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Un Pastore
che ci vuole bene

Dal Vangelo secondo Giovanni (10,27-30)
In quel tempo, Gesù disse:
«Le mie pecore ascoltano la mia voce
e io le conosco ed esse mi seguono.
Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno
e nessuno le strapperà dalla mia mano.
Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti
e nessuno può strapparle dalla mano del Padre.
Io e il Padre siamo una cosa sola».

La nostra vita e la Parola
vg8mag25La voce. La quarta domenica di Pasqua è la domenica del Buon Pastore ed in essa veniamo invitati a pregare per le vocazioni. Ma le vocazioni non spuntano dal nulla, sono invece il frutto di una comunità che ascolta la voce del pastore.
Nei versetti precedenti al brano evangelico di questa domenica Gesù ai giudei che lo avevano attorniato aveva detto “non credete perché non fate parte delle mie pecore”. Quindi ci sono quelli che non lo seguono. Anche noi dunque possiamo porci una domanda: io che voce sto ascoltando? Chi sto seguendo? Chi mi sta conducendo, chi sta pascolando la mia vita? Di voci ce ne sono tante. Diceva san Bernardo: “chi si fa maestro di se stesso è uno stolto”. Nella vita e nella fede non si procede da autodidatti. Tutti gli autodidatti che si sono avventurati in qualche disciplina sanno bene che nel percorso di crescita ad un certo punto si bloccano e non procedono più. È necessario quindi trovare un pastore che ci guidi. Il riconoscere la voce avviene dentro a un rapporto d’amore: infatti il cantico dei cantici parla della voce di un amato che chiama l’amata, che la attira perché non sia vagabonda dietro ad altri compagni.
L’agnello. A volte ascoltiamo la voce delle nostre paure, della nostra tristezza, della nostra fame e della nostra sete ma nella seconda lettura viene affermato che “l’Agnello, che sta in mezzo al trono, sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita”. Questo è sorprendente perché l’uomo cerca sempre un pastore che vinca con la forza, che sia in grado di affermarsi e avere successo, eppure il vero pastore è un agnello, qualcuno che si è lasciato trafiggere per amore, che non ha risposto al male con altro male.
Questo è colui che seguiamo perché è colui che ci ha amato donando la propria vita per noi. Solo dentro a questo rapporto si dà quella conoscenza di cui Gesù parla con i discepoli: lui ci conosce. E se ascoltiamo la sua voce niente e nessuno può strapparci dalla mano del Padre. Nessuno ha potuto strappare Cristo dal Padre, anche quando hanno messo le mani su di lui. È lui che ha offerto la sua vita. Così chi appartiene a Cristo non può essere strappato dalla mano del Padre perché il legame che Cristo ha instaurato non può essere spezzato.
Don Andrea Campisi

Pubblicato l'8 maggio 2025

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