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Alla Cattolica mons. Giuliodori presenta due mostre: MIPS e Proclamata


 mostra cattolica giuliodori marzo 2023



“Un'iniziativa che parte dagli sguardi, dagli approcci alla realtà, per sentire il vento dello Spirito che soffia e fa vibrare le cose in modo diverso”: con queste parole mons. Claudio Giuliodori ha presentato, il 16 marzo, nell’atrio dell’Università Cattolica di Piacenza, due mostre: MIPS dei giovani dell’ateneo e “Proclamata dal Vangelo all’Evangelario”, dell’artista piacentino Giovanni Alberti.
Mons. Giuliodori, dal 2013 assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, è da quest’anno anche assistente ecclesiastico generale dell’Azione Cattolica Italiana. Presso la Conferenza Episcopale Italiana inoltre ricopre le cariche di presidente della Commissione episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali, e presidente della Commissione episcopale per l'educazione cattolica, la scuola e l'università.

L’uomo difronte all’intelligenza artificiale
Nell’ambito di MIPS che significa Mega Informazione per Secondo, a Piacenza è stato proiettato un video dell’opera August 2008 dell’artista Rä Di Martino. Questo lavoro è inserito nel progetto “Itinerari di arte e spiritualità” che comprende le opere di diciotto artisti contemporanei, e coinvolge tutte le sedi dell’ateneo con l’obiettivo di rendere omaggio all’Università e ai suoi studenti passati, presenti e futuri.
“Questo avvicinamento all’arte – ha aggiunto mons. Giuliodori – da parte dei giovani dell’ateneo è una iniziativa che ha riscosso un successo di anno in anno. Promossa dal nostro centro pastorale, è un evento che coinvolge molti studenti e li spinge alla riflessione su vari fili tematici rappresentativi degli aspetti del nostro tempo che poi vengono declinati con il contributo di artisti contemporanei, entrando in dialogo con loro. Il tema scelto vuole - ha affermato il Vescovo - evidenziare come le informazioni corrono dentro ad un vortice digitale. Non è semplice muoverci in questo tempo di grande sviluppo tecnologico con l’intelligenza artificiale, in cui dobbiamo capire quale deve essere lo specifico dell’umano. Bisogna comprendere, dento questo scenario, come l’uomo ha una competenza ulteriore che gli consente di sviluppare la sua potenzialità, nel senso di signore dell’universo, cioè di colui che ha ricevuto i compiti di custodire e gestire la terra secondo un principio di sapienza che dà senso e ordine a tutte le cose”. Infine mons. Giuliodori ha invitato, attraverso questa riflessione, a riconoscere la presenza e l’opera di Dio nella storia e vivere una dinamica di autentica fraternità sociale che è il compito dell’ateneo cattolico. “Ci auguriamo - ha concluso il presule - che queste mostre siano occasione e spunto di riflessione per tutta la nostra università e per tutti i visitatori”.

La sovrabbondanza di informazioni del nostro tempo
Il dottor Angelo Manfredini, direttore della sede di Piacenza, che ha coordinato la presentazione, ha dato poi la parola alla docente Michela Valotti che ha sottolineato il valore del coinvolgimento degli studenti con gli artisti: una occasione privilegiata per un apprendimento efficace.
Per l’edizione di quest’anno, che ha esplorato il trait d’union tra le nuove tecnologie e l’informazione, il titolo della mostra, preso in prestito dall’ambito dell’informatica, fa riferimento all’unità di misura della velocità con cui un computer processa le informazioni: MIPS (million instructions per second). Partendo da questa definizione che ben esemplifica la sovrabbondanza di informazioni del nostro tempo, si è sviluppata la riflessione fulcro della mostra.
Itinerari di arte e spiritualità è un progetto che, dal 2017, ogni anno dà vita a una esposizione di arte contemporanea negli spazi dell’Università Cattolica, coinvolgendo come curatori gli studenti dell’ateneo, grazie alla sinergia tra il Centro pastorale, coordinato da Padre Enzo Viscardi, e il Dipartimento di Storia, Archeologia e Storia dell’arte, con le docenti Elena Di Raddo, Bianca Trevisan e Michela Valotti. Gli studenti che hanno curato la mostra hanno coinvolto diciotto artisti: Angelo Accardi, Afran, Luisa Anastasia, Paola Bazz, Federico Caputo, Maya Libera Castellani, Francesco De Molfetta, Rä Di Martino, Irene Dionisio, Manuela Granziol, Militon Manetas, Vincenzo Marsiglia, Stefano Mattozzi, Diego Randazzo, Andrea Stefanelli, Marco Tamburro, Carloalberto Treccani, Nicola Verlato.
“Gli artisti con cui ci siamo confrontati – ha affermato Bianca Ferroni, una delle studentesse, curatrici della mostra – hanno accolto la nostra riflessione e in quest’opera, che viene presentata, l’artista Rä Di Martino, ha realizzato un video che concretizza la nostra realtà: un cantante e una cantante che declamano con la musica delle notizie e creano un effetto di assuefazione che non ci fa accorgere delle informazioni”.

La Parola va esposta
“Racconti che prendono forma da emozioni, rielaborazioni di accadimenti concreti estrapolati dalla loro realtà e trasferiti in un mondo onirico dove il sogno diventa l’artificio per riflettere concretamente sull’oggi con le sue complessità evidenti e solitudini nascoste”: sono le parole di Carlo Francou, giornalista e scrittore, curatore dell’opera “Proclamata dal Vangelo all’Evangelario” dell’artista piacentino Giovanni Alberti. Un lavoro che Alberti ha realizzato con il contributo biblico, teologico e filosofico di don Giuseppe Lusignani, parroco e docente piacentino, appassionato di arte.
“Mi sento onorato di questa mostra – ha sottolineato Giovanni Alberti – un lavoro sull’arte sacra, sempre centellinata con cura, che si fonda su quindici tavole di brani del vangelo, poco canonici e inusuali, esposti insieme ad un calice e una patena, che sottolineano come la Parola va proclamata e messa in evidenza. Giovanni Alberti, nato nel 1979, dipinge ed espone dal 2001 in mostre collettive e personali a Piacenza, Parma, Ferrara, Firenze e Roma. Utilizza tecniche miste con matite colorate, tempere acriliche e matite. Ha un piccolo studio, a Piacenza, dove vive, e dove prendono vita i suoi lavori.

Riccardo Tonna

 

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Nelle foto, la presentazione in Cattolica delle mostre “Mips” e “Proclamata dal Vangelo all'Evangelario”: è intervenuto  mons. Claudio Giuliodori.

Pubblicato il 18 marzo 2023

Sottocategorie

  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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