Maria madre
di un popolo
Dal Vangelo secondo Giovanni (2,1-11)
In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù.
Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.
Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino».
E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora».
Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».
Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri.
E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono
fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene
a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono.
Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino,
Colui che dirigeva il banchetto - il quale non sapeva da dove venisse,
ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua -
chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e,
quando si è già bevuto molto, quello meno buono.
Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».
Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù;
egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.
La nostra vita e la Parola
Cana di Galilea. È al termine della settimana inaugurale, presentata dal vangelo di Giovanni nei primi due capitoli, che l’evangelista colloca l’episodio di Cana di Galilea. L’ultimo uomo chiamato da Gesù era stato Natanaele, che era proprio di Cana. I primi cinque discepoli dunque lasciano la Giudea seguendo Gesù per raggiungere la Galilea.
La Giudea e Gerusalemme, nel quarto Vangelo, sono la regione dell’incredulità; la Galilea è invece il posto dove Gesù viene accolto. È presente alle nozze anche Maria che però sorprendentemente non viene chiamata per nome, come persona individuale, ma per la funzione che essa svolge nell’opera del Figlio: “la madre”. Le sue parole, che segnalano la mancanza di vino, danno così voce al desiderio d’Israele di vedere il diffondersi del vino messianico, la rivelazione definitiva della Nuova Alleanza.
Dai profeti la mancanza di vino era stata considerata come una grande disgrazia, che il popolo aveva meritato a causa della sua infedeltà all’Alleanza. È Gesù stesso che, con la risposta che dà alla madre (“Donna, che vuoi da me?”), eleva subito il dialogo al piano della sua missione: egli pensa ai beni messianici che sta per portare, e che erano precisamente designati col simbolo del vino. Gesù risponde quindi che per lui è venuta l’ora di manifestarsi come Messia e di dar inizio alla sua missione: il vino che egli donerà sarà un “segno”, il segno del vino messianico che egli ha la missione di portare.
Lo sposo. Il culmine dell’evento di Cana sta forse in quella sorpresa che traspare dalle parole del maestro di tavola: “Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora”. C’è quindi uno sposo che agisce in modo nuovo. Si comprende che se gli sposi non sono mai stati nominati è perché solo lentamente emerge che in queste nozze il vero sposo è Cristo. Per i profeti le nozze erano il grande simbolo dell’Alleanza: Jahvè era lo Sposo; Israele, la Sposa.
Nel Nuovo Testamento Cristo stesso è ormai lo Sposo; e la Sposa è il popolo messianico, la Chiesa. E così anche Maria viene chiamata da Gesù “donna”: risuona nelle sue parole il grande simbolo biblico della Donna-Madre, che designa la nuova Síon, la Gerusalemme messianica che raccoglie i suoi figli per la costituzione del nuovo popolo di Dio formato dalla grazia. Così Maria con l’invito rivolto ai servi “fate quello che vi dirà” è la donna che aiuta a diventare discepoli, fratelli di Gesù, cioè la nuova comunità. Ella è colei che indica e apre agli uomini, attraverso la sua fede, la sua obbedienza e il suo abbandono, le nuove vie della vita.
Don Andrea Campisi
Pubblicato il 16 gennaio 2025
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