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4 luglio: i Venerdì Piacentini, il più grande festival emiliano, si uniscono alla Fiera e alle celebrazioni di Sant'Antonino

2025 07 Venerdi Piacentini 1

C’è chi pensa che l’estate sia fatta di spiagge affollate, tramonti sul mare e aperitivi in riva al lago. Poi c’è chi un giorno decide di partire verso una città che non si aspetta, una città che non fa rumore ma che sa sorprendere, e scopre Piacenza il 4 luglio, quando diventa un palcoscenico a cielo aperto, un mosaico di suoni, sapori, storie. È il giorno di Sant’Antonino, il patrono, e la città si veste di sacro e di festa, in un equilibrio perfetto tra la devozione antica e il desiderio di lasciarsi andare alla musica, ai sorrisi, al buon cibo.

I Venerdì Piacentini, il festival più importante dell’Emilia, diventano quel punto d’incontro in cui ci si sente parte di qualcosa di più grande, di più vero. Si cammina tra vicoli che sanno di storia e piazze che diventano palchi improvvisati: c’è chi resta senza fiato guardando i combattimenti di scherma medievale sotto la luna, chi urla a pieni polmoni davanti al ring infuocato della ICW, chi si lascia cullare dalla voce di Lorena Uria o vibrare con l’omaggio unplugged ai Nirvana. Si può partire per un viaggio latino al ritmo di cumbia e salsa, perdersi nella notte elettronica della Piazzetta Plebiscito o ritrovarsi improvvisamente a ballare ska e rocksteady tra un bicchiere e l’altro. Piacenza diventa un atlante vivente di musiche, profumi, risate. Ma non è solo questo: ci sono le chiese aperte, il silenzio raccolto della Cattedrale, la salita sotto gli affreschi del Guercino, quei 134 gradini che separano dalla città un respiro più alto. Ci sono i tavoli lunghissimi sul Corso, la calle messicana che spunta in via Mazzini, la paella che profuma la piazza come fosse Valencia, il vicolo vegano che racconta un’altra idea di gusto, la piadina che fa sognare la riviera. E poi il wrestling, i giocolieri, i tattoo sotto le stelle, la musica in dialetto che sa di campagne, di vendemmie, di storie sussurrate intorno a un camino. La mattina, la città si sveglia con le lodi e la lavanda benedetta, le celebrazioni solenni, la banda che attraversa le strade come un respiro antico. A Palazzo Farnese i musei si aprono ai piacentini, la mostra sul Cavalier Malosso racconta un altro pezzo di anima. E tutto, tutto insieme, costruisce quella sensazione che chiunque abbia vissuto almeno una volta un Venerdì Piacentino porta a casa con sé: il ricordo di una città che non ha bisogno di maschere, che si racconta con la sua voce più vera. Non importa che tu arrivi per i concerti, per il gin sotto le stelle, per la tradizione o per ballare fino all’alba. Piacenza il 4 luglio non è un evento, è un invito a sentirsi vivi. E tu, da che piazza vuoi cominciare?

IL PROGRAMMA DEI VENERDI’ PIACENTINI 

Il programma del 4 luglio a Piacenza è un viaggio continuo tra sorprese e suggestioni, un intreccio di mondi che convivono nella stessa sera e che trasformano la città in un labirinto di emozioni. Si parte dall’energia pura, quella che accende i cuori e fa vibrare le piazze: Piazza Duomo ospita ancora una volta il ring della ICW, la Italian Championship Wrestling. Qui non si parla di semplici combattimenti, ma di veri e propri racconti in presa diretta, con atleti che volano, si sfidano e si sfiorano in un gioco di forza e spettacolo che lascia a bocca aperta anche chi non ha mai amato questo sport. A pochi passi, in Piazza Cavalli, la storia torna a vivere grazie alla scherma medievale: uomini e donne in armatura si affrontano in duelli che sanno di antico e che parlano di onore e coraggio. Fabio Zangrandi e Gaia Davi, campioni italiani, guidano il pubblico in un mondo fatto di spade, scudi e sudore, dove ogni colpo risuona come un’eco di battaglie passate. Chi vuole, può persino provare l’emozione di indossare un’armatura e lanciarsi — in sicurezza — in questa esperienza unica.

Sempre in Piazza Cavalli, ma spostandosi verso Corso Vittorio Emanuele II, l’aria si fa più leggera, quasi rarefatta: la pole dance e l’aerial hoop regalano uno spettacolo che unisce forza, grazia ed eleganza. Tre esibizioni durante la serata — alle 21.30, 22.30 e 23.30 — trasformano la piazza in un teatro senza pareti, dove il corpo diventa poesia sospesa.

Chi invece cerca il groove più caldo può rifugiarsi ai Giardini Merluzzo, dove Marco Botti (alias The Walrus) porta la sua valigia piena di soul, r’n’b, ska e rocksteady, selezionando vinili che raccontano notti afose e balli sfrenati. Per le famiglie con bambini, Piazza Duomo diventa un piccolo parco dei divertimenti grazie ai “Piccoli Venerdì”, con giochi gonfiabili e attrazioni, così mamma e papà possono concedersi uno spettacolo o una cena in tranquillità.

A Piazzetta Plebiscito scoppia la festa EDM: luci laser, bassi potenti, dj locali e ospiti a sorpresa che portano l’energia dei grandi festival internazionali direttamente nel cuore di Piacenza. Per chi cerca emozioni più intime e spirituali, Piazza Duomo diventa uno spazio sacro con il videomapping "Laudato Si’", proiettato sulla facciata della Cattedrale: un viaggio visivo ispirato all’enciclica di Papa Francesco, dove la natura ferita si rigenera alla luce di San Francesco.

E non finisce qui: salendo 134 gradini tra corridoi antichi, si raggiunge la Cupola del Guercino, dove il panorama notturno e gli affreschi del maestro emiliano si incontrano. I concerti d’organo del maestro Federico Perotti accompagnano la salita, trasformandola in un’esperienza quasi mistica. Sempre in Piazza Duomo, la Cattedrale rimane aperta per visite libere, regalando un momento di quiete e bellezza, tra architetture romaniche e note d’organo.

Le chiese di San Francesco e San Donnino aprono anch’esse le loro porte: la prima svela affreschi e navate gotiche, la seconda invita a un raccoglimento silenzioso, lontano dal frastuono della festa.

Via San Donnino invece è tutto l’opposto: qui esplode l’energia urban del Homeless Street Fest, con tattoo e piercing walk-in fino a notte fonda, bancarelle vintage, magia improvvisata, dj set e un videomapping che racconta Piacenza da un’angolazione inaspettata.

Il cuore commerciale di Corso Vittorio Emanuele si anima con la musica dal vivo di Rachele Stefanelli, Martina Zoppi e Francesco Degli Antoni, mentre in via Chiapponi si canta in dialetto piacentino con Milly Morsia e Marco Schiavi. Sempre in via Chiapponi, a notte fonda, le campane tibetane di Giuseppe Branco avvolgono il pubblico in un’esperienza sonora meditativa.

Chi ama il rock, in via San Siro può rivivere il celebre concerto unplugged dei Nirvana grazie ai Nirvana N7 Experience. In Largo Battisti, Piacenza Memes colora la serata con ironia e leggerezza, tra interviste improvvisate, gag e brindisi collettivi.

La musica dal vivo si sposta anche in via Calzolai con Lorena Uria, mentre tra i dj set spiccano Samurabe, Paiz, Loco Gibbo, Blake, Biz, Andrea Vernasca, Conca: ciascuno con la propria identità musicale, dal funk all’elettronica, dall’hip hop al latino, fino a trasformare ogni angolo in una pista da ballo.

C’è spazio anche per chi vuole lasciare un segno sulla pelle: "Inchiostro di notte" invita a farsi tatuare sotto le stelle, mentre "Tattoo After Dark" lungo lo Stradone Farnese accompagna la serata tra beat hip-hop e aghi che incidono ricordi indelebili.

Tra gli eventi più intimi, il live acustico di Stella Pastorin e Matteo Calza sul viale del Facsal diventa un rifugio per chi cerca una bolla poetica sotto gli alberi.

Gli amanti dei motori possono godersi il Piacenza Motor Expo, con auto e moto delle grandi case italiane e internazionali esposte in Piazza Cavalli e Largo Battisti.

