Nuovo hub urbano per la crescita giovanile, al via «Youthopia»
Un'area dedicata ad attività ricreative, aggregative e di animazione e una, più strutturata, per progetti formativi e laboratoriali condivisi. Sono i due binari su cui si muoverà Youthopia, il nuovo centro aggregativo piacentino dedicato alla crescita giovanile. Inaugurato lo scorso 28 settembre in via Vincenzo Capra 14C, presso la sede dell'ex Svep di Piacenza, l'hub urbano è pensato per i giovani dai 18 ai 30 anni e non richiede iscrizione o tesseramento. Sarà effettivamente operativo dal pomeriggio di martedì 8 ottobre per tutti i martedì, dalle 15 alle 19. Ancora da stabilire gli altri giorni della settimana in cui il centro verrà aperto: una decisione che verrà presa strada facendo, in base alle esigenze di utenti ed educatori. L'inaugurazione è stata l'occasione per presentare il nuovo spazio alla città.
A fare gli onori di casa ci hanno pensato l'educatore di strada Lorenzo De Carli e don Silvio Pasquali, presidente dell’associazione Laboratorio di Strada odv. Con loro anche don Piero Bulla dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero, che ha fornito la sede di via Capra in affitto a prezzo calmierato. Molti i giovani, le famiglie e i cittadini venuti all'inaugurazione per conoscere il nuovo spazio. Presenti anche gli sponsor sostenitori del progetto e l’assessore alle Politiche giovanili del Comune di Piacenza Francesco Brianzi, che ha espresso il sostegno dell'amministrazione cittadina all'iniziativa.
Come è nata Youthopia
Il primo a spiegare la nascita e lo scopo di Youthopia è stato Lorenzo De Carli. “Un paio d'anni fa don Silvio e don Piero hanno partecipato ad una cena con noi Educatori di Strada e ci hanno chiesto se fossimo interessati ad una sede fissa per le nostre attività - ha raccontato - . Il nostro viaggio verso la realizzazione di Youthopia è partito da lì. Gli Educatori di Strada sono un gruppo informale e itinerante di liberi professionisti, che lavora in stretta collaborazione con Laboratorio di Strada odv, l'associazione di volontariato presieduta da Don Silvio Pasquali. Un grosso aiuto a pulire e sistemare questi locali è arrivato proprio dai volontari dell'associazione. All'inizio pieno di polvere, vuoto e poco agibile, lo spazio è stato completamente ristrutturato per dare vita a Youthopia”.
“L'approccio degli Educatori di Strada è di natura socio – psico educativa – continua - e incontra i giovani nel contesto del territorio in cui vivono. Disporre di uno spazio apposito vuol dire però avere un punto di riferimento fisso per mettere in relazione più persone facendole sentire accolte come in casa propria, e consente di potare avanti con continuità diverse attività aggregative”.
Anche uno spazio di formazione
A sottolineare l'importanza di una sede permanente per le attività degli Educatori di Strada è stato anche don Silvo Pasquali di Laboratorio di Strada odv. “Questo non è più il luogo generico della strada - ha osservato - . Qui ci sarà spazio per la formazione degli educatori, per affrontare insieme le difficoltà dei giovani e sviluppare nel tempo le loro potenzialità Finalmente ci saranno un luogo e un tempo per potersi trovare. Sono convinto che questo posto sarà fonte di grandi risorse, bisogna solo saperle leggere e farle emergere. Noi abbiamo troppo spesso paura del nuovo, ma proprio dal cambiamento e dalla diversità possono scaturire enormi opportunità. Non è un caso che sia stata scelta questa zona della città, ricca di sfide da affrontare sul piano sociale, ma anche piena di opportunità da mettere a frutto. Non ci poteva essere sede migliore per l'educativa di strada”.
