Bertuzzi, in Cattolica l'anima delle cose
Animato o inanimato che sia ciò che si presenta ai nostri occhi il più delle volte non viene quasi percepito nel suo significato più profondo, si riduce ad un fotogramma, un insignificante incontro che corre via come un refolo di vento. Lo sguardo di un artista molto spesso riesce invece ad entrare nel profondo di quanto è intorno a noi. Romano Bertuzzi con la mostra "L'anima delle cose" in corso nell'atrio d'onore della sede dell'Università Cattolica a San Lazzaro (fino al 12 aprile negli orari di apertura dell'ateneo) ci aiuta ad entrare in uno spazio che diventa luogo di intimità, in cui poter percepire lo spirito delle cose, la loro essenza. "Un invito a vivere il rapporto tra uomo e natura in una dimensione spirituale. Un sentirsi a contatto con l’infinito: terra e cielo; natura umana ed esperienza del trascendente" sottolinea il direttore di sede Angelo Manfredini nell'introduzione del curato catalogo della mostra.
Tutto ha un'anima, anche le piante e le pietre, sembra dirci l'artista con le sue matite su cartone dedicate a vari aspetti del mondo naturale. Ad accogliere il visitatore un carretto che rimanda ad una realtà agricola di cui si è quasi persa la memoria e che Bertuzzi utilizza per mettere a fuoco le incongruità della realtà storica in cui viviamo. Un carretto nero carico di carbone al centro del quale, quasi stessero per materializzarsi in modo misterioso, emergono tre uova candide, come fossero una luce fuoriuscita da una cortina di tenebra. Viviamo in tempi cupi, sembra dirci l'artista. E' quindi auspicabile che la luce e con essa la vita, tornino a manifestarsi per portare ad una presa di coscienza sul vero significato della vita e delle cose. La medesima luce si coglie nell'espressione pittorica dell'artista dove il disegno diventa la linfa attraverso cui tutto scorre. Un disegno in bianco e nero che rende ancor più evidente l'essenza stessa di quanto viene raffigurato senza mediazioni coloristiche.
La bellezza si può cogliere in mille cose, persino in un tronco bruciato o in una foglia, ci dice Bertuzzi con la sua serie di opere dedicate a questo tema che richiama al tempo stesso il legame tra l'uomo e l'albero. Ma lo sguardo dell'artista non si ferma al mondo naturale: nella sua ricerca l'occhio sa posarsi anche sull'apparente immota realtà di una pietraia o di un semplice ciottolo portato a valle dalle acque di un torrente. Bertuzzi scruta la materia quasi volesse entrare a farne parte; in questo cammina poco alla volta i contorni si perdono e l'orizzonte diventa sempre più vicino inghiottendo questo immaginario "viaggiatore di infiniti" mai pago del proprio peregrinare indagatore.
Carlo Francou
Nella foto, Bertuzzi al lavoro.
Pubblicato il 14 marzo 2025
Ascolta l'audio