Come si riceve l’indulgenza ai giorni nostri
Oltre alla preghiera, sperimentando opere di misericordia e digiunando anche dai social
L'indulgenza, dono senza prezzo della misericordia divina, è uno dei “segni” peculiari degli Anni giubilari. La Penitenzieria Apostolica ha reso note le Norme sulla concessione dell’indulgenza durante il Giubileo 2025.
Potranno ricevere l’indulgenza, con la remissione e il perdono dei peccati, tutti i fedeli “veramente pentiti”, “mossi da spirito di carità”, “che, nel corso del Giubileo, purificati attraverso il sacramento della penitenza e ristorati dalla Santa Comunione - si legge nelle Norme - pregheranno secondo le intenzioni del Sommo Pontefice”.
L’indulgenza potrà essere applicata in forma di suffragio alle anime del Purgatorio.
Il pellegrinaggio
I fedeli, “pellegrini di speranza”, potranno ottenere l’indulgenza intraprendendo un pellegrinaggio verso qualsiasi luogo sacro giubilare, verso almeno una delle quattro basiliche papali maggiori di Roma, in Terra Santa o in altre circoscrizioni ecclesiastiche, e prendendo parte a un momento di preghiera, celebrazione o riconciliazione.
Poi, ancora, “visitando devotamente qualsiasi luogo giubilare” e vivendo momenti di adorazione eucaristica o meditazione, concludendo con il Padre Nostro, la professione di fede e invocazioni a Maria.
Lo stesso potrà avvenire anche visitando altri luoghi nel mondo.
In caso di gravi impedimenti, i fedeli “veramente pentiti che non potranno partecipare alle celebrazioni, ai pellegrinaggi o alle visite”, potranno conseguire l’indulgenza giubilare alle stesse condizioni se “reciteranno nella propria casa o là dove l’impedimento li trattiene, il Padre Nostro, la professione di fede in qualsiasi forma legittima e altre preghiere conformi alle finalità dell’Anno Santo, offrendo le loro sofferenze o i disagi della propria vita”.
Fare visita a chi è in difficoltà
Un’altra modalità per conseguire l’indulgenza saranno, certamente, le “opere di misericordia e di penitenza, con le quali si testimonia la conversione intrapresa”, principalmente al servizio di quei fratelli che sono gravati da diverse necessità.
Allo stesso modo se si recheranno a rendere visita “ai fratelli che si trovino in necessità o difficoltà (infermi, carcerati, anziani in solitudine, diversamente abili... ), quasi compiendo un pellegrinaggio verso Cristo presente in loro”.
Il digiuno dalle “futili distrazioni”
Lo spirito penitenziale, si legge ancora nelle Norme, “è come l’anima del Giubileo” e dunque l’indulgenza potrà essere ottenuta anche “astenendosi, in spirito di penitenza, almeno durante un giorno da futili distrazioni (reali ma anche virtuali indotte ad esempio dai media e dai social network) e da consumi superflui, nonché devolvendo una proporzionata somma di denaro ai poveri, o sostenendo opere di carattere religioso o sociale, in specie a favore della difesa e protezione della vita”.
E, anche, dedicando parte del proprio tempo libero ad attività di volontariato.
L’indulgenza spiegata da papa Francesco nella bolla “Misericordiae Vultus”
Dio ci libera dai residui
delle conseguenze del peccato
Il Giubileo porta con sé anche il riferimento all’indulgenza. [...] Il perdono di Dio per i nostri peccati non conosce confini.
Nella morte e risurrezione di Gesù Cristo, Dio rende evidente questo suo amore che giunge fino a distruggere il peccato degli uomini.
Lasciarsi riconciliare con Dio è possibile attraverso il mistero pasquale e la mediazione della Chiesa.
Dio quindi è sempre disponibile al perdono e non si stanca mai di offrirlo in maniera sempre nuova e inaspettata.
Noi tutti, tuttavia, facciamo esperienza del peccato.
Sappiamo di essere chiamati alla perfezione (cfr Matteo 5,48), ma sentiamo forte il peso del peccato.
Mentre percepiamo la potenza della grazia che ci trasforma, sperimentiamo anche la forza del peccato che ci condiziona.
Nonostante il perdono, nella nostra vita portiamo le contraddizioni che sono la conseguenza dei nostri peccati.
Nel sacramento della riconciliazione Dio perdona i peccati, che sono davvero cancellati; eppure, l’impronta negativa che i peccati hanno lasciato nei nostri comportamenti e nei nostri pensieri rimane.
La misericordia di Dio però è più forte anche di questo. Essa diventa indulgenza del Padre che attraverso la Sposa di Cristo raggiunge il peccatore perdonato e lo libera da ogni residuo della conseguenza del peccato, abilitandolo ad agire con carità, a crescere nell’amore piuttosto che ricadere nel peccato. [...]
Vivere l’indulgenza nell’Anno Santo significa accostarsi alla misericordia del Padre con la certezza che il suo perdono si estende su tutta la vita del credente.
Papa Francesco, “Misericordiae Vultus”,
bolla d’indizione del Giubileo della misericordia,
numero 22, 11 aprile 2015
Pubblicato il 19 dicembre 2024
Ascolta l'audio