito di vita. Tutto ciò - sintetizziamo il pensiero del Cardinale - si realizza con il dono della vita. Non a caso il beato Giuseppe Allamano, che fondò i Missionari e le Missionarie della Consolata, invitava le suore a fare, oltre ai tre voti di povertà, castità e obbedienza, anche un quarto voto, quello del martirio”.

Il cardinale Amato ha ricordato l’esperienza vissuta da Nigel, un uomo anglicano che grazie alla testimonianza di suor Leonella - riassunta nelle sue ultime parole “Perdono, perdono, perdono” - riuscì a perdonare una persona con cui aveva rapporti molti difficili. Il perdono dato da suor Leonella non è stato un fatto occasionale, ma il frutto di un cammino quotidiano vissuto come discepola di Cristo e nel desiderio di costruire rapporti nuovi tra le culture e le religioni”.

“Mentre si scopriva il quadro di suor Leonella, realizzato dal pittore Leonardo Girardi, - ha detto la postulatrice suor Renata Conti - mi sembrava di sentire la risata di suor Leonella, mentre ci diceva: «ma che cosa avete fatto?»”. Suor Renata ha anche ringraziato la diocesi e la città di Piacenza, a partire dal vescovo mons. Gianni Ambrosio, per la stretta collaborazione nel preparare la beatificazione e per il cammino compiuto insieme in questi anni”.

Mons. Ambrosio al termine della celebrazione ha ricordato anche il martire Antonino, che fu agli inizi della predicazione del Vangelo a Piacenza, e l’opera del beato vescovo Scalabrini. È stata la prima beatificazione - ha detto - che si è svolta in questa Cattedrale.

Proprio pochi giorni fa ho incontrato Papa Francesco durante l’assemblea dei vescovi italiani - ha detto mons. Ambrosio -. Lui stesso mi ha detto di pregare Dio per intercessione suor Leonella per chiedere il grande dono della pace.

Ai Vescovi presenti la madre generale delle Missionarie  della Consolata, suor Simona Brambilla, ha fatto dono di una reliquia della beata Leonella.

La sera prima della beatificazione si è svolta una veglia di preghiera nel paese natale di suor Leonella, Rezzanello, presieduta da mons. Ambrosio. Don Fabrizio Bonelli, parroco di Agazzano, ha chiesto che la chiesa di Rezzanello diventi, grazie all’auspicata presenza delle Missionarie della Consolata, un santuario della Misericordia.

Dalla sera del 26 maggio fino a lunedì 28 si colora di rosso a ricordo del martirio di suor Leonella e del sangue versato dai cristiani nel mondo Palazzo Farnese, uno dei monumenti simbolo della città di Piacenza.
L'iniziativa è dell'Amministrazione comunale in collaborazione con Aiuto alla Chiesa che soffre-Acs.

Domenica 27 maggio alle ore 11 il Vescovo Ambrosio ha celebrato in Cattedrale la messa di ringraziamento per l'avvenuta beatificazione. 
Una celebrazione analoga si terrà anche nella Cattedrale di Nairobi il 12 giugno prossimo.

 

> Gli interventi della celebrazione

> Il video della celebrazione di beatificazione

I video

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La fotogallery

 

 

Pubblicato il 26 maggio 2018

 

Ascolta l'audio

 

 

 

Omelia del card. Amato

OMELIA
DEL CARD. ANGELO AMATO, SDB
PREFETTO DELLA CONGREGAZIONE PER LE CAUSE DEI SANTI
,

ALLA CELEBRAZIONE DI BEATIFICAZIONE DI SUOR LEONELLA SGORBATI

AmatoCadAngelo

l. Le uccisioni di innocenti sono il sigillo dello spirito del male. È l'ennesima violenza compiuta da Caino verso il fratello Abele. L'assassinio della Beata Leonella Sgorbati[1] rivela il veleno che si nasconde nel cuore.

Il vero Dio non è il distruttore, ma il creatore della vita dovunque e comunque. La morte non fa parte del nome sacro di Dio. E quando la morte tocca il cuore di Dio, come nella crocifissione e morte di Gesù, essa non vi trova dimora permanente. La vita, infatti, irrompe subito nella carne e nel sangue del Redentore e diventa risurrezione e vita eterna.

I veri fedeli sono araldi di vita non di morte. Il martire cristiano non è un fanatico distruttore, ma un difensore della vita e un messaggero di fraternità umana, di carità e di perdono.

