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Ritessere fiducia: la preghiera diocesana per la tutela dei minori

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“In ogni forma di abuso sappiamo esserci un tradimento, una rottura nella fiducia, che investe non solo vittima e abusante, ma tutto il contesto in cui ciò accade”: sono le parole di Chiara Griffini, presidente Servizio Nazionale Tutela Minori della CEI, che ha introdotto, il 18 novembre, la Veglia di preghiera diocesana nella IV Giornata nazionale di preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli abusi. La celebrazione, svoltasi nella chiesa parrocchiale di San Nicolò a Trebbia di Piacenza, è stata sostenuta dai canti del coro inter-parrocchiale, diretto da Francesco Luppi, che hanno contribuito a creare un'atmosfera di partecipazione e comunione durante la preghiera.

La storia di Giuseppe e i suoi fratelli

La narrazione biblica della storia di Giuseppe e i suoi fratelli, dal libro della Genesi, è stato il momento iniziale dedicato all'ascolto della Parola di Dio. Questo racconto ha offerto spunti di riflessione sulla riconciliazione, il perdono e la possibilità di superare le ferite del passato.
“Sono due - ha detto il Vescovo - i fuochi inseparabili per questa giornata. Il primo rappresenta coloro che hanno vissuto il dramma dell'abuso, le cui conseguenze si prolungano, si estendono, si innalzano perché arrivano a coinvolgere Dio stesso… L’altro fuoco è la comunità che con la preghiera si prende carico di questa sofferenza, e si ripensa sempre da capo attorno alla custodia delle proprie relazioni. Non possiamo guardare coloro che hanno vissuto degli abusi come qualcosa che non ci riguarda”.

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Nella foto, Chiara Griffini durante il suo intervento.

Essere presenti e prossimi

Invitando poi alla conversione, mons. Cevolotto ha posto l'accento sull'importanza della fiducia e della responsabilità di tutti. “È tremendo il fatto - ha affermato il presule - che chi è vittima si senta a lungo corresponsabile di ciò che è accaduto, che si percepisca come sbagliato... La solitudine, l'isolamento che spesso genera l'abuso, può essere quella della cisterna, nella storia di Giuseppe della pagina della Genesi, in cui ci si sente gettati da mani familiari... Vogliamo questa sera - ha aggiunto il Vescovo - dichiararci presenti e prossimi. Non vogliamo far prevalere l'omertà o il silenzio complice anche attraverso di noi… Preghiamo allora, - ha concluso mons. Cevolotto - perché il Signore doni questa carezza di consolazione, di speranza a quanti hanno subito le forme più diverse di abusi”.

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Nella foto, i presenti alla Veglia di preghiera nella chiesa di San Nicolò.

Il profumo dell’incenso

La preghiera dei fedeli ha coinvolto tutti i presenti, che hanno avuto l'opportunità di offrire un loro biglietto, scritto personalmente, da depositare davanti alla croce.
Un momento significativo è stato quello in cui sono stati bruciati dei grani di incenso: il profumo soave, che si è innalzato nelle navate, ha significato la preghiera incessante della chiesa che sale a Dio per il bene del mondo. Infine, la benedizione impartita dal Vescovo ha concluso la veglia diocesana, conferendo protezione e consolazione a tutti i presenti. La speranza di ritessere la fiducia e promuovere la guarigione e la riconciliazione è rimasta nel cuore di ciascuno, confermando l'importanza di prendersi cura delle ferite del passato per costruire un futuro migliore.

Riccardo Tonna

Nella foto, in alto, la Veglia di preghiera presieduta da vescovo Cevolotto.

Pubblicato il 19 novembre 2024

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