«Voci partigiane», una raccolta di storie e memorie a cura di Ettore Carrà
“Arrivava in biblioteca puntuale all'orario d'apertura, in sella alla sua fedelissima bicicletta, mantenuta fino alla fine dei suoi giorni: percorreva il corridoio del primo piano con l'inconfondibile passo veloce e breve, le mani dietro la schiena, dava un'occhiata allo scaffale delle novità e poi faceva le richieste a noi bibliotecarie per le sue ricerche. Un uomo curioso, propositivo, sempre garbato, molto umano”. Daniela Morsia, storica in servizio alla biblioteca comunale Passerini Landi di Piacenza, ricorda così Ettore Carrà all'incontro “Voci partigiane”, promosso da Isrec lo scorso 28 aprile alla Serra di Palazzo Ghizzoni.
Non è un caso, uomo e storico piacentino di grande rilievo, Carrà è stato infatti anche partigiano nel Distaccamento di Monteventano e poi nell’ 8ª Brigata, e autore su quella esperienza del preziosissimo volume, “Il Distaccamento Autonomo di Monteventano, l’8ª e l’11ª Brigata della I Divisione Piacenza.
“Voci partigiane”, guida all'ascolto presentata da Alberto Achilli di Isrec coadiuvato da Daniela Morsia, è allora un progetto che vuole raccontare la Resistenza dando voce diretta ai compagni di Carrà da lui intervistati a quel tempo, attraverso il recupero del materiale audio originale registrato dallo storico piacentino su cassette. Le interviste si possono ascoltare e leggere in trascrizione sulla pagina web di Isrec (https://www.istitutostoricopiacenza.it/voci-partigiane) grazie al paziente lavoro di Achilli che ha salvato il contenuto delle cassette dal deperimento.
L'analisi dei suoi testi
“Un collezionista di cartelloni murali”, così Ettore Carrà viene presentato in un articolo di selezione piacentina del febbraio 1957. “Una notizia curiosa che non conoscevo e ho trovato consultando l'archivio Rapetti della biblioteca” – ha detto Daniela Morsia proseguendo il ritratto dell'uomo e dello storico.– Sono due in particolare i cartelloni di Savignac a cui era affezionato: uno sul lancio della Lettera 22 dell'Olivetti nel 1953 e l'altro sul quotidiano Il Giorno del 1956.”
“Classe 1925, nato a Mottaziana e poi trasferitosi a Piacenza – continua–, Carrà è maestro elementare per 33 anni, storico eclettico e spaziante, con una spiccata predilezione per l'800. Indaga sopratutto il periodo napoleonico, attraverso il quale contribuisce al volume sull'Ottocento della Storia di Piacenza, edita nel 1980. Negli anni Novanta prevale invece la sua attività archivistica che gli permette di dare alle stampe opere di grande valore, tra cui: “Le esecuzioni capitali a Piacenza” (1991), o di ricostruire “La battaglia della Trebbia del 1799”.
“Un giovanotto che ama leggere, amico di tutti, che attacca volentieri bottone con le ragazze e dopo l'8 settembre fa la scelta della Resistenza in montagna”, l'umorismo e l'autoironia dell'autore dei “Taccuini (1943- 1945)” (Scritture, 2011) si accompagnano al rigore dello storico, ripetutamente sottolineato da Carrà in numerose dichiarazioni da lui stesso rilasciate: “Sono un razionalista feroce, mi piace ragionare, accertarmi con precise documentazioni, registrare fatti, cose, avvenimenti, personaggi di una realtà non inventata e fantastica, ma vera e vissuta dalla gente”.
Un'attenzione analitica alle fonti e alle persone, che si rivela tratto saliente delle interviste raccolte dallo studioso nel volume:“Il Distaccamento Autonomo di Monteventano, l’8ª e l’11ª Brigata della I Divisione Piacenza (edito da Tipleco nel 1981), e oggi recuperate nella loro originale autenticità sonora e linguistica da Alberto Achilli.
“Testimonianze”, questa parola che il libro di Carrà su Monteventano riporta in copertina, indica già la chiara volontà di dare la parola ai diretti protagonisti di quella parabola resistenziale, e così ha fatto Isrec, valorizzando un patrimonio inestimabile di storie ed emozioni.
Un quadro genuino della Resistenza piacentina
“Queste interviste recuperate da 11 cassette che a breve sarebbero state inascoltabili (risalenti tra 1978 e il 1981), sono una preziosa testimonianza storica del lavoro e della passione che ha sempre animato Ettore Carrà – ha detto Achilli – . Quella del “Distaccamento Autonomo di Monteventano” è una compagine partigiana con personaggi molti importanti della Resistenza piacentina: su tutti Ludovico Muratori (“Muro”) e Fabio Rancati (“Nico”), ma anche Orlando Vecchi, Stelio Skabic, Emilio Tamagni e tutti gli altri. Vicissitudini, ricordi personali e considerazioni raccolte da Carrà tra i suoi compagni, non solo riguardanti loro, ma anche partigiani di altre Brigate, informatori, caduti, fascisti, parroci, civili.”
“Il Distaccamento autonomo di Montenventano si costituisce in val Luretta nell'agosto del '44, dopo che un mandato di cattura pende sulle teste di molti membri della Resistenza piacentina – ha poi spiegato Achilli – : le interviste raccolte da Carrà si articolano tra le vicende della sua costituzione, la successiva dispersione a seguito del rastrellamento tedesco della Divisione Turkestan nell’inverno 1944/45 e la formazione in primavera dell'8^ e l’11^ Brigata della I Divisione Piacenza; fino alla Liberazione. Io ho trasferito il contenuto delle cassette su computer e poi l'ho trascritto, facendo un'importante operazione di sintesi. Sulla pagina web di Irsec, perfettamente accessibile, le interviste sono quindi suddivise in diverse macro aree, a loro volta scomponibili in sotto-categorie: persone; luoghi; date; eventi; temi”.
Ne esce un quadro genuino e popolare della Resistenza piacentina, valorizzato dal massiccio ricorso al dialetto, uno spaccato di vita realistico che nulla nasconde della tragicità di quel periodo: dalla terribile Marcia dell'Epifania per nascondersi sui monti di Ferriere nel gennaio del' 45, all'orgoglio verso i partigiani (ma anche c'era la parte del popolo, in tutti c’era una forma passionale proprio, passionale gh'era per noi… beh mettiamo via questa mitraglia che poi l'um mandà zù… sò pù du l'ho mandà! ), si evince la ricchezza di un patrimonio senza filtri. Storie recuperate per poter essere ascoltate ogni momento, perché la memoria non duri lo spazio effimero di un giorno, ma sia radice del presente e del domani.
Micaela Ghisoni
Nella foto, l'intervento di Daniela Morsia e Alberto Achilli.
Pubblicato il 4 maggio 2023
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