Questo è il Vangelo predicato e vissuto da Gesù. Questa è la missione della Chiesa, promuovere, difendere e portare la vita nel mondo. Gesù infatti dice: «lo sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza» (Gv 10,10). Chi, invece, porta la morte, uccidendo i fratelli, è servo del demonio, il sovrano della morte.

2. Suor Leonella ha bagnato col suo sangue benedetto la terra somala, prima pacifico territorio deIl'Africa orientale, oggi luogo di desolazione e di morte. Negli ultimi decenni, la presenza della Chiesa cattolica vi è stata brutalmente cancellata, con la cacciata dei missionari, con la repressione dei fedeli e con le uccisioni cruente e ingiustificate di testimoni della fede come Mons. Salvatore Colombo, primo vescovo di Mogadiscio (Mogadiscio, 1989), il missionario francescano Pietro Turati (Gelibe, 1991), il medico Graziella Fumagalli, direttrice del Centro Antitubercolare della Caritas italiana (Merca, 1995), la missionaria laica Annalena Tonelli, fondatrice di opere a favore di sordomuti e di bambini disabili (Borama, 2003).

Suor Leonella fa parte di questo corteo di benefattori dell'umanità povera e bisognosa, uccisi in odio alla fede cristiana. Aveva sempre desiderato che si avverassero le parole del canto spesso udito in chiesa: «Signore, con cuore semplice e gioioso ho dato tutto».[2]

3. Era l'una e quarantacinque del pomeriggio di domenica 17 settembre 2006, quando Suor Leonella spirò. Poco prima era stata uccisa con due colpi di fucile da un integralista. Le sue ultime parole furono:«Perdono, perdono, perdono».[3] Erano le parole stesse di Gesù quando perdonò i suoi crocifissori: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34).

Queste parole costituiscono la carta d'identità del martire cristiano, che non è un assassino, ma una vittima inerme e innocente della cattiveria altrui. Il martire cristiano riceve male per bene, morte per vita. Al rancore risponde con l'amore. Il martire cristiano, seguendo l'insegnamento di Gesù, non si vendica per le offese ricevute, ma perdona, prega e fa del bene a coloro che lo perseguitano.

II martirio di Suor Leonella diventa quindi un seme di speranza sparso sulla terra dell'uomo, che porterà fiori e frutti di bene. Il suo martirio è un dono che genera pace e fratellanza. Alle forze oscure .della morte, il martire cristiano oppone l'orizzonte luminoso della vita. Il martirio della nostra Beata invita a deporre le armi e a trasformarle in strumenti di lavoro di pace

C’è una testimonianza speciale di un fedele anglicano inglese, Nigel Baldwin, che, in una sua lettera indirizzata alle Suore della Consolata, dice che il perdono di Suor Leonella al suo uccisore ha convertito il suo cuore.

Da da anni, infatti, provava un profondo rancore verso un signore che gli aveva fatto un torto e che non riusciva a perdonare. Ma le parole di Suor Leonella gli hanno fatto svanire l'amarezza. E Nigel così conclude: «"Perdono" non è stata solamente la parola ultima e definitiva di Suor Leonella al mondo - ma è anche la sua parola rivolta a me».[4]

In una lettera del settembre del 2006, Suor Gabriella Bono, Madre generale delle Suor Missionarie della Consolata, rilevava che il martirio di Suor Leonella non fu un evento improvvisato, ma il frutto di una vita spesa perché la persona, ogni persona, conoscesse l'incredibile amore di Dio pero ogni creatura. E poi aggiunge una riflessione: «Insieme a Suor Leonel1a, un Somalo, un uomo musulmano, ha versato il suo sangue nel tentativo di salvarla [...]. Si tratta di Mohammed Mahamud, sposo e padre di quattro figli. [...] Suor Leonella e Mohammed Mahamud sono uniti per sempre nel dono della vita. Lei, offrendola per i suoi Figli e Figlie Somali, Lui, sognando pace e fratellanza per i suoi figli e per il suo popolo».[5]

4. A tutti noi la Beata Leonella Sgorbati lascia un messaggio preciso di vita cristiana autentica, che in famiglia e in società apra strade di comprensione, di dialogo, di accoglienza, di amore e di perdono.

