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Gli studenti della Cattolica negli Usa con il «Networking Catholics»

Universita Cattolica allestero

Venti giorni negli Stati Uniti, tre tappe (Washington Dc, New York, Ohio), corso di inglese, chat esclusive, evento con 3mila giovani: tutto questo è Networking Catholics, il progetto pilota del Centro Pastorale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, che ha coinvolto studenti dei campus di Piacenza e Cremona in un’esperienza di crescita accademica, culturale e spirituale, che coniuga education excellence e faith commitment, facendo tappa in alcune prestigiose università degli Stati Uniti. Un percorso che ha preso sul serio l’invito di Papa Francesco ad offrire “programmi di leadership per la formazione e lo sviluppo continuo di giovani guide” (Christus Vivit, n. 245).
Gli studenti selezionati sono stati accompagnati dall’assistente pastorale don Luigi Tolomelli, arrivando a Washington giusto in tempo per l’Independence Day del 4 luglio. Sul versante accademico gli studenti hanno frequentato un corso “intensive” per il potenziamento dell’inglese. Ciò ha permesso di interagire durante un’esclusiva fireside chat con il professor Andreas Widmer, direttore del Center for Principled Entrepreneurship presso la Catholic University of America. Ex guardia svizzera e imprenditore ha spiegato il business secondo i principi della Dottrina Sociale della Chiesa: “«How may I help you?» is the number one question business has to ask. To succeed you have not to be selfish, but to be otherdirected. This is why business is so Christian!”. Gabriele Arezzo, studente di Gestione d’azienda, dichiara: “La sua figura incarna un modello che personalmente sento molto vicino, in lui ho visto non solo un imprenditore di successo, ma soprattutto una persona coerente, libera, capace di integrare fede e lavoro senza compromessi”.
Sul piano culturale l’agenda è stata ricca di appuntamenti. Gli studenti hanno alloggiato nel quartiere di Brookland, polmone “cattolico” di Washington, a dieci minuti di metro da Capitol Hill. Hanno incontrato Brian Burch, ambasciatore Usa nominato presso la Santa Sede; cenato al Cosmos Club e all’University Club (foto in alto) grazie all’amico J. Bedia; assistito al musical “Les Misérables” al Kennedy Center accompagnati dalla organizzatrice I. Sabelino; gustato una ipa nel pub storico “Hawk&Dove” in compagnia del washingtoniano L. Shuler, per poi finire con lo spettacolo al Marine Barracks. Commenta Giacomo Minelli, studente di Agricultural and Food Economics: «I ricordi più belli sono legati alle persone incontrate. Non è stato un viaggio da turista, ma da insider!» Gli studenti hanno poi dato prova di sé cucinando una carbonara e tiramisù in occasione del “Good-by Spaghetti Party”.
La serata si è svolta nella parrocchia Saint Anthony of Padua insieme al parroco fr. Fred Close e ad alcune persone con disabilità. Elaine Scheller, Parish manager, ha esclamato: “Carbonara… simply terrific!”. Il terzo pilastro del progetto è stata l'esperienza di fede. Ogni giorno gli studenti hanno partecipato alla Holy Hour, l’ora di Adorazione presso la parrocchia di Washington. La preghiera ha permesso di ricevere gli stimoli del viaggio, cogliendone il senso profondo. Infine, il road trip con una visita last-minute a New York, arrivando finalmente alla Franciscan University di Steubenville. Qui il gruppo ha partecipato alla Youth Conference dal tema “Consumed”.
Insieme a 3mila giovani sono stati tre giorni intensi di preghiera, musica e incontri. Gli emcees, il Bishop Zarama e le band hanno mostrato che nella vita ci possono essere amori tossici che consumano, ma l’amore di Dio è un fuoco che riscalda e dona vita. Antonio Bozzella, studente di Giurisprudenza, percorso Diritto ed Economia, dice: “Non conoscevamo le famiglie che ci hanno ospitato, ma per la comune fede ci siamo sentiti a casa. Vedere tanti giovani in preghiera muove il cuore”. Il viaggio è stato possibile grazie all’aiuto del Centro pastorale, della Facoltà di Economia e Giurisprudenza, di Cattolica International e al contributo della Fondazione Invernizzi. Tra i risultati raggiunti c’è il consolidamento della rete tra atenei cattolici che apre a promettenti collaborazioni, in particolare con la Catholic University of America di Washington e la Franciscan University di Steubenville.

Pubblicato il 23 agosto 2025

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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