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A Piacenza parte l’esperienza di [LOW] con Spoon River e Vittorino Andreoli

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Una nuova voce nazionale che arriva dal basso. Si tratta di [LOW], la nuova casa editrice indipendente nata a Piacenza dall’esperienza della cooperativa sociale Officine Gutenberg. Il riferimento non è solo alla “bassa” piacentina, che ha ispirato il nome della collana “Terrebasse | Lowlands” per la narrativa italiana (e di conseguenza “Lowlands | Terrebasse” per la narrativa straniera) ma, come afferma il direttore editoriale Giovanni Battista Menzani, “alla voce bassa, gentile, ma forte, perché qualcosa da dire ce l’abbiamo”. I due titoli d’esordio sono “Muretti a secco – La ricchezza della semplicità” di Vittorino Andreoli e “La nuova Spoon River” di Edgar Lee Masters, a cura di Alberto Cristofori.

“Il nome di Piacenza su scala nazionale”

La presentazione ufficiale della casa editrice è avvenuta venerdì 27 ottobre all’Osteria Santafranca di Piacenza. La sindaca Katia Tarasconi ha lodato l’iniziativa commentando che “non è scontato fare un’impresa come questa: siamo in un momento in cui c’è molto bisogno di leggere, ma purtroppo nel nostro Paese si legge troppo poco. Come amministrazione vi ringraziamo – ha detto rivolgendosi ai promotori – per quello che fate, portando avanti il nome di Piacenza su scala nazionale. Per noi è motivo di orgoglio”. Oltre alla prima cittadina, per il Comune di Piacenza hanno presenziato anche gli assessori Christian Fiazza (cultura) e Nicoletta Corvi (welfare).

La cooperazione sociale nell’editoria

Officine Gutenberg persegue da oltre quindici anni l’obiettivo di accompagnare nel mondo del lavoro persone fragili in settori, quello dell’editoria e della comunicazione, dove la disabilità è di rado rappresentata. Nata nel 2008 insieme a PiacenzaSera.it, il primo quotidiano online della città emiliana, sin dagli inizi la cooperativa si occupa di grafica e comunicazione, della gestione di biblioteche pubbliche e ha all’interno una stamperia che vede i dipendenti fragili coinvolti – oltre che nella distribuzione, nella logistica e nel book-crossing – nella realizzazione di quaderni, agende e libri di produzione artigianale. Di recente, compiendo un percorso inverso rispetto al trend storico, la cooperativa dal digitale ha aperto all’attività editoriale tradizionale con le Edizioni Officine Gutenberg, diventando in breve tempo una conosciuta e apprezzata realtà nel piacentino: le collane si occupano di turismo lento e di valorizzazione del territorio, di tradizioni e cultura locali.

Un ulteriore passo in avanti

Sulla base di queste esperienze che hanno confermato spazi sempre nuovi di crescita del progetto e di sempre maggior coinvolgimento di persone fragili, Officine Gutenberg ha deciso di ampliare la sua attività con un marchio editoriale che si affacciasse al mercato nazionale. “Si tratta di una grande sfida – sottolinea il presidente Paolo Menzani – perché se è già difficile sopravvivere nel nostro Paese facendo cultura, lo è ancora di più sotto forma di cooperativa sociale di inserimento lavorativo. Ma vale anche il contrario: fare cooperazione sociale è bello e nella cultura lo è ancora di più. Abbiamo una stamperia che coinvolge persone con disabilità varie: è una scelta che ogni giorno ci sfida a sostenere i costi e a gratificare questi ragazzi nel lavoro quotidiano. Ma questo non ci scoraggia e ci auguriamo di invertire la tendenza, alzando la posta con il nuovo progetto di LOW. Proviamo subito con due pubblicazioni importanti a fare un ulteriore passo in avanti diventando editori nazionali. È vero che in Italia si legge poco, ma quei pochi lettori leggono molto. Noi puntiamo a loro, ai «lettori forti»”.

