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A chi appartiene
la nostra vita?

Dal Vangelo secondo Matteo (16,13-19)
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo,
domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio
dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista,
altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?».
Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne
né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli.
E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa
e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa.
A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra
sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

La nostra vita e la Parola
vg24g25Il cammino di Gesù verso Cesarea. Secondo alcuni studi, Gesù, durante una festa importantissima per Israele, la festa di Yom Kippur, festa della espiazione, solennità durante la quale il Sommo Sacerdote entrava, unica volta durante l’anno, nel Santo dei Santi e pronunciava sul popolo il Nome di Dio, porta i suoi discepoli in una sorta di pellegrinaggio a Cesarèa di Filippo. Per raggiungere questa città, che si trovava all’estremo nord di Israele, bisogna salire sulle alture del Golan e passare accanto a Gamla, roccaforte degli zeloti, partito rivoluzionario avverso ai romani. Si attraversa poi la regione di Basan, una delle più floride: i salmi parlano delle querce di Basan, dei monti di Basan, dei tori e delle vacche di Basan. È una catena montuosa che termina con il monte Ermon, alto 2800 metri.
I monti di Basan protestano contro il Signore che ha scelto una semplice collina, quella di Sion come sua dimora. Da Basan Gesù e i discepoli scendono a Cesarèa: era la città della glorificazione di Cesare, del culto dell’imperatore. Nel 1988 là sono stati scoperti grandi templi pagani e statue dell’imperatore. Del resto si chiamava Cesarèa proprio in onore di Cesare Augusto, per lui Erode aveva fatto costruire questa città. Erode l’aveva regalata al figlio Filippo. Era quindi la capitale della tetrarchia di Filippo. Gesù porta i suoi nel covo degli erodiani. Un confronto quindi con il potere. Di chi è il potere? Di fronte alla grandiosità del potere romano Gesù si presenta con pochi discepoli e, per così dire, fa un ritiro con loro sulla questione del potere e della sua identità.
Chi dite che io sia? Il questionario che Gesù propone durante questo ritiro tocca la questione fondamentale. Perché mi seguite? Perché venite dietro di me? A chi state andando dietro? È evidente che le folle non hanno compreso l’identità di Gesù. Per molti Gesù è come uno dei tanti che già sono venuti prima di lui. Ma i suoi discepoli che pensano del loro maestro? “Voi chi dite che io sia?”: è una domanda che ogni tanto dobbiamo sentirci rivolgere anche noi. Chi è per te Gesù Cristo? Non basta andare a prendere il catechismo per trovare la risposta esatta. Qui c’è in gioco la nostra posizione davanti a Lui. Pietro dà quella risposta che Gesù riconosce essere il frutto di una rivelazione del Padre infatti “nessuno conosce il Figlio se non il Padre e colui al quale il Padre lo voglia rivelare”.

Pietro confessa che Gesù è il Cristo, il Messia, addirittura, secondo l’evangelista Matteo, confessa che è il Figlio del Dio vivente: come a Gerusalemme il sommo sacerdote uscendo dal Santo dei Santi pronunciava il Nome di Dio, così Pietro pronuncia a Cesarea il Nome di Dio. Ma quelle parole di Pietro andranno ricomprese alla luce del mistero pasquale della morte e della resurrezione di Gesù. È necessario imparare continuamente il modo che ha Cristo di regnare, che tipo di Messia è. Non salva al modo degli zeloti e degli erodiani, ma seguendo la via della croce.
Don Andrea Campisi

Pubblicato giovedì 26 giugno 2025

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