Una celebrazione di amore e accoglienza nella Casa «Don Venturini»
"Dietro a questa maglia c'è un fenomeno": è lo slogan posto sulla maglia di Davide, ospite della “Pellegrina”, che ha dato l’input a don Basini, vicario generale della diocesi di Piacenza-Bobbio, per iniziare la sua riflessione alla Casa Accoglienza Don Venturini, il 29 maggio, sottolineando che ogni persona è un tesoro prezioso, importante non per le proprie prestazioni, ma per il semplice fatto di essere figlio di Dio.
La messa, concelebrata da don Franco Capelli, parroco della Besurica, è stata introdotta da Enrico Corti, presidente dell’associazione "La Ricerca", che gestisce la Casa Accoglienza. Egli ha sottolineato l'importanza del trentaduesimo anniversario di fondazione della struttura, un traguardo che rappresenta anni di dedizione e impegno nel servizio agli altri. La Casa Accoglienza "Don Venturini" rappresenta, infatti, una storia di amore e accoglienza, un posto dove ogni persona trova un rifugio sicuro, un sostegno e una comunità pronta a farsi carico delle loro esigenze.
Sentirsi amati
Nell’omelia, don Basini ha ricordato le vicende della Casa Accoglienza, istituita dalla diocesi di Piacenza-Bobbio come risposta alla necessità di prendersi cura delle persone colpite dall'AIDS. Nel suo intervento, il vicario generale ha citato mons. Luciano Monari, vescovo di Piacenza-Bobbio ai tempi della fondazione della Casa, che diceva: “Quando ci sentiamo amati, abbiamo la forza di amare e di accogliere gli altri”. Don Giuseppe ha spiegato questa affermazione con logica della vita cristiana, che si basa sul comandamento dell’amore, ed ha reso omaggio a coloro che hanno contribuito alla “Pellegrina”, tra cui suor Paolina Voltini e don Giorgio Bosini.
Messaggio di speranza
Don Giuseppe ha poi richiamato l'attenzione ai momenti di prova, come quelli vissuti dai discepoli di Gesù durante la sua passione. “Anche nei giorni di silenzio e sofferenza, - sintetizziamo le sue parole - c’è una promessa di resurrezione e nuova vita. Ciascuno di noi ha valore e dignità, dal momento che la vita umana è vista come sacra e importante agli occhi di Dio. Celebrare l'eucarestia significa riconoscere e onorare questo valore in ogni persona, senza distinzioni”. Per evidenziare il messaggio di speranza, in questo anno del Giubileo, don Basini infine ha menzionato una giovane scrittrice ebrea morta ad Auschwitz, che sottolineava la bellezza della vita, in cui, anche nella prova più dolorosa, c’è una forza interiore che non abbandona mai. In questo contesto, don Basini ha concluso l’omelia, sottolineando l’importanza di sentirsi parte di una comunità che offre cure e sostegno.
L'atmosfera intrisa di gratitudine e speranza, è stata caratterizzata da canti e preghiere, creando un senso di appartenenza e comunità tra tutti i partecipanti. La messa si è conclusa nella condivisione, con un simpatico buffet, che ha visto, insieme agli ospiti, volontari e operatori che ogni giorno si dedicano con passione e generosità a coloro che si trovano in situazioni di fragilità.
Riccardo Tonna
Nelle foto, la celebrazione presieduta da don Giuseppe Basini alla Casa Accoglienza Don Venturini.
Pubblicato il 30 maggio 2025
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