Dai dazi alle guerre: il prof. Timpano guarda al futuro
“Il nuovo (dis)ordine mondiale”: è il tema trattato dal prof. Francesco Timpano, docente di politica economica alla Facoltà di giurisprudenza ed economia all’Università Cattolica del Sacro Cuore nell’incontro promosso dal settimanale Il Nuovo Giornale, Acli, Mcl e Punto Incontro e moderato dal giornalista Francesco Petronzio. Ma qual era l’ordine del mondo? C’era un momento di ordine che caratterizzava il nostro mondo? Un momento in cui si stava moderatamente bene, con un equilibro accettabile? Sono le domande che si è posto il prof. Timpano a partire da cinque dimensioni: commercio internazionale, equilibrio geopolitici, energia, valute, innovazione.
L’ordine di ieri
Sul piano commerciale - è l’analisi del prof. Timpano -, la Cina appare oggi come la fabbrica del mondo, mentre gli Usa sono il grande consumatore di beni importati dall’estero. L’Europa industriale esiste ed è forte ma è in una fase di transizione. L’America latina è in fondo un’eterna incompiuta, la Russia è, per così dire, la nostra colonnina per il rifornimento della benzina (è cioè specializzata nei combustili fossili, a cui è legato strettamente il suo Pil), l’Africa, a sua volta, è in lenta crescita. Sul piano geopolitico - ha aggiunto - l’ordine di ieri vedeva al centro l’alleanza atlantica, con gli Usa che si concepivano come lo sceriffo del mondo, pronti a voler esportare la democrazia. Il mondo musulmano vive una cronica tensione tra le diverse fazioni con l’Europa che appare spesso come il campo di battaglia. C’è poi il versante dell’energia: i combustili fossili rimangono fondamentali per le industrie del mondo mentre aumenta la consapevolezza sui limiti fisici dell’utilizzo di fonti non rinnovabili. Il ruolo della Russia, in vista dei cambiamenti energetici introdotti dal green deal, sarebbe fortemente ridimensionato. Ciò ha rappresentato sicuramente un elemento primario nello scatenare la guerra tra Russia e Ucraina. Nel campo delle valute - ha precisato il prof. Timpano - il dollaro rimane la moneta di riferimento per i pagamenti internazionali, ma l’euro è ormai la seconda moneta più utilizzata. La Cina, a sua volta, vuole imporre la propria moneta in alcuni circuiti internazionali. Per quanto riguarda, invece, il tema dell’innovazione l’Europa ha sempre mantenuto una posizione di rilievo insieme a Usa, Giappone e Corea. Le nuove tecnologie hanno accelerato sensibilmente questo quadro. Solo nel 2022 è nata l’intelligenza artificiale negli Usa ed ora la Cina vuole giocare un proprio ruolo.
Cosa sta accadendo?
Tutto questo ordine mondiale - ha proseguito il prof. Timpano - è saltato e viene oggi ridisegnata la mappa del commercio mondiale. La Cina si propone come leader nell’area non occidentale. Nel 2001 gli americani hanno fatto entrare la Cina nell’organizzazione mondiale del commercio, il WTO, costruendo così la globalizzazione che vedeva nella Cina la fabbrica del mondo: si produceva in Asia a costi più contenuti. In tutto questo quadro gli Usa hanno ora con i dazi lanciato una guerra mondiale verso tutti sul piano commerciale, con una frenata però nelle ultime ore da parte del presidente Trump. Anche il quadro energetico sta cambiando. L’Europa prima si riforniva dalla Russia: con il green deal si vogliono ridurre a zero le emissioni e si è intrapresa una strada diversa. Si discute, intanto, se far ripartire il nucleare, un’energia pulita con al proprio interno tutta una serie di dubbi. Dovremo abituarci - ha puntualizzato il docente - a un prezzo dell’energia più alto. Sul piano della difesa gli americani non vogliono più spendere in armamenti per conto degli europei: non intendono più essere lo sceriffo del mondo. Finora c’era qualcun altro che interveniva per noi.
La globalizzazione è finita?
La globalizzazione ha portato molti benefici in tante aree del pianeta, ma di fatto ha creato notevoli problemi. Nel campo dei servizi sono forte gli europei, in campo tecnologico sono più forte gli americani. Riusciremo a riportare in Occidente la produzione che è stata delocalizzata altrove, soprattutto in Cina? Sarà difficile, ha commentato il prof. Timpano. Un mondo in cui si riducono gli scambi commerciali a causa dei dazi - ha aggiunto - tutti stanno peggio e per questo cinesi sono molto preoccupati. Negli scorsi anni all’attentato alle Torri Gemelle del 2001 è seguita da parte delle banche l’immissione di tanta liquidità per non provocare crisi, ma quell’eccesso di credito dato in giro per il mondo a persone che non potevano ripagarlo ha invece creato le premesse per la crisi finanziaria del 2007. Ora invece il grande problema è debito pubblico americano che gli Usa finanziano con sottoscrizioni da europei e cinesi. Quali eventi hanno prodotti i cambiamenti che vediamo oggi? In primo luogo la crisi finanziaria del 2008, poi la prima guerra dei dazi nel 2016, la crisi pandemica globale, la potenziale crisi di Taiwan, la guerra tra Russia e Ucraina, la crisi israelo-palestinese, l’aumento degli accordi commerciali globali, la scelta del green deal europeo.
D. M.
Nella foto, da sinistra, Francesco Petronzio, moderatore dell'incontro, e il professor Francesco Timpano.
Pubblicato l'11 aprile 2025
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