Alle sue Consorelle Suor Leonella ricorda le parole del Beato Fondatore che diceva: «Dovremmo avere per voto di servire la Missione anche a costo della vita; dovremmo essere contente di morire sulla breccia. Quando farete i voti ricordatevi che in mezzo ai tre voti c'è pure questo quarto voto».[6]

Suor Leonella ha vissuto in pieno la passione per Cristo con cuore di discepola, in ricerca di Dio solo e della sua volontà distaccata da tutto interamente disponibile all' obbedienza; capace di ascolto, riflessione e discernimento delicata e mite essa aveva fatto della riconciliazione e della non violenza il suo stile di vita attenta a fare bene il bene senza rumore e a condividere l'umana fatica del lavoro anche manuale.[7]

Ecco il ritratto dell'autentica Suora Missionaria della Consolata, che trova nella Beata Leonella Sgarbati i suoi lineamenti caratteristici, per vivere nella fedeltà e nella gioia la missio ad gentes col dono della vita fino al martirio. La Vergine Consolata protegga la vostra missione, arricchendola di sempre nuove e coraggiose vocazioni.


[1] 2 Rosa Sgorbati nacque il 9 dicembre 1940 in provincia di Piacenza. Diventò Missionaria della Consolata col nome di Leonella. Dopo la missione in Kenya, fu inviata in Somalia, paese musulmano al 99,9%, per aprire una scuola per infermieri a nord di Mogadiscio.
[2] Positio, Introduzione generale, p.l.
[3] Positio, Summarium Documentorum, n. 32-33, p. 540.
[4] Positio, Summarium Documentorum, n. 60, p. 574.
[5] Positio, Summarium Documentorum, n. 61, p. 576, con qualche tentativo di sintesi.
[6] Positio, Summarium Documentorum, n. 34, p. 541.
[7] Positio. Summarium Documentorum, n. 35, p. 541.

Pubblicato il 26 maggio 2018

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Ringraziamento di mons. Bertin, vescovo di Djibouti e amministratore apostolico di Mogadiscio

PAROLE DI RINGRAZIAMENTO
DI MONS. GIORGIO BERTIN,
VESCOVO DI DJIBOUTI E AMMINISTRATORE APOSTOLICO DI MOGADISCIO
,

A CONCLUSIONE
DELLA CELEBRAZIONE DI BEATIFICAZIONE DI SUOR LEONELLA SGORBATI

BertinMonsGiorgio2Nell’Esortazione apostolica Africae munus, terminato il Secondo Sinodo per l’Africa, al n. 158, Papa Benedetto XVI ci diceva: «La memoria dei grandi testimoni che hanno dato la loro vita al servizio del Vangelo e del bene comune o per la difesa della verità e dei diritti umani, sia conservata e ricordata fedelmente. A tal riguardo, i Santi sono le vere stelle della nostra vita che hanno saputo vivere rettamente. Esse sono luci di speranza. Certo, Gesù Cristo è la luce per antonomasia, il sole sorto sopra tutte le tenebre della storia. Ma per giungere fino a lui abbiamo bisogno anche di luci vicine, di persone che donano luce traendola dalla sua luce ed offrono così orientamento per la nostra traversata».

Da anni celebravo un giornata dei martiri della Somalia nella quale ricordavo una lista di persone che avevano dato la loro vita in Somalia a servizio dei poveri, dei malati, a servizio della giustizia, della pace e della libertà.
In quella giornata ricordavo tutti coloro che avevano versato il sangue in quella terra martoriata da quasi 30 anni di instabilità, guerra e fame.

Desidero al termine di questa celebrazione ringraziare il Santo Padre, papa Francesco, per avere accolto la nostra domanda perché il martirio di Suor Leonella sia riconosciuto.
La Beata Leonella Sgorbati diventa una di queste luci vicine che ci aiutano a fare delle buone scelte nella nostra vita: è come il capofila, riconosciuto – beatificato, di numerosi «martiri» che come lei hanno dato la loro vita.
Tra di essi abbiamo dei cattolici, come Mons. Colombo, la Tonelli, la Fumagalli; dei protestanti come Verena o Liban; dei musulmani e altre persone di buona volontà come Elman, Ali Jama, ecc.
Altri sono conosciuti solo da Dio.

Uniamo allora la nostra preghiera a quella della beata Leonella e dei «suoi compagni martiri» perché il Signore doni quella pace di cui il popolo somalo ha bisogno, perché tutti in quella terra vivano da nel rispetto reciproco, nella condivisione dei beni e nella fratellanza.

