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Il 4 ottobre concerto in San Giovanni con l’orchestra «MusicaInGioco»

orchestra

Sabato 4 ottobre alle ore 17.30 nella Chiesa di San Giovanni in Canale è in programma un  Concerto aperto alla cittadinanza con l’orchestra sociale giovanile “MusicaInGioco”, diretta dal maestro Andrea Gargiulo.
“MusicaInGioco” è un’associazione che, ispirata a “El Sistema” fondato in Venezuela da A.J. Abreu, buona pratica europea di musica per il sociale Urbact 2017, dona lezioni e strumenti musicali a bambini e ragazzi prevalentemente in area disagio socio- economico/personale o con disturbi dell’apprendimento e/o diverse abilità.
L’evento rientra nel programma promosso dall'Ufficio Pastorale della scuola della diocesi di Piacenza-Bobbio del corso di aggiornamento per docenti di tutte le discipline dal tema “Gravitas-Levitas”: gravitas indica, spiegano gli organizzatori, tutto ciò che è grave, pesante, insensato, minaccioso e negativo. Levitas indica invece il contrario: la leggerezza, il soffio dello Spirito che va dove vuole, l’allegria della mente, l’ironia, la linguaccia di Einstein
.

Gli altri appuntamenti di “Gravitas-Levitas”

Lunedì 6 ottobre ore 17.30 Aula Magna Liceo “M. Gioia” V.le Risorgimento ore 17.30
Il maestro Andrea Gargiulo incontra i docenti.

Lunedì 13 ottobre ore 17.30  Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano Via Sant’Eufemia, 12 (PC) 
“La bellezza che trasforma la comunità. Il coraggio di costruire un futuro diverso”; Testimonianza dei giovani della Coop “La Paranza” di Napoli.
“La Paranza” è una cooperativa sociale nata nel 2006 nel Rione Sanità di Napoli su impulso di don Antonio Loffredo, parroco della comunità. Coinvolgendo i giovani del quartiere, la cooperativa ha trasformato luoghi simbolo delle Catacombe di san Gennaro in spazi di cultura, lavoro e riscatto sociale. Oggi La Paranza è un modello di rigenerazione urbana e innovazione civile, capace di generare bellezza, occupazione e speranza a partire dalla forza della comunità.

Pubblicato il 26 settembre 2025

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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