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Una messa sulla strada per ricordare don Oreste Benzi

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In via Stradiotti a Piacenza, una delle strade dove ogni settimana i volontari della Comunità Papa Giovanni XXIII si fermano per incontrare le donne che si prostituiscono, il 5 novembre si è tenuta una celebrazione eucaristica. Il vescovo, mons. Adriano Cevolotto, ha presieduto la Messa in memoria della “nascita al cielo” di don Oreste Benzi, fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, scomparso il 2 novembre 2007.
La celebrazione, organizzata dall’associazione Giovanni XXIII in collaborazione con la diocesi, il Comune e la Provincia di Piacenza e la Cisl, ha scelto di svolgersi all’aperto, proprio “sulla strada”, per testimoniare la continuità di una missione che fu tanto cara a don Oreste: quella di incontrare gli ultimi là dove vivono la loro fragilità.

Amare il prossimo che si incontra
La serata è stata introdotta da Lodovica Ghezzi della Comunità Papa Giovanni XXIII, che ha ricordato come don Oreste invitasse sempre ad amare il prossimo che si incontra in qualsiasi luogo, senza barriere né condizioni.
Nell’omelia, mons. Cevolotto ha proposto una riflessione sul significato poliedrico della “strada”, vista non solo come spazio fisico, ma come luogo simbolico dell’incontro umano. La strada — ha spiegato — è il punto di convocazione, dove si intrecciano le vite, ma anche il luogo della precarietà e dello sfruttamento. “Mettere qualcuno in strada - ha detto il vescovo - spesso significa condannarlo alla povertà, privarlo di dignità. Tuttavia - ha aggiunto - la strada può diventare anche spazio di speranza, quando si trasforma in luogo d’incontro e riconoscimento reciproco, dove si ascoltano i volti, le storie, i sogni”.

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La società del gratuito
Il vescovo ha poi richiamato una delle intuizioni più forti di don Benzi: quella della “società del gratuito”, in opposizione alla cultura del calcolo e della convenienza. “Il vero successo — ha sottolineato Cevolotto — non è nei risultati attesi, ma negli incontri gratuiti. Solo la società del gratuito rappresenta il futuro della storia”.
Citando San Paolo, il vescovo ha poi ricordato che “l’unico debito che dobbiamo avere è quello dell’amore vicendevole”. In una società dove ogni dono sembra esigere una ricompensa, la gratuità diventa rivoluzionaria: “La vera moneta dell’amore — ha detto — è l’amore stesso, non il tempo o il denaro”.
La riflessione si è poi fatta più personale e spirituale, legando la croce alla gratuità dell’amore: “Uno dei volti della croce è l’amore non riconosciuto, deriso, rifiutato. Ma proprio lì si manifesta la logica del Vangelo: un amore che non pretende nulla in cambio”.

La mistica della tonaca lisa
Il vescovo ha voluto ricordare anche l’umanità concreta e imperfetta di don Oreste, citando la sua biografia La mistica della tonaca lisa: “È una consolazione sapere che anche i santi hanno difetti — ha detto — perché la grazia abita nei vasi di creta. La grandezza dell’uomo di Dio non sta nella perfezione, ma nel lasciarsi amare nonostante i limiti”.
Infine, mons. Cevolotto ha invitato a rinunciare alla presunzione e all’orgoglio, riconoscendo che “la più grande meraviglia del discepolo è sapere che Gesù, nonostante tutto, ha scelto proprio me”.
La celebrazione è stata avvolta dalla preghiera al Signore per intercessione di don Oreste Benzi che è stato un grande testimone di amore, benevolenza e misericordia: quella invincibile gratuità che è il cuore del Vangelo.


Riccardo Tonna

Nelle foto, la messa celebrata in via Stradiotti dal Vescovo.

Pubblicato il 6 novembre 2025

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