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Un dizionario per non far morire il dialetto piacentino

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Creare un dizionario Italiano-Piacentino il più completo possibile. E’ per raggiungere questo obiettivo che due appassionati cultori del nostro dialetto - Piergiorgio Barbieri da Carpaneto coadiuvato da Mauro Tassi da Sariano di Gropparello - hanno pensato di realizzare - e ci sono riusciti - il “Vocabolario-Vucabuläri Italiano-Piaśintein” (stampato in proprio), nel quale sono stati inseriti 4mila nuovi vocaboli che sono stati sommati ai circa 28mila già esistenti in altre pubblicazioni, così da raggiungere 32mila parole che vanno a riempire ben 500 pagine. Un’opera senz’altro meritoria che è stata presentata a Palazzo Galli (in Sala Panini, con Sala Verdi videocollegata), nell’ambito dell’Autunno culturale della Banca di Piacenza, dagli autori in dialogo con l’esperto del nostro vernacolo Andrea Bergonzi («Il lavoro di Barbieri e Tassi - ha osservato - è impostato per offrire uno strumento comodo e versatile di accesso ai contenuti piacentini»).

Diverse le opere, ha spiegato Barbieri, che hanno fatto da base al nuovo vocabolario. “Il piccolo dizionario del dialetto piacentino” di Luigi Bearesi (Ed. Berti, 1982) e tre volumi editi dalla Banca di Piacenza, da sempre sensibile alla conservazione della piacentinità: il “Vocabolario Piacentino-Italiano” di Guido Tammi (1988), il “Vocabolario Italiano-Piacentino” di Graziella Riccardi Bandera (2005), il “Prontuario Ortografico Piacentino” di Luigi Paraboschi e Andrea Bergonzi (2016). Attraverso la preziosa collaborazione del dott. Tassi, sono stati analizzati tutti i vocaboli riportati sui vocabolari precedenti e sono stati eliminati quelli ritenuti obsoleti, rimasti cioè senza alcun richiamo alla realtà odierna. Dal dizionario della lingua italiana sono quindi stati presi tutti i vocaboli che non risultavano sui volumi sopra citati - ovviamente tralasciando quelli ritenuti non idonei - permettendo così l’inserimento, come già accennato, di ben 4mila nuove parole dialettalizzate che - è stato sottolineato dagli autori - costituiscono il fulcro e la parte più moderna dell’opera che «vogliamo considerare non la celebrazione del dialetto piacentino come lingua morta, ma la base per la sua proiezione verso il futuro». I vocaboli inseriti ex novo nel dizionario riportano l’asterisco (*) alla fine del termine italiano (le parole dialettali asteriscate, invece, sono quelle che non risultano sui vocabolari precedenti, ma che sono di uso comune in molte parti del territorio: come, ad esempio, abbaino - lücernäri* o affollarsi - afuläs*).

Gli autori hanno poi messo l’accento su altre novità del loro lavoro: come il fatto che non figura la lettera “z”, sostituita con la “s” o la “ś” accentata a seconda di come il termine vada pronunciato seguendo le indicazioni del citato Prontuario ortografico Piacentino; ovvero che sono state eliminate le doppie consonanti quando nel parlato se ne sente una sola.

Il vocabolario Barbieri/Tassi, infine, ha il pregio di contenere anche una raccolta di modi di dire soprattutto contemporanei, andando ad arricchire i modi di dire del nostro dialetto catalogati dal Tammi e raccolti (con traduzione in italiano) in una pubblicazione della Banca.

Pubblicato il 16 ottobre 2021

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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