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La luce degli occhi e del cuore

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Aprire gli occhi e vedere la luce non è così scontato; tante volte preferiamo rimanere nelle nostre tenebre pur di non arrenderci a qualcosa che smuove il nostro cuore e la nostra vita perché vedendo, dobbiamo poi decidere anche che cosa fare.
Gesù camminava e due ciechi lo seguono invocando pietà per sé; proprio su questa stessa richiesta ricca di fede i due riacquisteranno la vista. C'è una decisione del cuore dunque in quei due, quella di seguirlo ed è un vero cammino quello da fare verso la luce.
Non è immediato il desiderio di seguire il Signore, anzi va purificato.
Essi capiscono che solo Gesù può consegnare loro la visione vera. Quando si apriranno i loro occhi, essi vedranno quello che sono realmente, perché soltanto Gesù può mostrarci la verità della nostra esistenza e il contenuto del nostro cuore: potremmo anche restarne turbati, vedendone il fondo con i suoi peccati.
Successe anche a Sant'Agostino.
Tocca riconoscere che dentro di noi ci sono pieghe, ombre e malvagità che non ci aspettiamo. Non c'è una fede limpida e un amore vero per Cristo.
A questo punto si fa strada la decisione da prendere.
Seguire Gesù o tornare alle nostre ombre?
I due ciechi hanno il coraggio di seguire Gesù.

Quello che si infrappone fra i nostri desideri e il loro realizzarsi è per noi fonte di rabbia e non capiamo che il nostro desiderio va purificato. Quando ciascuno di noi inizia a mettersi alla prova nel suo rapporto con l'altro, ci si scopre incapaci di perdonare, di prendersi carico delle necessità dei nostri cari.
Solo quando c'è un legame, ci si accorge delle frizioni dentro al nostro cuore.
Gesù ci dice che questo è solo l'inizio di un cammino: solo il legame profondo con lui ci salva dalla depressione e dal cedimento. Quando sperimentiamo la nostra inadeguatezza abbandonando le nostre resistenze, dobbiamo sforzarci di amare la nostra debolezza perché solo in quella fessura può operare la grazia di Dio.
Gesù è davvero innamorato di noi, lascia il Padre per noi e rischia tutto sulla nostra vita e questo ci deve consolare, perché ha voluto penetrare l'oscurità per infondere in noi la luce.
L'Eucaristia di oggi è la scelta di non tornare indietro sulla strada del peccato, ma di proseguire il cammino guidati dal Sacro cuore di Cristo.

Estratto dalla Lectio mattutina
di madre Maria Emmanuel Corradini,
abbadessa del Monastero benedettino di San Raimondo,
del 6 dicembre 2019, Mt 9,27-31

a cura di
Gaia Leonardi


Pubblicato il 9 dicembre 2019

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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