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Anche noi eroi del quotidiano: dipende da come ti guardi

A Cives in Cattolica l’intervento dello psicologo Daniele Bisagni

bisagniCives

Ciò che è percepito come bello è ciò che suscita un’emozione, una sensazione di benessere, per questo chi meglio di uno psicologo come Daniele Bisagni poteva sollecitare i partecipanti del corso Cives, organizzato dall’Università Cattolica con il patrocinio della diocesi di Piacenza-Bobbio, alla ricerca della bellezza che è dentro di noi e che ci circonda.
L’ospite del corso di formazione civica, che per l’edizione di quest’anno ha il titolo “Bello da dio”, ha trattato il tema della bellezza dal punto di vista della psicologia sociale, che studia in particolare le interazioni e i conflitti dell’individuo all’interno del gruppo sociale.

Bisagni ha sottolineato come ciascuno di noi non possa vivere slegato dal contesto in cui si relaziona. Infatti, noi esistiamo, pensiamo, ci comportiamo e proviamo sentimenti, in quanto membri di un gruppo, la stessa idea che abbiamo di noi stessi è influenzata dalle persone che ci circondano.
Le percezioni che ci derivano dal vivere in un contesto sociale e le conseguenti interpretazioni che ne scaturiscono, fanno sì che maturiamo impressioni su come sta andando il mondo che ci circonda e la nostra vita in particolare.
La profezia dell’auto-avverante nella psicologia sociale è uno dei fenomeni più studiati. Il dottor Bisagni parla di una sorta di magia che ci induce a prendere decisioni ed attuare azioni per far avverare ciò che desideriamo o ciò che temiamo.

Se il contesto sociale in cui viviamo – ha aggiunto il relatore - definisce reali certe situazioni anche se non vere, esse diventano effettivamente tali nelle loro conseguenze perché siamo spinti a compiere azioni che producono gli effetti attesi. Ma anche nel particolare, se ritengo di non valere sarò portato a generare aspettative di fallimento e di fatto fallirò, questa realtà può verificarsi in ogni contesto da quello economico sino al benessere psicofisico.
Per questo diventa tanto importante nutrirci di belle sensazioni evitando di farci schiacciare dal conformismo e dalla paura. Se guardiamo intorno a noi con occhiali scuri, se ci sentiamo sfortunati, non sapremo guardarci attorno per notare le opportunità che la vita ci offre, ci sentiamo vittime, guardiamo con i paraocchi e ci chiudiamo in noi stessi.

La persona che percepisce la bellezza di ciò che lo circonda si sente fortunato, guarda il mondo in maniera creativa, coglie le opportunità che la vita offre.
Se si sorride di più, se si è più ottimisti, altruisti e si tenta di risolvere i conflitti, si aumentano le nostre possibilità di essere felici.
Dobbiamo essere in grado d’immaginare una realtà differente, di poter volare come un’aquila anche se si è pinguini.
Possiamo diventare eroi del quotidiano con consapevolezza e realismo – ha proseguito Bisagni -, sapendo accogliere la sofferenza, traducendo i problemi in una opportunità. Il professore ha così concluso: “Sei più bello di quanto pensi e vivi in un mondo migliore di quanto immagini, puoi ogni giorno renderlo migliore con i tuoi atti di eroismo quotidiano”.

Il nuovo appuntamento di Cives è in programma giovedì 31 ottobre all’Università Cattolica del Sacro Cuore (via Emilia Parmense, 84) a Piacenza; alle ore 20 la dott.ssa Marisa Musaio, docente di pedagogia all’Università Cattolica di Piacenza, parlerà sul tema “Educarci al bello”.

Stefania Micheli

Pubblicato il 21 ottobre 2019

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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