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Lucio Rossi a Cives: «La scienza non conosce confini. Il suo compito è unire»

TAVOLO


“Conosciamo solo il 5% dell’universo, il resto è fatto di materia ed energia che non abbiamo ancora scoperto. Eppure, siamo sicuri che ci sia: il movimento delle galassie non può avvenire senza un’entità che le spinga”. Lucio Rossi, fisico e ricercatore piacentino con un’esperienza ventennale al Cern di Ginevra, ha parlato delle scoperte scientifiche degli ultimi decenni, ribadendo la fondamentale importanza dell’energia per il funzionamento del mondo e per la vita umana. Ospite dell’incontro introduttivo dello spazio di formazione “Cives” nel salone d’onore di Palazzo Rota Pisaroni, Rossi ha intrattenuto i circa cento presenti – corsisti e non – con un momento esplicativo di chiara comprensione, sebbene la complessità dei temi trattati, per poi aprirsi al confronto con il pubblico.

Dal Big Bang in poi “nulla si crea”
“Con gli acceleratori – spiega Lucio Rossi – andiamo verso l’infinitamente piccolo per scoprire da dove veniamo. Capirlo può mettere in luce il nostro futuro. Un atomo è grande un miliardesimo di metro, al Cern riusciamo a vedere anche particelle più piccole. È stato accertato che dal Big Bang in poi nulla si crea: 14 miliardi di anni fa un’esplosione trasformò l’energia in massa; dunque, l’energia è all’origine della nostra esistenza. Ma elementi come il carbonio, ad esempio, si sono formati successivamente, con l’esplosione delle stelle nell’universo. Siamo fatti di granuli tenuti insieme dall’energia”.

San Giovanni Paolo II in visita al Cern
“Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. Il postulato di Lavoisier, assunto come legge della conservazione della massa (e dunque dell’energia) ha posto basi solide per la ricerca. “Una volta – racconta Rossi – papa Giovanni Paolo II venne in visita al Cern. Il direttore di allora gli spiegò che facevamo scontrare le particelle per crearne di altre. Immediatamente, il Santo Padre lo interruppe rammentandogli che non è possibile creare, perché solo Dio crea. Allora, giustamente, il direttore si corresse dicendo che al Cern noi non creavamo, ma trasformavamo l’energia in massa. Lo stesso vale in tutte le forme di energia che conosciamo: si rinuncia a una parte di massa per trasformarla e generare energia. Per far sì che la fiamma bruci nel camino, la legna si consuma: è lo stesso principio”.

Il bosone di Higgs spiega solo il 5% dell’universo
“La scoperta più sensazionale degli ultimi decenni, il Bosone di Higgs, ha un ruolo fondamentale nella fisica perché permette di capire cosa avvenne un millisecondo dopo il Big Bang. Ma spiega solo il 5% dell’universo, ossia la parte occupata da stelle, polvere cosmica e pianeti. Il resto dell’universo, composto al 68% da energia «oscura» e al 27% da materia «oscura», non l’abbiamo ancora visto, ma sappiamo che esiste perché, osservando le galassie, che si muovono più velocemente quando sono lontane fra loro, appare chiaro che siano spinte da una «manina» che non è altro che energia, anche se non l’abbiamo ancora analizzata direttamente”.

Accelerare per allungare la vita (alle particelle)
Nel 2010 Lucio Rossi ha lanciato il progetto “High Luminosity LHC”, diretto fino al 2020, per implementare il Large Hadron Collider su cui lavorava. “Funzionerà a partire dal 2028 – annuncia – in cui metteremo in funzione nuovi cavi superconduttori. Anche la Cina sta lavorando a un progetto simile, copiando il nostro, e il rischio per il Cern è che i cinesi arrivino prima. C’è posto per un solo programma mondiale. Il nostro vantaggio è che, oltre agli elettroni, sappiamo accelerare anche i muoni che, fermi, vivrebbero per due milionesimi di secondo. Accelerandoli, allunghiamo loro la vita, come ci insegna Einstein”.

La medicina si serve della fisica
Il progresso della fisica si riflette anche su settori che riguardano molto da vicino la vita umana. “A Pavia, il Cnao è l’unico centro in Italia che usa l’adroterapia per curare i tumori – dice Rossi – con le stesse particelle che utilizziamo al Cern. La risonanza magnetica è un magnete superconduttore, anche se meno potente di quello del Cern. Esiste anche una risonanza magnetica che rileva la funzione, ad esempio la risposta agli stimoli di un cervello di una persona in coma. Con l’aiuto degli acceleratori è stato possibile scoprire falsi artistici”.

L’energia “sostenibile”, il trasporto e il “nuovo” nucleare
Il problema delle energie rinnovabili, rileva lo scienziato, è che “vengono prodotte in luoghi diversi da quelli di utilizzo. Per cui, è necessario trasportarle. Con i cavi superconduttori la questione si potrebbe risolvere in pochissimo tempo: basta interrare un cavo di sezione minore di mezzo metro senza danni per l’ambiente. Ma oggi il problema più grande del rinnovabile è l’impatto della produzione: la costruzione di un pannello fotovoltaico inquina, ma non ce ne preoccupiamo perché i danni li subiscono i Paesi produttori, come la Cina”. Una fonte non rinnovabile ma comunque sostenibile è il nucleare, che non emette carbonio ed è più economica. “Dopo l’investimento iniziale – dice Rossi – la produzione ha costi molto più bassi: in Francia, dove io vivevo, l’energia domestica costava la metà rispetto all’Italia. Allo stesso modo le industrie, se pagassero l’energia alla metà del prezzo, avrebbero un vantaggio notevole”. Oggi si lavora a una nuova generazione di nucleare. “Una centrale a fusione dà più energia di quella a fissione, usando l’idrogeno che è un elemento abbondantissimo e «democratico»”.

Siamo autocoscienze o figli di una coscienza suprema?
Il Cern di Ginevra è grande come un paese di provincia. Al suo interno lavorano migliaia di fisici e ricercatori provenienti da ogni angolo del mondo. “La scienza non conosce confini – afferma Rossi –. Il suo compito è unire, abbattere muri. Il Cern è nato col motto «Science for peace», è come l’Onu della scienza. La politica non dovrebbe entrare nelle questioni scientifiche”. In conclusione, il fisico affronta la questione più filosofica e spirituale legata alla scienza. “L’energia è la stoffa di cui è fatto il mondo. Senza, non viviamo, non ci sarebbe il mondo. Ma da dove viene quest’energia? Chi ha deciso che si trasforma così? Se l’ha deciso lei stessa, allora è Dio. E l’uomo? Si può pensare che da una cosa inanimata nascano tante autocoscienze. A me piace credere che tutti discendiamo da una coscienza suprema”.

Francesco Petronzio

Pubblicato il 12 novembre 2023

Nella foto, da sinistra, Angela Fugazza, Lucio Rossi, Francesco Petronzio, Francesco Perini e Fabio Obertelli

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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