Estate in oratorio per 12mila giovani, parrocchie presidio di comunità
Sono oltre 12.000 le bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi che nel corso dell’estate appena conclusa hanno partecipato alle attività in oratorio e alle vacanze organizzate da 22 parrocchie di Piacenza e della provincia. Insieme a loro hanno giocato, camminato, convissuto circa 100 educatori e oltre 1.000 giovanissimi animatori-volontari, per circa 120 settimane complessive di attività.
È tempo di bilanci per il progetto Toc toc! Estate in Oratorio, della diocesi di Piacenza-Bobbio, che comprende i Grest e i soggiorni residenziali organizzati dalle parrocchie, e che nell’estate 2025, quella del Giubileo, ha registrato numeri da record confermando come queste attività rappresentino un punto di riferimento per tantissime famiglie. A fare il punto sono il responsabile per la Pastorale giovanile don Fabio Galeazzi ed Elena Uber, coordinatrice della Commissione Welfare della Fondazione di Piacenza e Vigevano, ente sostenitore dell’iniziativa.
«Si tratta di una proposta che intende prima di tutto offrire un’esperienza educativa e di crescita umana sia ai più piccoli che partecipano sia alle ragazze e ai ragazzi che affiancano gli educatori – sottolinea Fabio Galeazzi –, dando vita a un vero e proprio laboratorio intergenerazionale: bambini, preadolescenti, adolescenti, giovani, adulti (fino anche ai nonni) si spendono con passione ed entusiasmo per promuovere una full immersion di relazioni e di esperienze, che avvicinano i più giovani anche alla pratica del volontariato».
Una proposta che si svolge in parrocchia ma è aperta al mondo esterno, tiene a precisare Elena Uber, della Fondazione di Piacenza e Vigevano: «Forti di una diffusione capillare sul territorio, gli oratori diventano in estate luoghi più che mai aperti a tutti, fornendo un servizio essenziale per chi cerca un contesto sicuro e positivo per i propri figli. Non solo, oltre il 20% dei partecipanti proviene da comunità di origine straniera e/o aderisce ad altre religioni, a testimonianza di come questi spazi siano veri e propri presidi di comunità, a cui la Fondazione assicura convintamente il proprio sostegno».
Nella foto, Elena Uber.
I Grest, che prendono il nome dalla contrazione della locuzione Gruppo ESTivo, prevedono attività educative e ricreative dal mattino al tardo pomeriggio - giochi, canto, attività manuali, svolgimento dei compiti, gite - per diverse settimane di giugno e inizio luglio, e sono rivolti ai ragazzi delle scuole primarie e secondarie di primo grado. Nell’estate 2025 si sono realizzati Grest in 22 parrocchie, soprattutto della città, ma anche ad Agazzano, Borgonovo, Castellarquato, Castelsangiovanni, Gragnano, Rivergaro, Roveleto di Cadeo, San Giorgio, San Polo e Sarmato. Fra le novità, in alcune sedi, l’estensione delle attività nelle settimane di fine agosto-inizio settembre, in prossimità dell’inizio del nuovo anno scolastico.
Accanto ai Grest, la maggior parte degli oratori ha organizzato anche i soggiorni estivi in strutture turistiche o in case-vacanza gestite autonomamente dalle parrocchie stesse. Si parla di circa 40 settimane complessive di campi residenziali in venti diverse località. Le mete più gettonate sono sulle Alpi, a cominciare dalle valli del Trentino Alto-Adige, Val del Biois, Val di Rabbi, Val di Fassa, Val Aurina, Vallagaria, poi la Lombardia, con la Valmaleco e la Valfurva, la Valle d’Aosta, nella valle di Champorcher e il Piemonte in Val di Susa. Molto frequentati anche i nostri Appennini, soprattutto la Valnure, con soggiorni a Rompeggio, Selva, Torrio, al rifugio ‘Vincenzo Stoto’ del Gaep, ma anche la Valtrebbia, a Boschi di Travo; Santa Giustina di Bardi, sull’appennino parmense, e persino il mare, con un campo a Marina di Massa.
Durante questi soggiorni ai ragazzi sono impegnati in attività educative e di gioco, momenti di riflessione, laboratori artistici, escursioni naturalistiche e, quando il soggiorno si svolge presso strutture in autogestione, anche in semplici attività di organizzazione e cura della casa, come apparecchiare e sparecchiare la tavola o riordinare gli spazi comuni.
«L’impegno delle parrocchie nei mesi estivi è rivolto a sostenere i genitori che lavorano, privi una rete di supporto che possa prendersi cura dei figli ma anche quelle famiglie con fragilità economiche che, non potendosi permettere la villeggiatura, trascorrono l’estate in città – precisa don Galeazzi –, per seguire queste situazioni le parrocchie hanno imparato negli anni a collaborare stabilmente con le diverse agenzie educative, dalla rete dei servizi alle amministrazioni Comunali, per dare risposta alle situazioni che meritano particolare attenzione. Prezioso è anche il sostegno che riceviamo per le nostre attività che, inutile dirlo, richiedono davvero tante risorse umane, strutturali e anche economiche, per garantire accoglienza a tutti, compresi coloro che non possono pagare le quote di partecipazione». È questo il senso del ‘Toc-toc!’ che ha dato il nome al progetto nell’anno del Giubileo. Quel gesto della mano che bussa e che chiede: c’è qualcuno? E la parrocchia risponde.
Pubblicato il 17 ottobre 2025
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