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La bellezza che rigenera: la testimonianza de La Paranza

paranza

Un pomeriggio di emozione e riflessione, il 13 ottobre, ha animato l’Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, dove si è svolto l’incontro “La bellezza che trasforma la comunità. Il coraggio di costruire un futuro diverso”, tappa del percorso di formazione per docenti “Gravitas Levitas”, promosso dall’Ufficio di Pastorale della scuola della Diocesi di Piacenza-Bobbio e dal Liceo “Gioia”, con il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Ospiti Giuseppe e Roberto, due giovani della cooperativa sociale “La Paranza” di Napoli, che hanno portato la loro testimonianza sulla rinascita del Rione Sanità, un quartiere un tempo segnato dal degrado e oggi diventato simbolo di riscatto e rigenerazione.

Dalle Catacombe al riscatto sociale

Fondata nel 2006 su impulso di don Antonio Loffredo, parroco della comunità, la cooperativa ha scommesso sulla valorizzazione del patrimonio storico e culturale, in particolare delle Catacombe di San Gennaro e di San Gaudioso, trasformandole in motore di sviluppo e orgoglio collettivo. I numeri raccontano una rivoluzione silenziosa: dai 5.000 visitatori del 2006 ai 230.000 del 2021, con un biglietto di 13 euro che consente di visitare entrambi i siti e garantisce la sostenibilità economica del progetto. In pochi anni, “La Paranza” è cresciuta da 5 soci fondatori a 75 membri, impiegando 35 persone e reinvestendo gli utili in progetti sociali e formativi.

Comunità e partecipazione

Il cambiamento, però, non è stato solo economico. Giuseppe e Roberto hanno raccontato come il quartiere sia stato coinvolto attivamente nei lavori di pulizia, restauro e accoglienza, generando appartenenza e fiducia. Gli abitanti, spesso esclusi dalle dinamiche turistiche, sono diventati custodi del proprio patrimonio. Parallelamente, si è sviluppata una rete educativa e sociale che ha saputo parlare il linguaggio dei giovani: insegnanti e operatori si sono “calati nei loro panni”, dando vita alla figura dell’operatore di prossimità, un punto di riferimento quotidiano nelle strade del rione.

Educazione e alternative alla devianza

Molte delle iniziative della cooperativa hanno l’obiettivo di prevenire la dispersione scolastica e contrastare la criminalità minorile, offrendo formazione e opportunità lavorative concrete: pizzaioli, guide turistiche, artigiani, venditori. Nonostante i progressi, restano sfide aperte, come la presenza di armi tra i ragazzi e recenti episodi di violenza che testimoniano un disagio ancora diffuso. Eppure, la reazione sociale è un segnale di speranza: cortei spontanei di donne contro la violenza e la collaborazione delle famiglie con le forze dell’ordine mostrano un cambiamento profondo di mentalità.

La Chiesa come laboratorio di futuro

Determinante, nel percorso della Sanità, il ruolo della Chiesa e di don Antonio Loffredo, che ha scelto un approccio concreto e costruttivo: non lo scontro frontale con la criminalità, ma la creazione di alternative reali di lavoro e dignità. Anche la burocrazia non è riuscita a frenare la spinta creativa del gruppo, segno di una fiducia pratica e contagiosa nel cambiamento possibile.

La bellezza che costruisce futuro

Il messaggio emerso con forza dall’incontro è che la bellezza, quando è condivisa, può davvero trasformare una comunità. Dalla Napoli dei vicoli alla Piacenza delle scuole, la testimonianza de La Paranza ha ricordato a tutti che il futuro si costruisce insieme, con coraggio e visione, partendo dal proprio territorio e dalle sue ferite.

Riccardo Tonna

Nella foto, Giuseppe e Roberto, due giovani della cooperativa sociale “La Paranza” di Napoli, che hanno portato la loro testimonianza sulla rinascita del Rione Sanità; con loro il professor Claudio Ferrari.

Pubblicato il 14 ottobre 2025

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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