Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

«Chiamati due volte». La memoria dei martiri d’Algeria al Meeting di Rimini

 

LOGO MOSTRA MARTIRI 7.1 verde BN Senza titolo 

Al Meeting di Rimini, tra gli eventi più significativi di quest’anno, citata anche da papa Leone nel suo messaggio di saluto, trova spazio la mostra “Chiamati due volte”, un percorso di memoria e testimonianza promosso dalla Fondazione OASIS e dalla Libreria Editrice Vaticana. Curata da Alessandro Banfi, Michele Brignone, Martino Diez, Lorenzo Fazzini, Claudio Fontana e Chiara Pellegrino, l’esposizione restituisce con intensità e profondità la vicenda di religiose e religiosi che, trent’anni fa, hanno condiviso fino al martirio la sorte del popolo algerino.

La fedeltà di una duplice chiamata

Il titolo della mostra richiama l’esperienza vissuta tra il 1994 e il 1996, negli anni bui del cosiddetto “decennio nero” del terrorismo islamista in Algeria. In quel periodo furono uccisi diciannove tra monaci, monache e sacerdoti, insieme al vescovo di Orano, monsignor Pierre Claverie.
Essi furono “chiamati due volte”: la prima alla sequela di Cristo, attraverso la propria vocazione religiosa; la seconda a una fedeltà altrettanto radicale al popolo algerino, anch’esso vittima della violenza e dell’odio. Un legame che il postulatore della loro causa di beatificazione, padre Thomas Georgeon, ha descritto così: “hanno fatto corpo con il popolo algerino”.

Una testimonianza che parla ancora

La vicenda di questi martiri è entrata nell’immaginario collettivo soprattutto grazie al film “Uomini di Dio” (2010), dedicato ai monaci di Tibhirine. Ma la mostra di Rimini va oltre: attraverso materiali inediti, scritti, video e documenti originali, racconta non solo il sacrificio ma anche la ricchezza del dialogo umano e spirituale che questi religiosi hanno saputo intessere con le comunità musulmane. Una storia che non appartiene al passato, ma che continua a illuminare il presente come segno di riconciliazione e di pace.

Un lavoro di ricerca condiviso

L’esposizione è sostenuta da un prestigioso comitato scientifico, che include figure di rilievo come il cardinale Angelo Scola, arcivescovo emerito di Milano; il cardinale Jean-Paul Vesco, arcivescovo di Algeri; il vescovo Diego Sarrió, già preside del PISAI di Roma; oltre a studiosi, giornalisti e testimoni diretti, tra cui Marie-Dominique Minassian, responsabile del progetto “Gli scritti di Tibhirine”, e Anna Pozzi, giornalista di Mondo e Missione. Alla realizzazione ha contribuito anche Giuseppe Frangi, arricchendo ulteriormente la narrazione con il suo sguardo critico e artistico.

Un segno per il presente

In un tempo segnato da conflitti e divisioni, la mostra “Chiamati due volte” invita a guardare alla testimonianza dei martiri d’Algeria come a un patrimonio di memoria e di speranza. La loro vita, spezzata dalla violenza ma radicata nell’amore, continua a interpellare credenti e non credenti sulla possibilità concreta di una fraternità che supera i muri della paura.

R.T.

Pubblicato il 23 agosto 2025

Ascolta l'audio

Sottocategorie

  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

    Ascolta l'audio

    Conteggio articoli:
    5

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente