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«Opera tua», Piacenza vince per il restauro dell'opera d'arte di Felice Boselli

cultura

E' stata Piacenza, nella sfida contro Parma, attuale Capitale italiana della Cultura, ad aggiudicarsi il concorso “Opera tua”, promosso da Coop Alleanza 3.0.
Hanno votato diverse migliaia di persone, delle quali addirittura il 55%, contro il restante 45%, ha scelto le due nature morte di Felice Boselli esposte a Palazzo Farnese, “Pesci, barbagianni, gatto, limone e verze” e “Rape, cacciagione, funghi e gazza”, entrambe risalenti al 1720, preferendole alla tavola di Alessandro Araldi, “Annunciazione con Santa Caterina e San Sebastiano”, custodita nel complesso museale della Pilotta.
“Un grazie particolare a tutti coloro che hanno voluto sostenere i nostri dipinti – sottolinea l'assessore alla Cultura Jonathan Papamarenghi – che ora potranno essere ulteriormente valorizzati, in tutto il loro pregio, con il restauro generosamente sponsorizzato da Coop Alleanza 3.0, senza costi a carico della comunità. L’adesione al concorso è stata possibile grazie all’attività che il nostro assessorato alla Cultura ha concretizzato con il lavoro portato avanti insieme al direttore dei Musei Civici Antonella Gigli e al funzionario Daniela Tagliaferri. Questo grande sostegno che ha dato un esito tutt’altro che scontato, a maggior ragione visto il confronto con un’importante istituzione culturale della città di Parma Capitale italiana della Cultura, conferma l’interesse sempre crescente e l’entusiasmo che stanno maturando attorno al nostro Palazzo Farnese, alla nostra città e ai nostri Musei Civici. Come annunciato in queste settimane – prosegue Papamarenghi – come ringraziamento simbolico per i tanti che ci hanno sostenuto nel raggiungere questo risultato, che ci rende particolarmente orgogliosi, organizzeremo a breve una visita guidata gratuita, trasmessa anche in streaming, alla scoperta delle più belle nature morte che il nostro patrimonio artistico può vantare”.
Fu proprio su questa tipologia di soggetti, che Felice Boselli – nato a Piacenza nel 1650 – conobbe i maggiori apprezzamenti da parte dei collezionisti coevi, non solo nella sua città d'origine ma anche sul mercato di Milano (dove, 15enne, aveva cominciato l'apprendistato nella bottega del pittore Giuseppe Nuvolone), Bologna e Firenze. Anche nel suo importante ciclo di lavori realizzato a Parma – due serie di ovali per la famiglia Meli Lupi, ventinove quadri per i Pallavicino – le nature morte costituiscono il tema maggiormente ricorrente, con l’inconfondibile gattino – Felix - che ne è un po’ la firma.
Nei due dipinti partecipanti al concorso “Opera tua”, la maestria dell'autore in quest'ambito emerge nell'uso sapiente e materico dei colori e della luce, nella corposità delle pennellate: “Un artista di grande sensibilità e intelligenza – rimarca Papamarenghi – che annoveriamo in quel vasto corpus di ricchezze storiche, artistiche e culturali che Piacenza oggi vuole rivelare con rinnovato entusiasmo. Il Boselli, tra l’altro, fu anche nostro coprotagonista in una seguitissima puntata de “Le Delizie Dell’Arte” trasmessa on-line e su Telelibertà, con l’intervento dello chef Gianluca Monni durante i lunghi mesi in cui musei e ristoranti erano costretti a chiusure forzate dalla pandemia in corso. Anche questo è un tassello in più, sempre senza pesare sulle spalle dei cittadini, che riusciamo a completare prestando nuova attenzione al recupero e alla conservazione del preziosissimo patrimonio artistico e monumentale di Piacenza”.

Pubblicato il 15 ottobre 2021

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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