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Domenica 29 a Bobbio e Piacenza si apre il Giubileo

conferenza stampa giubileo piacenza

Anche nella diocesi di Piacenza-Bobbio - come in tutte le diocesi del mondo - domenica 29 dicembre si apre l'Anno Santo della speranza, con un doppio appuntamento. La mattina, alle ore 10.30, il ritrovo è a Bobbio, nella basilica di San Colombano, da dove, guidati dal vescovo mons. Adriano Cevolotto, si procederà in processione verso la Concattedrale. Nel pomeriggio la cerimonia di apertura del Giubileo sarà invece a Piacenza a partire dalle ore 16.30 da Sant'Antonino, in processione verso la Cattedrale. Al termine delle celebrazioni, il Vescovo consegnerà ad alcuni rappresentanti del clero, dei religiosi e delle religiose e dei laici - affidandola così simbolicamente a tutta la comunità diocesana - la sua Lettera per l'Anno Santo, che ha come titolo "Finché c'è speranza, c'è vita”.

La Lettera del Vescovo per l'Anno Santo

Il Giubileo che mette al centro l'invito ad essere “Pellegrini di speranza” ha riportato alla memoria del Vescovo il celebre motto “Finché c'è vita, c'è speranza”, che - ha spiegato alla conferenza stampa di presentazione degli eventi in diocesi - ha voluto però ribaltare. “Se il proverbio dice che «Finché c'è vita c'è speranza», è ancor più vero il contrario. Senza speranza, si può forse sopravvivere, ma non si può vivere. E per noi cristiani la speranza è Cristo, una speranza che oltrepassa l'esistenza terrena”. Nella sua Lettera il Vescovo si sofferma sul significato dei gesti che il Giubileo ci propone e sul valore più autentico dell'indulgenza, che si rischia - ha osservato - di vivere come una sorta di “raccolta punti”, mentre richiama alle ferite che il peccato produce non solo in chi lo commette ma  a livello di relazioni, nella società e nella stessa comunità cristiana. Il perdono non cancella la memoria del male commesso. Ed è qui che opera la grazia che il Giubileo ci offre, una grazia - rilancia mons. Cevolotto - che tutti, come comunità diocesana, siamo invitati ad accogliere.
Il desiderio è che questo cammino di riscoperta del nostro essere "pellegrini di speranza” non resti una parentesi che si chiude il 6 gennaio 2026. Per questo - ha  annunciato il Vescovo - si sta riflettendo sul alcune opere-segno del Giubileo che possano tener viva la speranza, nella nostra Chiesa e nella realtà diocesana, anche dopo la chiusura dell'Anno Santo.

Non una porta santa da varcare, ma tre chiese giubilari
e cinque luoghi di riconciliazione

Trattandosi di un Giubileo ordinario - ha spiegato il direttore dell'Ufficio liturgico diocesano don Paolo Capra -, a differenza di quanto accaduto con il Giubileo della Misericordia del 2015 non ci sarà alcuna porta santa che verrà aperta in diocesi.

Le uniche porte sante sono quelle che il Papa aprirà nella basiliche vaticane: quella di San Pietro, aperta la vigilia di Natale, quella di San Giovanni in Laterano, che verrà aperta il 29, di Santa Maria Maggiore il 1° gennaio e di San Paolo fuori le Mura il 5 gennaio, a cui si aggiunge la porta santa aperta il 26 dicembre al carcere di Rebibbia. Sono state però individuate tre chiese giubilari dove si potrà ricevere l'indulgenza: la Cattedrale di Santa Maria Assunta a Piacenza, la Concattedrale di Bobbio e il santuario basilica Madonna di San Marco Madre della Consolazione a Bedonia. Il fulcro resta la riscoperta del sacramento della Riconciliazione. Nelle tre chiese giubilari, come nel santuario di Santa Maria di Campagna e di Santa Rita a Piacenza, sarà possibile trovare ogni giorno sacerdoti disponibili ad accogliere i pellegrini. La Riconciliazione in questi luoghi diventa dunque un punto di partenza del pellegrinaggio verso le chiese giubilari presenti in diocesi o in altri luoghi dell'Italia o del mondo.

La croce di Giovanni Alberti

Un segno che, dal 29 dicembre, accoglierà i pellegrini a Bobbio e a Piacenza sarà anche la croce opera dell'artista di Giovanni Alberti. Una croce, realizzata per la Quaresima, con i segni della passione e della resurrezione, sarà portata in processione domenica a Bobbio e verrà collocata nella Concattedrale. Una seconda croce, ideata per il Giubileo della speranza, sarà invece in testa alla processione da Sant'Antonino alla Cattedrale, per poi essere collocata nel Duomo di Piacenza per tutto l'Anno giubilare. Sono altri due segni - ha spiegato Dario Carini, cerimoniere vescovile - che vogliono aiutare la preghiera e la meditazione sulla speranza cristiana.

In diocesi si comincia dal Giubileo dei bambini

Tanti gli eventi in calendario per l'Anno Santo. A livello diocesano, si è scelto di cominciare con la giornata dedicata ai bambini: “Cercatori di speranza” è il tema del pomeriggio di domenica 19 gennaio pensato per i bambini che frequentano le scuole elementari. Per i ragazzi delle medie l’appuntamento sarà nel pomeriggio del 12 aprile. Entro le ore 15.15 i bambini con i loro accompagnatori si ritroveranno in tre strutture (al chiuso) del centro storico di Piacenza. Da qui si recheranno in piazza Cavalli per un momento di incontro fra i vari gruppi per incamminarsi poi verso la Cattedrale dove verranno accolti dal vescovo mons. Cevolotto. A seguire, dialogo e preghiera insieme. Conclusione verso le 17.45.

Il pellegrinaggio diocesano a Roma

Valeria Perini dell'Ufficio Pellegrinaggi della diocesi ha illustrato la proposta di pellegrinaggio a Roma guidato dal Vescovo, il 3, 4 e 5 ottobre, con possibilità anche di partecipare alla proposta del pellegrinaggio in giornata il 4 ottobre. L'invito è ad iscriversi al più presto: ci sono già diverse adesioni e i posti sono limitati, visto il grande afflusso di pellegrini da tutto il mondo nel centro della cristianità. Nel programma - oltre al passaggio della porta santa ed altri momenti di preghiera e celebrazioni comuni - si è scelto di lasciare possibilità alle parrocchie di poter inserire proposte personalizzate.

Nella foto in alto, da sinistra, il cerimoniere vescovile Dario Carini, il vescovo mons. Cevolotto, Valeria Perini dell'Ufficio Pellegrinaggi e il direttore dell'Ufficio Liturgico don Paolo Capra.

Pubblicato il 27 dicembre 2024

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