Pubblicato il 26 maggio 2018

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Ringraziamento della superiora generale madre Simona Brambilla

PAROLE DI RINGRAZIAMENTO
DI SR. SIMONA BRAMBILLA,
SUPERIORA GENERALE
ISTITUTO MISSIONARIE DELLA CONSOLATA,

A CONCLUSIONE
DELLA CELEBRAZIONE DI BEATIFICAZIONE DI SUOR LEONELLA SGORBATI

BrambillaSuorSimonaOggi è veramente un giorno di gioia e di rendimento di grazie per la Famiglia della Consolata e per la Chiesa tutta. Oggi abbiamo celebrato la bellezza, la fecondità, la profondità e la radicalità della nostra vocazione Cristiana.
Il martirio di Suor Leonella ci riporta infatti alle radici profonde del nostro essere cristiani, ossia persone appassionate di Cristo, appartenenti a Cristo, conquistate da Cristo e da Lui e in Lui trasformate. La celebrazione odierna quindi è essenzialmente una festa vocazionale, un'occasione preziosa di fare memoria grata dell'essenza più vera e cristallina della vocazione cristiana.

Desidero ringraziare con tutto il cuore Dio che ci dona di celebrare assieme la nostra vocazione, riconoscendo in Suor Leonella una testimone, ossia una persona che, con la sua vita, racconta, ridice, fa memoria di Cristo. Desidero ringraziare la nostra Madre tenerissima, la Consolata, che è alla radice dei nostri Istituti Missionari e che, quale vera Mamma, accompagna e sostiene ciascuno dei suoi figli e figlie nel cammino di santità missionaria che il Beato Giuseppe Allamano, nostro Fondatore, trasmettendoci il carisma, cl ha indicato.
Diceva il Beato Allamano alle Sorelle: «Voi dovreste venir tutte sante, non dico tutte sugli altari sebbene qualche martire mi piacerebbe pure averla». Oggi abbiamo una martire riconosciuta tale dalla Chiesa: Suor Leonella, Missionaria della Consolata!

Il riconoscimento del martirio di Suor Leonella ha un senso forte e profondissimo per noi: si tratta di un ulteriore sigillo della Chiesa sul cammino di santità che il nostro carisma ci propone, nel vivere la missione ad gentes, tra non cristiani, nel segno della Consolazione.
Leonella consuma la sua vita proprio così, quale mediazione umile e fragile della consolazione di Dio, tra i non cristiani, tra i fratelli e le sorelle somali di fede islamica, che amava con tutto il suo cuore di sorella e di madre.

Desidero ringraziare sinceramente Sua Eminenza il Card. Angelo Amato, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, che ha presieduto la celebrazione, per la sua guida, la sua sollecitudine lungo il percorso verso la beatificazione.
Ringrazio Sua Eccellenza Mons. Giorgio Bertin, Vescovo di Djibouti e Amministratore Apostolico di Mogadiscio, che ha conosciuto personalmente Suor Leonella, è stato suo Vescovo, ha voluto iniziare il percorso dell'inchiesta e ha sempre caldamente e fraternamente sostenuto l'iter della causa.
Ringrazio Mons. Gianni Ambrosio, Vescovo di Piacenza, e con lui tutta la Sua Diocesi, per la cordialissima accoglienza, il sostegno, la collaborazione e la comunione nel preparare l'evento della Beatificazione.
Un grazie particolare anche a Sua Eccellenza Mons. Mario Delpini, Arcivescovo di Milano, che ha voluto essere presente alla Beatificazione. Certamente Suor leonella ha goduto nel vederLa qui, quale Pastore della Arcidiocesi in cui ella ha vissuto la sua giovinezza ed ha coltivato il seme della vocazione religiosa missionaria, alimentata certamente dal percorso formativo nella Azione Cattolica e nella Parrocchia di San Giuseppe a Sesto San Giovanni, rappresentata qui dal suo parroco, Don Leone Nuzzolese.
Un grazie grande alla Chiesa in Kenya rappresentata qui da alcuni dei suoi Pastori: Sua Eminenza il Card. John Njue, Arcivescovo di Nairobi, Sua Eccellenza Mons. Anthony Muheria, Arcivescovo di Nyeri e Sua Eccellenza Mons. Salesius Mugambi, Vescovo di Meru. Ringrazio anche i molti sacerdoti, religiosi e religiose e laici keniani presenti. Suor Leonella ha tanto, tanto amato il Kenya, dove ha vissuto per oltre trent'anni, terra benedetta che l'ha accolta, formata come missionaria e che infine ha ricevuto e custodisce le spoglie mortali della martire.
Un grazie sentito a Padre Stefano Camerlengo, Superiore generale dei Missionari della Consolata e al suo Consiglio, e a tutti i confratelli che hanno voluto essere presenti e hanno accompagnato da vicino il percorso della causa.
Infine, un grazie particolare a Suor Renata Conti MC, Postulatrice della causa. Sr Renata ha seguito la causa di Suor Leonella con dedizione, passione, amore e zelo non comuni. Senza il suo impegno, il suo alacre lavoro e la sua costanza, non sarebbe stato possibile accompagnare il processo di riconoscimento del martirio coi risultati che ora costatiamo. Grazie di cuore, sr. Renata. A lei passiamo ora la parola perché ci rivolga un pensiero.

