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35 pellegrini sul cammino di Santiago accompagnati da don Campominosi

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“È stato molto più bello di quanto mi aspettavo”. Ha notato tutti i dettagli, e li racconta con precisione, don Pietro Campominosi, che per la prima volta ha percorso il cammino di Santiago insieme all’Ufficio pellegrinaggi della diocesi. Svestiti i panni di cappellano militare, missione che ha ricoperto per 27 anni tra Roma e Piacenza, fino a tre mesi fa, don Campominosi si è messo in cammino insieme ad altri 34 pellegrini - tra cui Vittoria Ferrari dell’Ufficio diocesano e la guida e critico d’arte Riccardo Ghidotti - e ha percorso i circa 700 chilometri (di cui “solo” un centinaio a piedi) del “Camino frances”, da Pamplona a Finisterre. È l’itinerario che l’Ufficio pellegrinaggi propone ogni anno.

Due ciclisti dalla Puglia a Santiago

“È un itinerario umano e culturale - spiega don Campominosi - umano perché si fa un’esperienza di condivisione con il gruppo, culturale perché il tragitto è ricco di cattedrali, musei e altre opere d’arte che Riccardo (Ghidotti, nda) ci ha fatto visitare. Ma soprattutto è un itinerario spirituale, scandito da preghiere e momenti di riflessione”. Partiti il 23 e tornati il 30 giugno, i pellegrini hanno percorso circa dieci chilometri al giorno a piedi, mentre per la parte maggiore del viaggio si sono spostati in autobus. Per don Campominosi è stata la prima volta, a più di 75 anni di età. “Sono stato più di quaranta volte in Terra Santa - racconta - ma percorrere il cammino di Santiago non è mai stato nei miei desideri. Quando Valeria Perini (coordinatrice dell’Ufficio pellegrinaggi diocesano, nda) mi ha proposto questa esperienza, ho accettato subito. Lungo la strada abbiamo incrociato tanti pellegrini, tra cui due ciclisti che erano partiti dalla Puglia”.

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I riti del cammino

“Tornerei anche domani a fare un pellegrinaggio”, dice don Campominosi, che afferma di non aver avvertito troppa stanchezza durante l’itinerario. “È un cammino alla ricerca del senso, del vero valore delle cose. Fin dall’antichità, i pellegrini si mettono in marcia per devozione, per sciogliere un voto o per penitenza”. Lungo il tragitto ci sono diversi riti. “Quello del Santo Proposito, a Puente La Reina - spiega - dove viene consegnata la credenziale del viaggio, davanti a un antico crocifisso che un pellegrino tedesco aveva costruito e portato in spalla fino a lì, dove poi è venuto a mancare. Siamo poi saliti a 1500 metri per arrivare alla Cruz de Hierro: ogni pellegrino, lungo il cammino, mette nello zaino un sasso, che rappresenta i propri peccati; questo viene poi depositato sotto la croce, prima di abbracciarla”. 
Don Pietro Campominosi ha celebrato la messa quattro volte lungo il cammino: “nelle cattedrali di Pamplona e Burgos e poi due volte nella natura, la prima nel bosco e la seconda sul greto di un fiume. Nel gruppo c’erano persone che non avevano mai partecipato a una messa se non in chiesa”. Infine, la messa del pellegrino nella Cattedrale di Santiago de Compostela, che don Campominosi ha concelebrato alla destra del canonico.

Francesco Petronzio 

Nelle foto: dall'alto, il gruppo di pellegrini davanti alla Cattedrale di Santiago e a Finisterre.

Pubblicato il 9 luglio 2025

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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