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È morto don Olimpio Bongiorni. Il 7 giugno avebbe compiuto 104 anni

bongiorni

E' morto don Olimpio Bongiorni, già parroco di Piozzano: il 7 giugno avrebbe compiuto 104 anni.  
Il lungo percorso di don Olimpio è cominciato con lo spontaneo sviluppo della sua vocazione.  “Non saprei indicare una ragione precisa per cui si formò il mio desiderio di diventare sacerdote - dice in una intervista al Nuovo Giornale. Certo era d’ispirazione vedere come a Borgonovo ci fossero ben sette seminaristi, numero che oggi purtroppo forse non si trova in tutta la provincia. Avevo poi l’esempio e il sostegno di mio cugino don Giuseppe Beotti, proclamato beato nel 2023”.
Ordinato sacerdote nel 1946, don Olimpio per 20 anni è stato curato a Pianello e poi a Trevazzano, e poi 30 anni li trascorse a Bore. Ha guidato anche le parrocchie di Cantone e San Gabriele.

I funerali a Piozzano sabato 7 giugno 

Venerdì 6 giugno alle ore 20.30 ci sarà il rosario in chiesa a Pianello; sabato 7 i funerali alle ore 10.30 a Piozzano presieduti dal vescovo mons. Adriano Cevolotto.

Le missioni popolari
La lunga permanenza in montagna non fu un male, però. Trovandosi a contatto con l’amico monsignor Pietro Achilli, allora parroco a Settesorelle, i due pensarono di riempire il tempo libero dando vita alle missioni popolari o “dialogate”.
“Siamo stati chiamati a predicare in più di 60 parrocchie nell’arco di 25 anni. I nostri dialoghi hanno sempre preso spunto dall’affermazione di un giornalista cattolico che dice: l’uomo conserva sempre la fame di Dio, che è insaziabile. Tutte le altre fami si saziano: di cibo, di denaro, di sesso di gloria umana, di politica. Sono fami che tramontano. Nella vita umana solo la fame di Dio è sempre viva e profonda, anche in quelli che si proclamano atei”, spiega don Olimpio, che ricorda con piacere il successo dei loro sforzi e i momenti trascorsi insieme all’amico, che tanti curiosi e divertenti aneddoti potrebbero fornire.  

Bongiorni dongruppo 2

Le adozioni a distanza
C’è però anche un’altra opera particolarmente degna di essere ricordata: trasferito da Bore a Piozzano, don Olimpio si adoperò per avviare un progetto di adozioni a distanza di bimbi africani.
“Già avevo contribuito - spiega nell'intervista- alla costruzione di una casetta a Murago in Burundi, realizzata dall’equipe missionaria piacentina guidata da padre Vitella. Il desiderio però era di fare di più e dare un aiuto concreto a quei bambini così bisognosi. Tramite le suore di monsignor Torta, avviammo un progetto che ha portato a 60 adozioni a distanza, un ottimo risultato che, fra l’altro, la Pro Loco di Rustigazzo ritenne di lodare conferendoci il Premio della Bontà”. 

  Bongiorni e Tonini di fronte alla tomba del Servo di Dio don Beotti

Sopra, don Olimpio con il card. Tonini alla tomba di don Beotti a Gragnano.

Incontri speciali 
Un percorso di vita così lungo è ovviamente costellato d’incontri e conoscenze speciali.
“Ricordo ancora - sono le sue parole - con emozione la mia partecipazione alla messa celebrata dal santo Padre Pio nel 1952 a Pietralcina. E non potrei mai dimenticare il Natale del 1933, quando il santo don Orione mi porse il bambin Gesù da baciare. Nella mia missione di parroco ho anche avuto la grazia di veder sbocciare ben quattro vocazioni sacerdotali, quelle di don Luigi Mosconi, di don Giuseppe Emiliani, di don Sergio Sebastiani e don Stegano Segalini”. 

Don Olimpio ha vissuto in questi ultimi anni in canonica a Pianello  e la sua grande gioia è avere la compagnia di dei suoi confratelli.
“La compagnia - diceva-è un dono meraviglioso, e tanto più dolce per me che, per tanti anni in montagna, ho vissuto tanta solitudine”.
Ultimamente era ospite della Pia Casa  mons. Castagnetti.