Pubblicato il 26 maggio 2018

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Ringraziamento della postulatrice suor Renata Conti

PAROLE DI RINGRAZIAMENTO
DI SUOR RENATA CONTI,
MISSIONARIA DELLA CONSOLATA
,
POSTULATRICE DELLA CAUSA DI BEATIFICAZIONE,

A CONCLUSIONE
DELLA CELEBRAZIONE DI BEATIFICAZIONE DI SUOR LEONELLA SGORBATI

ContiSuorRenata2Mi unisco a Madre Simona per porgere anche il mio grazie a Sua Eminenza Card. Angelo Amato che guida con sapienza i percorsi delle cause dei Santi e in particolare mi riferisco all'iter canonico di questa Beatificazione.
Voglio inoltre rilevare come nella Congregazione delle Cause dei Santi ho sperimentato guida sicura, chiarezza di indirizzo, comprensione e tanto appoggio da parte di ogni suo membro, in ogni tappa. Anche per questo Grazie Eminenza.

Mentre si scopriva il quadro della nostra Beata Martire mi sembrava di vedere il sorriso di suor Leonella illuminato da una luce particolare e di risentire le sua risatina dicendo: ma che cosa avete fatto!
Sì perché in questo quadro, realizzato dal pittore Leonardo Girardi, a cui va la nostra riconoscenza, sono evidenziati tutti gli elementi che hanno costituito la vita di Suor Leonella e, come potete vedere la composizione è ubicata sul luogo del suo martirio.
Grazie ancora signor Leonardo per la sua dedizione a questa causa, perché va detto che questo quadro è frutto di tanta preghiera del pittore e di sua moglie Fabrizia.
La nostra Beata ormai fa parte della loro vita.

Nel preparare questo evento ho trovato una grande disponibilità da parte della Diocesi di Piacenza: da sua Ecc. Mons. Gianni Ambrosio principalmente che mi assicurava che questo evento era una grazia per la Diocesi, dai Sacerdoti, Religiose, Centro missionario, Mass Media della Diocesi, Coro e suo Direttore, Centro Pastorale e Seminario.
E a tutti loro il nostro grazie sincero. Un ringraziamento particolare alla Città di Piacenza ai suoi rappresentanti Civili e Militari, ai vari gruppi che, ciascuno nel proprio ambito, ha dato un apporto rilevante per rendere bello quest'avvenimento.
Un sentito grazie alla Parrocchia di Rezzanello e al suo Parroco don Walter Kanda che ogni anno ha voluto ricordare e celebrare il martirio di Suor Leonella.
Alle parrocchie della Diocesi di Piacenza-Bobbio che numerose si sono fatte presenti.

Merita qui ricordare l'equipe pastorale, tecnico e organizzativo di Piacenza a cui facevamo riferimento in continuazione che ha coordinato il tutto con efficienza e tanto amore.
Ricordo anche le équipes delle sorelle di Torino e Nepi che si sono prodigate senza sosta per coordinare questo momento.

Un grazie ai parenti, nipoti e famigliari e in particolare alle cugine Gabriella e Laura Sgorbati e loro famiglie che hanno sempre accompagnato il percorso dell'iter ed assunto l'onere delle commemorazioni annuali.
In loro abbiamo sempre incontrato appoggio e accoglienza.

Numerosi i parenti di noi Suore Missionarie della Consolata gli amici e tante altre persone che hanno voluto accompagnarci alle quali ci lega un grande affetto: grazie di cuore anche ai gruppi di Ternate (Varese) e di Anfo (Brescia) e la parrocchia di Sesto San Giovanni.

Un ringraziamento particolare a Don Janusz Konopacki parroco di Nepi, Don Luigi Peri e Don Mariano Chiricozzi responsabili del centro Missionario della Diocesi di Civita Castellana, ai Laici ed amici del Kenya, Brasile, Amazonia, Portogallo, Torino e Nepi per la loro presenza e affetto.

Per tutti i presenti che oggi hanno condiviso con noi questa celebrazione, la nostra beata interceda dal Signore copiose benedizioni.
In questo giorno Lei è particolarmente disponibile e con lei la Vergine Consolata, il beato Giuseppe Allamano, e la Beata lrene Stefani che oggi gioiscono con noi. Grazie ancora.

Pubblicato il 26 maggio 2018

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