Perché [LOW]?

“Low era un nome che ci girava in testa da quando abbiamo iniziato a pensare a questo progetto”, afferma Giovanni Battista Menzani, responsabile per l’editoria di Officine Gutenberg e direttore editoriale della nuova casa editrice. “Cercavamo qualcosa che avesse a che fare con una voce che arriva dal basso, una voce non urlata, ma forte e gentile. Il nome era inizialmente provvisorio, poi ci siamo affezionati: e adesso ci piace. Perché veniamo tutti da terre basse, ovvero dalla grande Pianura Padana. Abbiamo un desiderio – continua l’editore – tornare alle storie, anche a quelle sbilenche, asimmetriche, radicali, poco mainstream”. Le parole d’ordine di LOW saranno: letteratura e fragilità. Contaminare. Unire e non dividere. E poi, soprattutto: umanità, inclusione e rispetto.

Le collane

[LOW] esordisce con due collane: “Blow up” per i reportage, alla quale farà seguito “Blowin’” per la saggistica; “Terrebasse | Lowlands” per la narrativa italiana, che idealmente si capovolge in “Lowlands | Terrebasse” per la narrativa straniera. [LOW] COST, la futura collana economica dedicata ai classici dimenticati e non, avrà poi una sua particolare veste grafica pensata e costruita dai ragazzi e dalle ragazze fragili della cooperativa. “Con il nostro progetto editoriale cerchiamo di rappresentare voci potenti e coraggiose, che raccontino situazioni marginali, storie di periferia o di frontiera – raccontano Nicoletta Livelli e Sandra Saltarelli del comitato editoriale –. Vogliamo sondare luoghi inesplorati, luoghi di confine o di soglia. Per questo motivo abbiamo chiesto un aiuto all’amico Gabriele Dadati, scrittore ed editor di grande mestiere e sensibilità”.

Le prime uscite

Dal 10 novembre saranno in libreria i primi due volumi. “Muretti a secco – La ricchezza della semplicità” di Vittorino Andreoli (collana Blow Up), illustrato con le fotografie che il celebre psichiatra ha realizzato nel corso di una vita, appassionandosi a quello che lui considera il simbolo di una sapienza costruttiva e di una socialità sana, che oggi abbiamo disperatamente smarrito. “La nuova Spoon River”, di Edgar Lee Masters, a cura di Alberto Cristofori (collana Lowlands | Terrebasse) è una selezione ragionata delle liriche che compongono il sequel del più famoso libro di poesie del XX secolo. Pubblicato negli Stati Uniti nove anni dopo l’Antologia, giunge come una sorpresa ai lettori italiani, che potranno trovare nelle sue pagine alcuni degli indimenticabili personaggi della prima raccolta.

Prossimamente in libreria

A gennaio 2024 uscirà “Ripartire da qui – Da Barbiana a Ivrea, da Matera a Cinisi: dov’è finita l’Italia migliore?” (collana Terrebasse | Lowlands, a cura di Giovanni Battista Menzani e Gabriele Dadati). Dieci autori e autrici hanno realizzato altrettanti reportage, con testi e foto originali, da luoghi in cui l’Italia nel corso del Novecento ha dato il meglio di sé, sulle tracce di insegnamenti rivoluzionari in campo sociale, educativo e politico. Alcuni perduti e alcuni che ancora risuonano. Hanno scritto Paolo Landi, Marco Peroni, Lucia T. Ingrosso, Giuliano Pavone, Lorenzo Calza, Simone Marcuzzi, Nicolò La Rocca, Giampaolo G. Rugo, Elisabetta Paraboschi, Antonio Paolacci e Paola Ronco.

Francesco Petronzio



Nella foto, da sinistra: Gabriele Dadati, Alberto Cristofori, Giovanni Battista Menzani, Katia Tarasconi e Paolo Menzani
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Pubblicato il 28 ottobre 2023

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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