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Joseph Ratzinger: «frammenti di umanità» contro stereotipi e pregiudizi

libro su ratzinger

Se c’è una cosa che caratterizza per eccellenza il lavoro del cronista è la curiosità. Ma se la curiosità è finalizzata solo alla ricerca dello scoop a tutti i costi o si limita a “surfare” in superficie, il risultato non può che rivelarsi effimero e passeggero. Se, invece, quella stessa curiosità è mossa dalla voglia di approfondire la persona che c’è dietro il personaggio e dalla volontà di smascherare gli stereotipi e pregiudizi creati ad arte dall’una o dall’altra delle faziose partigianerie e sterili contrapposizioni in cui è troppo spesso intrappolato il fluire odierno delle notizie, sopraffatto dallo strapotere del digitale, allora porta frutti preziosi da conservare in scrigni. Ed è proprio questo il caso dell’ultimo libro di Giovanna Chirri, “Joseph Ratzinger. Frammenti di umanità” - in libreria per i tipi dell’editrice Ancora - che nasce da curiosità personali e da “una ricerca minuziosa e testarda”, come spiega nell’introduzione la stessa autrice, che ha seguito dal 1994 Joseph Ratzinger prima da prefetto, poi da Papa e infine da Papa emerito dopo la rinuncia al pontificato, di cui proprio lei ha dato per prima notizia al mondo. In questo libro, come negli altri riguardanti il papa tedesco che lo hanno preceduto, Giovanna ribadisce e dimostra che “Benedetto XVI non è stato capito perché, in un mondo in cui nessuno molla una poltrona, ha rinunciato al potere assoluto del Papa, e in un mondo insincero dove tutti parlano e nessuno ascolta, ha sempre parlato senza finzioni, e ha saputo ascoltare”.

Non si è mai sottratto all'incontro

Senza la curiosità per i frammenti di umanità che compongono il mosaico di una personalità ricca e articolata come quella di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI non si possono comprendere alcune costanti della sua lunga vita: “la teologia come incontro con Cristo per una vita felice; l’indicazione delle piccole comunità come un modo possibile di essere Chiesa dopo la scristianizzazione che egli aveva denunciato già dagli anni Cinquanta; il rapporto con il mondo ebraico”.

“Ratzinger, portato al dialogo con lontani e vicini, in vita non si è mai sottratto all’incontro, ha creato squadre, ha fatto incontrare mondi e persone, e continua a farlo anche ora che non c’è più”, la tesi dell’autrice, che attraverso interviste ad amici, studenti, collaboratori di Joseph Ratzinger contesta punto per punto le incomprensioni che hanno caratterizzato la sua immagine pubblica, spesso accompagnata da stereotipi e pregiudizi: “dal panzerkardinal, uomo freddo e arcigno custode della dottrina e dell’ortodossia, fino al Papa debole e insincero, costretto alle dimissioni per qualche motivo indicibile o qualche mistero nascosto”. Soprattutto dopo la storica rinuncia al pontificato, per Chirri, Benedetto XVI è stato vittima di “polemiche editoriali artificiose, inesistenti contrapposizioni con papa Francesco e la reiterazione di vecchie accuse dalla Germania di avere, da arcivescovo di Monaco, coperto un prete pedofilo”. Tutte distorsioni, queste, che derivano proprio dall’ignoranza della sua umanità, ancora per lunghi tratti inesplorata e certamente sconosciuta ai più.

La prefazione di padre Lombardi

Ecco perché la domanda “che uomo è stato Joseph Ratzinger” fa da sfondo al libro, dove ogni conversazione regala una prospettiva e diversi episodi: emerge il rapporto del professore con gli studenti, la ferrea organizzazione del lavoro, ma anche il quattordicenne poco sportivo che macina cinquanta chilometri in bicicletta per andare a un concerto al Festival di Salisburgo, il giovane perito che durante il Concilio raccoglie firme per una petizione a Paolo VI, l’anziano Papa che regala al suo portavoce una sintesi del proprio colloquio con Fidel Castro...

“Dalle pagine - scrive padre Federico Lombardi nella prefazione - emerge un Ratzinger uomo, con una sensibilità profonda e un tratto gentile, pronto al dialogo ma anche alla discussione rigorosa. Lo seguiamo dalla sua famiglia d’origine fino a quella che lo accompagna e lo assiste nell’appartamento papale e negli ultimi anni al Monastero. Non è un ritratto oleografico: è un intravedere, come attraverso delle fessure, la verità della sua vita”.

Maria Michela Nicolais

Pubblicato il 3 dicembre 2024

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