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Padre Scandurra: la speranza cristiana trascende le piccole speranze umane

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Maria pellegrina di speranza è stato il tema della meditazione del padre Adolfo Scandurra, il 15 maggio, nella chiesa del Carmelo in via Spinazzi a Piacenza. Un riflessione, inserita nella preghiera scandita dai canti delle monache del Carmelo, che ha coinvolto intensamente i presenti.

La speranza cristiana

Nella prima parte della meditazione, Scandurra ha sottolineato la differenza fondamentale tra le speranze umane e quella cristiana. “Le speranze comuni - sintetizziamo le parole del padre - sono spesso legate a desideri personali e obiettivi quotidiani, come trovare un partner o garantire un futuro migliore ai propri figli. Queste aspettative, pur essendo naturali e necessarie per affrontare le difficoltà della vita, sono limitate e possono portare a frustrazione.
Al contrario, la speranza cristiana è una promessa divina, un orizzonte più ampio e profondo che trascende le piccole aspirazioni individuali. Questa speranza non si concentra solo su se stessi, ma si estende anche agli altri, alle generazioni future. È un invito a lasciare spazio agli altri e a costruire un tesoro di esperienze e valori che possano essere condivisi con le generazioni che verranno dopo di noi”. Facendo poi riferimento a Maria, il carmelitano ha evidenziato che la vera speranza comporta anche momenti negativi, simboleggiati dal "sabato della delusione", (citazione del cardinale Martini) dove ci possono essere incertezze e sofferenze, ma questi momenti sono parte integrante del cammino verso una speranza rinnovata e più profonda.

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Simeone e le nozze di Cana

Un altra parte della meditazione è stata dedicata alla figura di Simeone, un anziano che ha dedicato la sua vita all'attesa del Messia, che esprime la sua gioia e soddisfazione nell'aver finalmente visto la salvezza incarnata nella fragilità di un neonato. Le sue parole, "ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace", sottolineano come la vera pienezza e la felicità si trovino nel riconoscere e vivere la propria missione divina.

Poi la meditazione di Scandurra si è concentrata sul tema della speranza e della comunione, con particolare riferimento al matrimonio di Cana. “Maria, - riassumiamo le parole del carmelitano - accorgendosi che il vino sta finendo, comunica a Gesù il problema, evidenziando un momento di crisi nel matrimonio simboleggiato dalla mancanza di vino. La risposta di Gesù sembra brusca, ma in realtà indica a Maria che la sua missione porterà a sacrifici e alla croce.
Il vino, simbolo delle speranze umane, rappresenta ciò che abbiamo costruito con le nostre forze, spesso ridimensionando i nostri sogni. Tuttavia, Maria invita a fidarsi non delle proprie capacità, ma dell’opera di Dio, che si manifesta nell’amore autentico. Simeone, in questo contesto, sottolinea che il dolore e le delusioni sono parte della vita, e la vera ricchezza si trova nella fede e nella comunione fraterna.

Uomini e donne di speranza

Maria - ha evidenziato Scandurra - rimane vicina ai discepoli anche dopo la morte di Gesù, diventando un punto di riferimento di speranza e di unità. La comunione tra i discepoli, anche in assenza dello Spirito Santo, è segno della resurrezione e dell'opera di Dio, che è fondamentalmente la creazione di legami di amore e solidarietà”. La meditazione, che ha portato notevoli spunti di riflessione, si è conclusa con l'invocazione a Maria affinché trasformi ognuno di noi in uomini e donne di speranza.

Riccardo Tonna

Nelle foto, l'incontro di padre Scandurra al monastero delle Carmelitane in via Spinazzi.

Pubblicato il 16 maggio 2025

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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