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Don Giancarlo Plessi al Meeting di Rimini. L'attualità delle storie di Guareschi

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Il sorriso di Cristo crocifisso, nella chiesa di don Camillo, che dall’alto della croce esprimeva la sua misericordia infinita, è stato al centro dell’incontro del 26 agosto al Meeting di Rimini. La convention dal titolo “Don Camillo, Peppone e il Crocifisso che sorride”, un appuntamento intenso e ricco di riflessioni, ha visto protagonista anche don Giancarlo Plessi, parroco di Besenzone.  L’incontro, coordinato da Egidio Bandini, giornalista e presidente del Gruppo Amici di Giovannino Guareschi, ha coinvolto diversi ospiti: Enrico Beruschi, attore e regista; Gianni Govi, attore e regista; Eugenio Martani, clarinettista; e Corrado Medioli, fisarmonicista.

Il sorriso del Crocifisso

In apertura, Bandini ha introdotto i lavori con parole suggestive: «Sembra strano, ma il Crocifisso di don Camillo sorride e lo fa più spesso di quanto non si creda: ed è un sorriso disarmante, un sorriso assoluto. Il sorriso di Dio che canta Roberto Vecchioni “… perché le idee sono voci di madre che credevamo di avere perso e sono come il sorriso di Dio in questo sputo di universo” e ci racconta padre Gianni Fanzolato “… perché in fondo è l’uomo il vero sorriso di Dio”. E questo Giovannino Guareschi lo aveva capito benissimo. L’unico dubbio che resta è se noi lo sappiamo vedere ancora, questo sorriso di Dio, di Gesù che dall’alto della Croce esprime, sorridendo, la sua misericordia infinita». Un’introduzione che ha posto subito al centro il cuore dell’esperienza cristiana: la misericordia e la speranza che nascono dallo sguardo di Cristo.

«Mi hai fregato ancora una volta»

Don Plessi ha raccontato con semplicità e profondità il cammino che lo ha portato a partecipare al Meeting: «Avevamo, fino a domenica 3 agosto, deciso di non esserci al Meeting di quest’anno. Stavo guardando il giubileo dei giovani e sono rimasto ammirato da migliaia di giovani inginocchiati davanti all’eucaristia. [...] Il 4 agosto, memoria del santo Curato d’Ars, al termine della messa, Egidio Bandini mi viene a salutare e mi dice: “Prepara il pezzo per il Meeting”, e se ne va… Guardo il volto del mio grande Crocifisso nella chiesa e in dialetto piacentino gli dico: “Mi hai fregato ancora una volta”».
Il sacerdote ha poi ricordato la figura di Madre Elvira, fondatrice della Comunità Cenacolo, recentemente tornata alla casa del Padre, sottolineando la sua opera instancabile a favore di tanti giovani segnati dal disagio e dalla dipendenza dalle droghe: «Con il suo sorriso magnetico ha portato a migliaia di giovani e alle loro famiglie il sorriso di Cristo unico salvatore del mondo».
Da qui il collegamento con il messaggio guareschiano, capace di unire fede, speranza e carità in un linguaggio popolare e universale.

Una compagnia che continua

Don Plessi ha concluso con parole di gratitudine e incoraggiamento: «Sono felice di vivere questa compagnia ed ora il mio grazie a voi amici di Peppone e don Camillo. In questi anni abbiamo imparato a volerci bene e ad amare il popolo del Meeting, continuiamo così. Non sappiamo cosa ci riserva il futuro. Vedremo giorno per giorno ciò che accadrà. “Christi simus non nostri” direbbe il grande monaco Colombano: in quel simus c’è tutto. È necessario appartenere a Cristo e non a noi stessi».

Il messaggio

L’incontro ha dimostrato ancora una volta la forza attuale delle storie di Guareschi, capaci di parlare al cuore degli uomini e delle donne di oggi. Il Crocifisso che sorride, immagine cara a don Camillo, resta un segno vivo di quella misericordia che continua a generare speranza, comunità e amicizia.

Riccardo Tonna

Nella foto, l'intervento di don Giancarlo Plessi al Meeting di Rimini.

Pubblicato il 27 agosto 2025

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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