La famiglia deve essere un laboratorio di umanizzazione
“La famiglia ha necessità di una circolarità. La circolarità dell’agire e dello sperare. C’è necessità che sperare e agire lavorino insieme perché chi spera agisce e chi agisce spera. La famiglia è lo spazio delle relazioni primarie e alla speranza ci si può educare, non è una cosa che abbiamo innata o meno”, così Adriano Bordignon presidente nazionale del Forum delle Associazioni familiari. La speranza filo conduttore domenica 19 ottobre dell’incontro “Vivere, sperare, generare” organizzato dall’Ufficio diocesano del matrimonio e della famiglia.
Nella cornice della Sala degli Arazzi del Collegio Alberoni un pubblico attento e numeroso ha seguito gli interventi di Adriano Bordignon e del vescovo mons. Adriano Cevolotto. Ha introdotto i lavori don Umberto Ciullo, responsabile dell’Ufficio per la Pastorale familiare della diocesi.
Bordignon: “Primerear”, la chiave per non essere famiglie affrante
“Primerear è una parola molto bella, è in Evangelii Gaudium. È una sorta di neologismo per noi europei. L’ha portata papa Francesco dall’esperienza sudamericana e argentina - ha spiegato Bordignon-. Significa prendere l’iniziativa. Ecco questo è la chiave che noi possiamo mettere in campo per non essere famiglie affrante, famiglie che badano a loro stesse, che si ritirano dentro le loro case. Prendere l’iniziativa. Andare incontro, uscire dalle zone anche di comfort, andare a incrociare le persone nei loro punti importanti della vita. Quando soffrono quando gioiscono, quando si pongono delle questioni. È una grande occasione per incontrare le persone e per rigenerare speranza. Vivendo insieme momenti di fatica, di dolore ma anche di gioia e di festa- ha continuato-. Abbiamo bisogno che le nostre case abbiano porte e finestre aperte. Abbiamo bisogno che le persone possono venire ad incontrarci e che noi possiamo andare a incontrare le comunità. Abbiamo bisogno, anche parlando banalmente, che i figli di altre famiglie possano venire a casa nostra e noi possiamo andare a casa di qualcun altro. Perché la speranza va coltivata in questa dinamica di aprirsi in una relazione di respiro, di entrata e di uscita – ha sottolineato-. Perché se la famiglia è solo chiusa in se stessa non diventa quello che può essere un laboratorio di umanizzazione, uno spazio dove una persona impara a essere più uomo, più donna, più cittadino”.
Il Vescovo: La bellezza dei legami
Il vescovo monsignor Adriano Cevolotto nel suo intervento ha ripreso la metafora del rugby, citato da Bordignon. “È uno sport nel quale bisogna sempre andare avanti e lanciare indietro la palla perché altri possano andare avanti. È necessario che ci sia la squadra a supporto. Fondamentale è il ruolo della relazione - ha detto -. Dobbiamo credere e investire sul senso di comunità che tiene viva la relazione. Sono convinto che il ruolo prioritario di una pastorale familiare sia quello di aiutare le famiglie a rispondere alla vocazione che è loro propria. Che è quella della mediazione alla vita e alla fede, alla vita nella fede - ha sottolineato -. È questa la speranza. Che ci sia un amore più grande che passa attraverso il nostro amore ma che non si esaurisce nel nostro amore. Generare ha un atto iniziale ma anche un atto finale. È quello di lasciare andare. Credo che forse la missione più grande, più impegnativa sia quella di far vedere la bellezza dei legami. Siamo venuti al mondo con un legame che è stato poi tagliato. Ma poi c’è stato un legame di altro genere che poi un po’ alla volta si è staccato. Grazie ai legami cresciamo. È una missione impegnativa. Se la viviamo e la trasmettiamo come una cosa bella io credo che facciamo il più grande alto di fede”.
Commovente il momento in cui il Vescovo ha consegnato una icona con l’immagine della Sacra famiglia ai coniugi Flavio Caldini e Maria Letizia Cignatta ringraziandoli per il servizio svolto per 22 anni come corresponsabili dell’Ufficio famiglia della diocesi.
Nuovi incontri promossi dall'Ufficio famiglia della diocesi
Al termine dell’incontro don Ciullo ha presentato i percorsi delle quattro proposte diocesane a cura dell’equipe dell’Ufficio famiglia, presente all’evento. Due le novità. “Un pane condiviso- Percorso diocesano per famiglie” con tre incontri domenicali.
Il 7 dicembre “Sfide e missione della famiglia “ con fra’ Marco Vianelli direttore Ufficio nazionale per la Pastorale della famiglia;
il 25 gennaio “Parole potenzianti e vita in famiglia “ con Valentina Benenti formatrice, voice coach e licensed in Pnl;
il 22 marzo “L’amore donato “ in ascolto di testimonianze famigliari. L’altro è “Io, noi, il mondo” che può essere richiesto dalle parrocchie e Cpa.
Altri due sono già stati sperimentati con successo. Si tratta de “L’amore non muore”, incontri per persone in stato di vedovanza, a partire dal prossimo 8 novembre.
E “E Dio disse loro…Bibbia e storie d’amore”, proposta formativa per accompagnatori delle coppie al matrimonio, a partire dal 29 novembre.
Presenti anche i rappresentanti di quattro associazioni: Centro lombardo metodo Billings, Consultorio familiare Associazione “Istituto La casa di Piacenza “, Ordo Viduarum, e il Forum famiglie di Piacenza. Hanno presentato su appositi banchetti espositivi le loro attività.
Giuseppina Agosti
Nelle foto, l'incontro nella Sala degli Arazzi a cura dell' Ufficio diocesano del matrimonio e della famiglia.
Pubblicato il 21 ottobre 2025
Ascolta l'audio