Il grazie di Podenzano a suor Rani
Ha salutato dopo 17 anni, e non senza commozione, la comunità di Podenzano: suor Rani Jose Kochurani Josepf lascia la piccola comunità delle Snehagiri Missionary Sisters (Suore missionarie della carità) che si occupa degli anziani della casa di riposo “Fratelli Copelli” per Valstagna, in provincia di Vicenza, in un’altra realtà di assistenza, la “Casa San Pio X”. Nata nel maggio del 1969 nella diocesi di Palai, Stato del Kerala, India meridionale, per ispirazione di padre Abraham Kaippanplackal, il “profeta della misericordia”, la Congregazione ha infatti una particolare vocazione per la cura delle persone anziane e malate. E proprio da Valstagna da lunedì è invece in servizio a Podenzano una nuova religiosa, suor Sudha Jose.
Suor Rani, che era la superiora della comunità di Podenzano, ha ringraziato i parrocchiani per la loro vicinanza in questi anni, in cui è cresciuta la familiarità, al punto da creare nella casa di riposo un clima di famiglia. Comprensibile quindi che il distacco non sia semplice. “Vi chiedo di accompagnarmi con la preghiera, anche la piccola suor Rani continuerà a pregare per voi”, ha assicurato domenica al termine della messa, occasione di saluto ai podenzanesi. Per l’occasione, il parroco don Fausto Arrisi ha rinnovato il ringraziamento per il prezioso servizio svolto da suor Rani e le ha fatto dono di un crocifisso artistico e di un volume sulla chiesa di Podenzano.
In 16 in famiglia, ma c'era sempre cibo per chi aveva più bisogno
Suor Rani viene da una una famiglia numerosa, 14 tra sorelle e fratelli. “Quando andavo a scuola, c’era una bambina che, alla pausa per il pranzo, andava a nascondersi in un angolo. Non capivo come mai. Poi mi sono accorta che non aveva niente da mangiare. Ho chiesto alla mamma di prepararmi qualcosa anche per lei. Noi eravamo tanti, eppure quel pacchettino in più non mancava mai”, ci aveva raccontato in un'intervista per il 50° di fondazione delle Snehagiri Missionary Sisters. L’apertura alla carità va di pari passo con quella alla donazione completa di sé. “Delle mie quattro sorelle maggiori, tre erano entrate in convento, in Congregazioni differenti, e papà diceva che la famiglia aveva già dato abbastanza. Io poi ero una bambina vivacissima, cresciuta con sei fratelli più grandi e altri due più piccoli”. Determinante è la sensibilità per i poveri, vedendo la mamma che non mancava mai di aiutare chi aveva bisogno, benché avesse una famiglia numerosa da nutrire. “Divoravo i libri di Madre Teresa, ero affascinata dal servizio al povero e all’emarginato. Dopo la Maturità, ho detto che avrei fatto la suora, o tra le missionarie di Madre Teresa o nelle Snehagiri Missionary Sisters. La scelta è caduta su quest’ultime, che erano più vicine a casa mia. Ma ho avuto gravi problemi di salute, per un anno ho dovuto lasciare il noviziato. Appena mi sono ripresa, ho detto a papà che il mio cuore era lì”.
Il motto: "Gesù solo”
La Congregazione unisce servizio attivo e contemplazione. La giornata inizia alle 5 con il rosario e la preghiera personale. Alle 6 Lodi e meditazione. Alle 6.45 scatta l’orario delle prime incombenze di servizio. Alle 7.30 l’appuntamento è con la messa nella cappellina della casa di riposo, aperta alla comunità. Nel pomeriggio Vespri e preghiera dopo cena, dopo aver concluso i lavori e fatto il giro della “buona notte” nelle stanze. Ogni lunedì sera c’è l’ora di Adorazione comunitaria. Al sabato pomeriggio, mezza giornata di Adorazione a turni: una suora resta in servizio, le altre in cappella. Il mercoledì e il sabato sono giorni di digiuno. Del resto, il motto che padre Abraham ha voluto per le sue suore è “Jesus alone”, “Gesù solo”, perché è la relazione viva e personale con lui a fare la differenza nello stare accanto all’anziano e al malato. Ora con le altre due religiose indiane a continuare alla casa parrocchiale di Podenzano questa importante presenza sarà suor Sudha Jose (nella foto sotto, l'accoglienza alla casa di riposo Fratelli Copelli).
Pubblicato il 15 luglio 2025
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