Il gusto, naturalmente, è protagonista: il vicolo Cavalletto ospita la cena vegana sotto le stelle, via Mazzini si trasforma in una calle messicana con tacos e margarita, Piazza Duomo si profuma di paella e barbecue spagnolo, mentre via Calzolai diventa un inno allo street food americano, tra burger e hot dog.

Non manca la regina romagnola: la piadina calda e fragrante è pronta a catapultarvi direttamente sulla spiaggia. E per chi non vuole rinunciare alla tradizione piacentina, "Raviolo al Quadrato" propone ravioli classici, creativi e perfino dolci alla Nutella.

Il food truck gluten free accoglie tutti, celiaci compresi, con pizze, focacce, torte salate e birra alla spina senza glutine. A Piazza Duomo, "Ithil", il gin artigianale notturno, accende i sensi, mentre sul Corso si può cenare a lume di candela, immersi nel via vai della festa.

Infine, via Cavour si anima con Piadina Time e in via Cittadella il DJ set di Conca crea un piccolo universo notturno di musica e vibrazioni urbane.

IL PROGRAMMA DELLE MANIFESTAZIONI ANTONINIANE  

Ma il 4 luglio a Piacenza non è solo festa, musica e street food. È anche il giorno in cui la città ritrova le sue radici più profonde, in un abbraccio collettivo che unisce sacro e profano.

Fin dalle prime luci dell’alba, la Basilica di Sant’Antonino diventa il cuore pulsante della devozione. Alle 7 iniziano le lodi mattutine, accompagnate dalla tradizionale benedizione della lavanda — un gesto che parla di cura e rinascita — e si prosegue con la colazione comunitaria, quasi un rito antico che unisce la città prima ancora che il sole salga alto.

Dalle 8 alle 9 si susseguono le Messe, mentre alle 10 la Banda Ponchielli attraversa Piacenza da Piazzale Genova a Piazza Sant’Antonino, portando musica solenne che risuona tra i palazzi storici. Alle 10.45 inizia l’accoglienza delle autorità, un momento simbolico che prepara il cuore della giornata: la solenne celebrazione eucaristica delle 11, presieduta dal Vescovo Mons. Adriano Cevolotto. In quell’istante, tra l’incenso e il canto, la città si ferma per onorare il suo patrono. Viene offerto il cero votivo, e si consegna l’onorificenza “Antonino d’Oro 2025”, un riconoscimento che parla di comunità, di appartenenza e di impegno.

Nel pomeriggio, alle 18, un’altra celebrazione eucaristica ricorda il beato Giuseppe Beotti e i sacerdoti martiri della fede e della resistenza, figure che hanno lasciato un segno profondo nella storia locale.

Chi ama immergersi nella storia può partecipare alle visite guidate e alle mostre dedicate ai primi giubilei e alla Piacenza del Trecento, allestite nel chiostro della Basilica alle 16, 17 e 21, curate con passione da Giacomo Nicelli, Anna Riva e Patrizia Vezzosi. Un’occasione per scoprire storie dimenticate e scorci preziosi di un passato che riaffiora silenzioso.

Alle 21 in Piazza Cavalli, la città torna a respirare la sua voce più autentica con “Piacenza nel cuore”, una rassegna della canzone dialettale piacentina guidata da Marilena Massarini. Un momento in cui le parole in dialetto diventano poesia collettiva, memoria condivisa, un canto che vibra tra le mura e che fa risuonare la fatica dei campi, le veglie d’inverno e le feste di paese.

Durante tutta la giornata, anche l’Oratorio di Santa Maria in Cortina apre le sue porte grazie ai volontari del Touring Club Italiano, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 22: un piccolo scrigno nascosto che svela affreschi e atmosfere intime, lontane dalla frenesia.

A completare questo percorso spirituale e culturale, i Musei di Palazzo Farnese, in Piazza Cittadella, offrono un regalo ai cittadini: ingresso gratuito per i residenti di Piacenza dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18. Chi invece desidera visitare la mostra “Il Cavalier Malosso, un artista cremonese alla corte dei Farnese” può farlo a prezzo ridotto, un’occasione speciale per conoscere l’arte di un pittore raffinato, legato alla grande stagione dei Farnese.

Pubblicato il 3 luglio 2025

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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