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Scatti di Strada: l'identità di un quartiere attraverso la fotografia

scatti



Attraverso la potenza delle immagini, il quartiere della Farnesiana a Piacenza, ha aperto le porte a “Scatti di Strada”: una mostra che ha inaugurato il suo percorso il 13 luglio, portando con sé un senso di identità profondo e coinvolgente. Sostenuta dalla Fondazione Piacenza e Vigevano e promossa dal Laboratorio di Strada in collaborazione con ACER Piacenza, Educatori di Strada, il Comune di Piacenza e i fotografi Sergio Ferri e Michael Tampanella, questa mostra è destinata a rimanere negli spazi pilotis di via Marinai d'Italia 1-3 per tutta l'estate.

Cogliere la vera essenza delle persone
L'obiettivo? Esplorare le pieghe più intime e le espressioni dei volti che popolano il quartiere, restituendo loro un senso di appartenenza e dando voce a storie spesso dimenticate o trascurate.
Sergio Ferri, non solo fotografo ma anche consigliere comunale, ha trasmesso con passione il significato dietro l'intera mostra: "La fotografia è uno strumento potente che ci permette di entrare nella sfera più privata di chi abita questi luoghi. Attraverso gli scatti in bianco e nero, riusciamo a cogliere la vera essenza delle persone e ad esplorare le dinamiche sociali e culturali che caratterizzano la Farnesiana.

Ritratti del quotidiano
La mostra - ha aggiunto Ferri - è il frutto di un percorso fatto con i ragazzi del quartiere e gli educatori di strada. Dopo un anno e mezzo di lavoro con i giovani nei gruppi informali, mi è stato proposto di fare un corso di fotografia, ma ho risposto con un po’ di titubanza, vista l’eterogeneità dei ragazzi presenti in quartiere… Allora ho scelto di seguire i giovani nel loro quotidiano, nel ritrovarsi in questi luoghi di socialità ed ho tirato fuori dei ritratti. Poi - ha evidenziato Ferri - è nata l’idea di mostrare queste foto in uno spazio adatto nel quartiere che non avesse una soglia di ingresso, ma fosse aperto a tutti. Grazie ad ACER Piacenza siamo riusciti a trovare questo luogo immerso nei palazzi della Farnesiana”.

Immagini autentiche
Le immagini esposte sono state accuratamente selezionate per catturare la varietà di esperienze e vissuti che si intrecciano nel quartiere. Ogni fotografia racconta una storia, un frammento di vita congelato nel tempo, che si svela al pubblico con tutta la sua autenticità. L'uso del bianco e nero conferisce alle immagini una profondità e una forza emotiva straordinarie, permettendo di concentrarsi sui dettagli e sulle emozioni che altrimenti potrebbero passare inosservate.
Attraverso gli occhi di Ferri e Tampanella, si è portati a contemplare momenti di gioia, tristezza, solidarietà e resilienza che si manifestano nelle strade e negli spazi pubblici del quartiere. Sguardi penetranti e sorrisi che raccontano storie di vita, momenti di condivisione e attimi di solitudine si intrecciano in un mosaico di esperienze umane che raramente vengono rappresentate in modo così autentico.

Educazione alla convivenza
“Questo è un luogo dove, nonostante i numerosi conflitti, c’è un grande senso di appartenenza alla comunità. Un grande laboratorio sociale - ha sottolineato Lorenzo De Carli, educatore di strada - in cui nel bene e nel male si incontrano e si scontrano le differenze: anziani piacentini, recenti famiglie nordafricane, famiglie sinti e situazioni che non sempre generano convivialità, ma necessità di mediare”.
“Gli spazi di degrado - ha spiegato Ferri - se vengono riempiti di cose belle assumono un'altra configurazione, un altro senso, non sono più anonimi ma diventano personali, soggettivi: diventano un luogo che ci appartiene”. E questa è la direzione intrapresa proprio dall’amministrazione di Acer Piacenza: “La mostra viene allestita proprio nei cortili di quei palazzi da cui abbiamo rimosso la scorsa settimana le auto abbandonate e fonte di vero e proprio degrado. Quello dell’educazione ai comportamenti consoni alla convivenza civile è un percorso lungo e impegnativo, ma con la volontà di ascoltare gli abitanti e di risolvere le loro problematiche, abbiamo fiducia di ottenere risultati importanti”. 

Scoprire la bellezza anche nella periferia
La mostra "Scatti di Strada" rappresenta quindi una straordinaria opportunità per i residenti del quartiere, che possono finalmente vedere riflessa la loro identità e il loro vissuto nelle immagini che adornano gli spazi espositivi, e per tutta la cittadinanza.
La fotografia, con la sua capacità di trascendere le barriere culturali e linguistiche, si rivela come il mezzo ideale per avvicinare le persone e creare ponti di comprensione. "Scatti di Strada" è un invito a scoprire l'umanità che risiede in ciascuno di noi, a riconoscere la bellezza e la dignità nelle vite di coloro che abitano i quartieri più periferici, a celebrare la diversità che arricchisce la nostra società.

Riccardo Tonna

Pubblicato il 15 luglio 2023

Nella foto, Sergio Ferro accanto a un suo scatto.

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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