Natura e sport, alla Cattolica una lezione per gli studenti di Scienze della formazione
Una «lezione particolare, interdisciplinare». Così l’ha definita Pierpaolo Triani, professore di Pedagogia generale e coordinatore della laurea magistrale a ciclo unico in Scienze della formazione primaria, che ha sottolineato come «all’università spesso le lezioni sono segno tangibile di discipline che si incrociano». Rivolgendosi agli studenti, il professor Triani ha spiegato che «all’inizio del corso di laurea in Scienze della formazione primaria vi è estremo bisogno di questa ricchezza di stimoli. Non ragionate, quindi, per separazione, ma per collegamento. Oppure, come si dice oggi, imparate a ragionare in termini sistemici». L’incontro, dal titolo “Bambino e futuro, un legame profondo che nasce dal corpo” è stato promosso, nel campus di Piacenza, dalla Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
«Quando parliamo di attività fisica non parliamo soltanto di attività sportiva o ludica, ma di tutto ciò che comporta uno sforzo fisico» racconta Federica Passera, docente del corso di laurea in Scienze motorie e dello sport all’Università Cattolica. «Da sempre, quando viene chiesto ai bambini dove preferiscono giocare, essi rispondono all’aria aperta, nella natura. Oggi, però, viviamo un’amnesia ambientale generazionale, una disconnessione dei giovanissimi con la natura». Come direbbe Oscar Wilde, «sembra che tutti noi guardiamo troppo alla natura e viviamo troppo poco con essa».
La natura, del resto, ha quattro caratteristiche. «È affascinante; offre la possibilità del being away, ossia di allontanarsi dagli affanni; ma anche di fare nuove esperienze; e poi consente la compatibility, un legame innato con l’uomo» continua Passera. L’outdoor education, dunque, è una pratica pedagogica educativa di grande valore. «I bambini apprendono facendo, attraverso giochi ed esperienze interdisciplinari» prosegue Passera. «Pensiamo all’orienteering: portare i bambini in un ambiente naturale crea una nuova connessione con la natura».
Come spiega la docente, un progetto di ricerca, a cui hanno partecipato gli studenti del corso di laurea triennale in Scienze motorie e dello sport dell’Università Cattolica, ha dimostrato questa «connessione» attraverso la discesa del fiume Po in quattro modalità: in moto, in bicicletta, in canoa, a piedi. «Dopo questa esperienza, la connessione con la natura dei nostri studenti è decisamente aumentata», e questo dato è importante anche per «prevenire sovrappeso e obesità giovanile, che sono oggi preoccupanti».
Nelle foto, Claudio Bianchin e Federica Passera; in alto, Pierpaolo Triani.
Gli «stimoli» sono importanti anche per far sì che la nostra attenzione venga allenata. Lo spiega Arno Cardini, life and leadership coach e counselor ad indirizzo psicosintetico. «Oltre all’intelligenza c’è la creatività, che deve entrare nel nostro cuore e ci dà la possibilità di essere» dice Cardini. «Se non siamo connessi con la natura, non siamo connessi con noi stessi. L’essere umano evolve attraverso la creatività» chiosa Daniela Jurisic, medico, specializzata in medicina fisica e riabilitazione, che aggiunge: «Innocenza è autenticità, quando si parla di bambini».
Durante la lezione aperta sono intervenuti Stefania Melica, fondatrice di “ALA Creativi Culturali”, Monica Melendez, counselor, posturologa, mindfulness coach, Ilenia La Rocca, psicologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, specializzata in disturbi del comportamento alimentare.
Le conclusioni dell’incontro sono state affidate a Claudio Bianchin, docente di Didattica e metodologia delle attività motorie all’Università Cattolica.
Pubblicato l'11 ottobre 2024
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