Anche la Congregazione dei Parroci Urbani in aiuto alla Misericordia dopo il devastante incendio
Un’ondata di solidarietà: è questa la risposta che Piacenza sta offrendo dopo l’incendio che il 17 luglio ha devastato la sede della Misericordia di Piacenza in via Braille al quartiere Besurica distruggendo, insieme alle strutture, le ambulanze e i pulmini destinati ai servizi sociali. La raccolta fondi è stata lanciata on line giovedì 17 luglio, subito dopo l’accaduto.
Sono ancora da chiarire i motivi che hanno provocato l’incendio nel garage in cui erano presenti tutti i mezzi (tre ambulanze e quattro pulmini). Oltre alle strutture è stata di fatto colpita la storia ventennale dell’associazione fatta di persone che accompagnano ogni giorno dializzati e malati in ospedale alle visite mediche.
L’impegno per ripartire
Sia Anpas che Croce Rossa si sono messe a disposizione per coprire i servizi e fornire supporto all'associazione. Nella giornata del 17 sono intervenute diverse squadre di vigili del fuoco da Piacenza e da Castel San Giovanni per spegnere le fiamme.
“Ricostruire vent’anni di lavoro non sarà facile ma ce la metteremo tutta, e sono certa con l'aiuto di tutti troveremo la soluzione”, ha commentato il sindaco Katia Tarasconi accorsa sul luogo dell’incendio
“La vostra opera è un segno prezioso di Vangelo nella città”
Fra i vari aiuti, da segnalare anche il contributo di 35mila euro ad opera della “Congregazione dei parroci urbani” di Piacenza per dar voce, spiega il presidente don Paolo Cignatta in una lettera al Presidente della Misericordia, al senso di vicinanza fraterna e allo spirito di concreta solidarietà, come segno concreto di partecipazione, incoraggiamento e gratitudine per l’opera compiuta in questi anni.
Don Cignatta esprime all’associazione l’augurio di “superare presto questo momento così complesso, con la certezza che la vostra opera continua a essere un segno prezioso di Vangelo incarnato nel cuore della città”.
Nella foto d'archivio, il correttore della Confraternita della Misericordia mons. Pietro Bulla insieme ad alcuni rappresentanti della realtà benefica.
Pubblicato il 18 luglio 2025
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