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«In viaggio verso il sacro», presentato il nuovo volume di Archivum Bobiense

libro bobbio copia

Atmosfera di palpabile soddisfazione alla presentazione del volume “In viaggio verso il sacro” (sezione Studia) della rivista Archivum Bobiense, svoltasi al Palazzo Vescovile a Bobbio, il 26 agosto. Il foltissimo e interessato pubblico (non si contano le sedie continuamente aggiunte nel già predisposto ampio salone dei vescovi) ha testimoniato l’affetto e l’orgoglio di Bobbio per la ripresa della rivista, uno dei suoi più preziosi gioielli culturali. Pubblico stretto attorno al vescovo, mons. Adriano Cevolotto, di cui Roberto Pasquali, Sindaco di Bobbio, ha sottolineato la sentita e apprezzata vicinanza ai bobbiesi, a mons. Aldo Maggi, cui l’amore per Bobbio ha fornito la tenacia indispensabile per portare a termine l’arduo progetto di questa rinascita, la curatrice del volume Prof. Eleonora Destefanis (Università Piemonte Orientale), per la grande passione investita.
Un team sinergico e sorprendente premiato dalla provvidenza, ha detto don Maggi, riuscito nell’impresa pressoché impensabile di riallacciare quegli indispensabili fili, interrotti da anni, di collegamento tra ricercatori, storici, finanziatori e intermediari vari indispensabili al raggiungimento del risultato finale di una pubblicazione altamente referenziata.

Il 26 agosto Bobbio ha rivissuto un po’ il suo passato. Con una punta di campanilistico amor proprio. 
Col ricordo di chi ha messo le basi della rinomata rivista. Come non citare in proposito, ancora una volta, la lungimiranza del Vescovo Zuccarino, promotore nel 1973 degli Archivi Storici Bobbiesi, mons. Michele Tosi, valente storico fondatore nel 1979 della rivista Archivum, cui si aggiunse già al II numero (1980) il prof. Flavio Nuvolone, docente di patristica all’Università di Friburgo, che, alla morte di Tosi, ne assunse la direzione, e in varie occasioni non ha esitato a spendere di suo purché i volumi della rivista vedessero la luce, e che solo la sua dipartita ha allontanato da questo impegno?

L'intervento del Vescovo
Ecco qualche riflessione del vescovo, reduce da due recenti pellegrinaggi con giovani, l’uno su un tratto del Cammino di Colombano (dal guado di Sigerico a Bobbio), l’altro sull’ultimo tratto del Cammino di Santiago. “Cammini diversi. Molto diversi.”, ha detto.
Per Colombano il pellegrinare è una scelta di vita. E’ il raccogliere il senso della via cristiana. E’ l’abbandonare tutto - casa, famiglia, ricordi - peculiare della chiesa irlandese e mettersi in marcia senza una meta precisa, con la determinazione però di non perdersi amando più la via che l’unica vera patria che è quella celeste.
Il cammino di Santiago rientra invece, con le sue innegabili suggestioni, tra i cammini storici. Ne ha parlato anche don Giuseppe Lusignani, che lo ha percorso per ben 7 volte, 4 delle quali, per intero. Ricalca l’antico percorso della romana via Domizia, ove si cammina sempre col sole alle spalle, verso Ovest, arrivando dopo Santiago a Finisterre, la fine del mondo allora conosciuto, ispirando inevitabili meditazioni anche sulla fine della propria vita.
Il cammino, ha osservato il vescovo, comporta sempre una benefica fusione tra le due dimensioni umane, fisica e spirituale. Con risultati commisurati a ciascuno e talora sorprendenti.  Il mettersi in marcia, fidandosi solo di Dio, è un tratto caratteristico della nostra tradizione ebraico-cristiana di fede, ha proseguito, a cominciare da Abramo che, senza conoscere la meta, ha seguito l’indicazione divina.  Una personale inclinazione al “cammino” del nostro vescovo può ravvisarsi nella scelta del suo motto vescovile: “Prendi il largo”, che, quale programma di apertura e svolta di vita, appare molto in linea con la visione colombaniana.

Protagonista del volume è il pellegrinaggio
Del volume ha dottamente parlato la curatrice Prof. Eleonora Destefanis. Protagonista dell’opera è il pellegrinaggio visto nel suo mutare nel tempo, nello spazio, nelle culture in cui si sviluppa, rimanendo comunque sempre rispondente alle umane esigenze.
L’impalcatura del testo è una messa in dialogo tra macrostoria (in rapporto a grandi eventi coinvolgenti continenti e stati) e microstoria (eventi locali su area specifica), riflettentesi come specchi l’una nell’altra.
I saggi che vi si leggono riguardano il pellegrinaggio precristiano, quello nel mondo classico greco e romano, quello nel medioevo, quello in età moderna e contemporanea legato anche alla valorizzazione dei territori.
Molto interessanti le microstorie di Bobbio e del piacentino, ove sono più che coinvolgenti il saggio su Minerva Medica a Travo a cura della storica e archeologa Roberta Conversi, quello della stessa Eleonora Destefanis sul pellegrinaggio tra tarda antichità e medioevo tra Piacenza e Bobbio, quelli sul santuario di Santa Maria di Campagna a Piacenza di Valeria Poli e sul santuario dell’Aiuto di Bobbio di Susanna Pighi, gli itinerari di turismo religioso tra Bobbio e il contesto appenninico di Carla Ferrario.
Il libro è talmente ricco di notizie e riflessioni da stimolare svariati interessi sia da un punto di vista generale che particolare. E’ una guida pressoché indispensabile per chi è appassionato di storia locale. Non solo vi si possono trovare innumerevoli notizie particolari talora poco note o ignote, ma anche il loro intelligente inserimento in un quadro complessivo generale. 

Luisa Follini

Pubblicato il 31 agosto 2022

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Sottocategorie

  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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