Ottobre missionario, il via al Carmelo con il Vescovo
Ha preso il via anche a Piacenza l’Ottobre missionario. Ad aprirli, una messa con il vescovo mons. Adriano Cevolotto al Carmelo di via Spinazzi. Mons. Cevolotto, accolto dalla comunità religiosa con la nuova superiora madre Antonella Bernini, ha sottolineato nell’omelia le caratteristiche della spiritualità di Santa Teresa di Lisieux, la cui memoria liturgica è il 1° ottobre. Hanno concelebrato con lui diversi sacerdoti, fra cui mons. Giancarlo Dallospedale, direttore del Centro missionario diocesano, padre Nicola Albanesi, superiore del Collegio Alberoni e don Andrea Volta, parroco a San Lazzaro.
La “piccola via” di Santa Teresa
Santa Teresa è stata proclamata nel 1927 da papa Pio XI patrona delle missioni della Chiesa universale; era stato lui due anni prima a canonizzarla.
Francese di Alençon, dove nasce nel 1873, Teresa entra nel Carmelo a soli 15 anni grazie a uno speciale permesso di Leone XIII, ottenuto coraggiosamente durante un pellegrinaggio a Roma.
Nella Francia di fine Ottocento percorsa dal pensiero positivista, con spinte anticlericali e laiciste, Teresa propone la “teologia della piccola via" o dell’infanzia spirituale secondo la quale l’amore per Dio si esprime in particolare non nelle grandi azioni, ma negli atti quotidiani pur apparentemente insignificanti. Sono sue le parole: “Non c’è che una cosa da fare: gettare a Gesù i fiori dei piccoli sacrifici”.
Dopo nove anni al Carmelo, Teresa muore a soli 24 anni il 30 settembre del 1897 a causa della tubercolosi. Nel 1997, a cento anni dalla sua morte, Giovanni Paolo II la proclama dottore della Chiesa; è allora la terza donna a ricevere questo titolo dopo Caterina da Siena e Teresa d’Avila.
Diventare bambini
I Santi - sintetizziamo le parole di mons. Cevolotto - portano il Vangelo in un contesto spesso ostile e indifferente; così era all’epoca di Teresa, così è per noi oggi. Questa Santa ha avuto una capacità straordinaria di tradurre in linguaggio semplice, infantile, ma non banale, la vita secondo lo Spirito. È stato Gesù stesso nel Vangelo a invitarci a tornare bambini nel nostro rapporto con Dio: “Se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me”.
Potremmo dire - ha aggiunto il Vescovo - che il bambino è Gesù che chiama Dio con il nome di Abbà, papà. È lui che indica a noi la strada del farsi piccoli, dello spogliarsi di tante pretese. Il bambino è colui che invoca il padre e si abbandona totalmente a Lui.
E noi, vogliamo diventare santi?
Anche il brano della prima lettura, tratto dal libro del profeta Isaia al capitolo 66, richiama l’immagine del bambino: “Così succhierete al suo petto e vi sazierete delle sue consolazioni; succhierete, deliziandovi, all'abbondanza del suo seno. Poiché così dice il Signore: «i suoi bimbi saranno portati in braccio, sulle ginocchia saranno accarezzati»”. È l’invito a deporre l’orgoglio con cui ci rapportiamo a Dio e a tutta la nostra vita.
Da ultimo una domanda: c’è in noi il desiderio di questa santità? Se percorriamo questa “piccola via” anche noi possiamo essere testimoni di Dio nel nostro tempo ed essere perciò missionari.
D. M.
Nelle foto: dall'alto, il vescovo mons. Cevolotto insieme agli altri sacerdoti alla messa al Carmelo; l'assemblea all'apertura dell'Ottobre missionario.
Pubblicato il 2 ottobre 2025
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