Quando don Olimpio inventò la catechesi dialogata

“Il dialogo ci ha distolto dalla solitudine della montagna, verso la quale il vescovo Malchiodi nutriva preoccupazioni, ma né lui, né altri seppero dare una alternativa”- commenta don Olimpio -, ed è nella solitudine che si capisce quanto sia importante il dialogo, avere interlocutori e ascoltarli, avere la loro attenzione e dare loro attenzione. 
Nel lontano 1960 confinato nella parrocchia di Bore sui monti dell’alta Valdarda, per sfuggire al male della solitudine, don Olimpio si inventa la catechesi dialogata. Ne parla con don Pietro Achilli, suo compagno e parroco nella vicina Settesorelle, la sperimentano nelle loro chiese e, constatato l’altro gradimento, la “esportano” per 25 anni in oltre 50 parrocchie delle diocesi di Piacenza e di Bobbio.
La “catechesi dialogata” (o anche predicazione) si svolgeva dalla domenica pomeriggio fino alla sera del sabato successivo “quando rientravamo nelle nostre parrocchie, a volte per la chiusura capitava il vescovo”. 
Le giornate erano dedicate a visitare gli ammalati, agli incontri con donne, uomini, adulti, giovani e bambini separatamente, la predicazione fra i due sacerdoti si teneva la sera in chiesa, era la sintesi di una giornata. I toni erano quelli scanzonati al solo scopo di sollevare quelle persone dalla durezza del lavoro di fatica e di alleggerire la comprensione dei fondamenti della dottrina cristiana: Dio, i Comandamenti, la preghiera, i sacramenti, la Chiesa, il mistero della Trinità e molto altro, attraverso il meccanismo della commedia dell’arte. 
Don Olimpio era il padre predicatore e don Piero l’allievo un po’ sprovveduto. Di seguito uno dei tanti esilaranti dialoghi così come lo riporta in un racconto lo stesso don Olimpio. 

Missano 1962 dialogo tra don Achilli e don Bongiorni missioni popolari copia

Nella foto: dialogo tra don Bongiorni e don Achilli: 1962 a Missano

“Il Predicatore annunciava il tema e affermava che «Dio c’è. Dio ci deve essere. Se qualcuno la pensa in modo diverso, dica pure liberamente»”. “Nel silenzio generale si udiva in fondo alla chiesa una voce: «Signor reverendo, mi scusi, ma io Dio non l’ho visto, ho girato molto, ho fatto il soldato, sono stato a Piacenza, ho visto i cavalli ma Dio non l’ho mai visto»”. “Lo stupore era grande, perfino imbarazzante - scrive nel suo racconto don Bongiorni -. Chi era quel parrocchiano che osava saltar su, parlare in chiesa?”. “Quando quel tale, con insistenza, veniva invitato a farsi avanti per discorrere con più agio e si scopriva che era l’altro missionario, un moto di simpatia si alzava verso di noi e il dialogo prendeva un’altra piega diventando più incalzante ed incisivo ed i toni sempre più esilaranti”. 
Come Benigni con l’arte della sua recitazione ha fatto amare la Divina Commedia ai più, don Olimpio e don Pietro tra il serioso e il mordace hanno fatto intendere la dottrina cristiana ad un popolo uscito devastato dalla lunga dittatura e dalla tragica guerra. 

Nel 2017 viene pubblicato “La settantatreesima: diario di un seminarista del collegio Alberoni
negli anni della guerra. 1939 – 1947”, curato da Maria Vittoria Gazzola

Dai diari di monsignor Olimpio Bongiorni, classe 1921, nasce il libro “La settantatreesima: diario di un seminarista del collegio Alberoni negli anni della guerra. 1939 – 1947”, curato da Maria Vittoria Gazzola ed edito da Parallelo45 (sotto nella foto).
.“L’idea centrale era  di raccontare un seminarista di allora: come pensavano, cosa facevano, cosa ha comportato per loro il dramma del secondo conflitto mondiale - spiega la giornalista e curatrice del volume. Conoscevo don Olimpio già da molti anni, da quando nel 1989, trovandomi in Etiopia presso le suore missionarie, scoprii che lui si era fatto promotore di un programma di adozione a distanza per ben 60 bambini. Però il progetto di pubblicazione del suo diario di Seminario è nato per caso: lui mai aveva pensato di valorizzare quelle pagine; me ne ha parlato solo dopo che il suo grande amico mons. Pietro Achilli acconsentì a pubblicare il suo a seguito di ricerche che stavo conducendo per scrivere della figura del dottor Nani, partigiano della Val Tidone”. 

copeolimpio


Una volta avviato il progetto, però, a più riprese è stato ampliato perché don Olimpio ha riportato alla luce altri ricordi preziosi. “Il tema principale del libro è la Settantatreesima classe della storia dell’Alberoni, ma abbiamo poi aggiunto una parte, intitolata “Una storia; tante storie” che nasce da un suo diario manoscritto che racconta i giorni di guerra a Borgonovo, rivelando le paure provocate dai rastrellamenti nazisti e delle truppe mongole al loro seguito, oltre che la poco nota storia del contingente brasiliano, parte degli eserciti alleati, che occupò pacificamente Borgonovo, ben ricevuto dalla popolazione”. In seguito si è aggiunto anche un altro elemento di grande interesse: “Don Olimpio fu promotore del manifesto programmatico per la Val Tidone di quella che sarebbe divenuta la Democrazia Cristiana, e il libro riscopre le sue esortazioni al parroco di Borgonovo e ad altri per preparare con urgenza il partito, ben sapendo che comunisti e socialisti partivano con il vantaggio di organizzazioni già attive da anni”. 
“La forza degli scritti di mons. Olimpio è la loro freschezza del narrare, l’immediatezza e la ricchezza d’ironia. Ha uno stile asciutto e chiaro, e ci sono momenti molto divertenti nella parte che racconta l’esperienza delle missioni popolari o dialogate”. 

Pubblicato il 5 giugno 2025

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

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    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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