“L'associazione Laboratorio di strada di cui sono presidente è nata proprio per sostenere l'attività degli educatori di strada professionisti – spiega Don Pasquali – Il suo nome comprende la parola oratorio perché ha avuto origine da un'esperienza cristiana che si è p allargata nel tempo. Quello dei ragazzi di strada è un linguaggio nuovo, non immediatamente facile da comprendere senza il supporto di operatori qualificati a decodificarlo e a insegnarne l'utilizzo. Da qui l'importanza di sostenere il lavoro degli educatori, coadiuvato dall'impegno dei volontari. Nel corso degli anni sono sempre rimasto stupito da quello che questi ragazzi riescono ad esprimere dopo aver scoperto le loro risorse: chi scrive poesie, chi racconti, chi fa musica. I più bravi insegnano agli altri a migliorare. Ma è diverso fare un po' di rap per strada rispetto a fornire ai giovani gli strumenti per imparare a fare musica; disegnare sui muri di notte piuttosto che partecipare ad un concorso strutturato di street art. Un domani le competenze acquisite potrebbero anche trasformarsi in sbocchi lavorativi. Il bello dell'educativa di strada è che non si tratta di un contenitore chiuso. Questo da un lato spaventa il mondo degli adulti, che troppo spesso si focalizzano solo sul disagio giovanile e non riescono ad interagire con i ragazzi. Dall'altro costituisce il terreno più adatto per scoprire potenzialità nascoste. Yothopia servirà a sviluppare al massimo le risorse dei ragazzi e insieme darà spazio alla formazione degli educatori, mantenendo la dimensione creativa e relazionale al centro di ogni attività promossa”.
Una catena di aiuti
Don Bulla ha poi invitato i partecipanti all'incontro a continuare ad essere presenti anche dopo l'inaugurazione. “Il contributo di ciascuno è prezioso - ha detto - . Da luogo fatiscente e in disuso questo spazio si è lentamente trasformato in un piccolo tesoro grazie alle tante persone che hanno creduto nel suo valore. E per crescere ha bisogno della comunità. Anche la diocesi ha voluto contribuire a questa sfida, che è ancora solo all'inizio”. Subito dopo ha ripreso la parola Lorenzo De Carli per ringraziare gli sponsor che hanno reso possibile e sostenuto il progetto. Oltre al contributo di Walter Bulla, che ha stampato le magliette di Youthopia, sono state ricordate in particolare tre realtà: Rotary Piacenza Farnese e Rotary Valli Nure e Trebbia, Soroptimist e fondazione Azimut, finanziatrici dell'arredo e di gran parte dell'attrezzatura del nuovo centro.
“Gli sponsor ci hanno contatto attraverso la campagna di raccolta fondi che abbiamo avviato l'anno scorso per poter allestire e rendere operativo lo spazio – ha detto -. Queste associazioni ci hanno aiutato concretamente per l'acquisto dei materiali e l'allestimento dei locali. È stata di Soroptimist l'idea di creare una stanza tutta dedicata alla musica, in cui i ragazzi di Youthopia potranno creare e incidere testi insieme agli educatori. I nostri ringraziamenti vanno anche ad ogni singolo donatore che ha deciso di fornire un piccolo contributo. Senza dimenticare il prezioso supporto della Fondazione di Piacenza e Vigevano, pronta a dare una mano una volta avviato lo spazio. Crediamo fortemente nella raccolta fondi perché permette di attivare le persone dal basso e di riscoprire il valore dell'impegno collettivo”.
Non solo la stanza musicale, i locali di Youthopia sono più d'uno, destinati ad usi specifici: dalla stanza pensata per attività laboratoriali o di coworking e per momenti formativi alla sala colloqui per attività di consulenza specialistica con councelor e psicologi professionisti; dalla sala riunioni fino alla zona cucina per pranzi o merende collettive, ancora in fase di allestimento. Poi la visuale si apre sulla vera e propria stanza ricreativa, a sé stante rispetto alle altre e fulcro dell'inaugurazione di Youthopia. Qui calcio balilla, playstation, giochi di società e giochi arcade, divano e poltroncine assicurano ai ragazzi divertimento e aggregazione. È qui che alla fine della visita inaugurale nei diversi locali Francesco Piccoli, anche lui del team degli Educatori di Strada professionisti, ha distribuito qualche piccola ricompensa ai donatori del centro. Un salame accompagnato da una bottiglia di vino, una maglietta di Youthopia, una borraccia. A chiudere la giornata un piacevole momento conviviale, con l'offerta di un ricco aperitivo per tutti i partecipanti.
Lontano da ogni logica assistenzialista, Youthopia vuole essere uno spazio accogliente, capace di favorire l'inclusione multiculturale e la crescita delle giovani generazioni. “Non esistono luoghi difficili – ha ricordato l'assessore Brianzi - . Bisogna continuare a lavorare insieme ai ragazzi per trasformare le loro difficoltà in occasioni di crescita”.
Una sfida ambiziosa ma necessaria per i giovani e per la città.
Micaela Ghisoni
Pubblicato l'8 ottobre 2024
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