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«Round Trip»: la mostra di Pezzini a Castell'Arquato

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“Round trip” è il titolo della nuova mostra personale di Claudio Pezzini che si tiene dal 2 al 17 agosto presso lo Spazio Arte “GioEle chi?” di Castell’Arquato, curata da Simone Fappanni. L’apertura è fissata per sabato 2 agosto alle 17,30. Pezzini, artista cremonese residente a San Martino del Lago, ha da sempre sviluppato una sensibilità particolare per la rappresentazione degli spazi urbani: nelle sue opere la città non è mai semplice sfondo, ma protagonista assoluta, luogo di incontri, contrasti, sogni e perfino d’inquietudini. Il suo stile si contraddistingue per l’impiego dei contrasti cromatici e nella capacità di evocare atmosfere sospese, dove la realtà si fonde con una particolare visione interiore. Il fulcro della mostra è costituito da una selezione di opere recenti, alcune delle quali inedite, dedicate al tema metropolitano. Le grandi e immaginarie città di Pezzini sono dense, stratificate, attraversate da una vitalità pulsante ma anche da una sottile venatura malinconia; l’artista ci conduce nelle vedute che oscillano tra fascinazione e un senso di profonda alienazione. Le sue tele raccontano, infatti, il ritmo frenetico delle grandi città, ma anche la solitudine che si annida tra i grattacieli: le architetture diventano, quindi, simbolo di una modernità complessa, dove l’individuo rischia di perdersi ma trova anche nuove possibilità di incontro e di sogno. In questo senso la città si fa metafora della condizione umana contemporanea, sospesa tra desiderio di appartenenza e bisogno assoluto e incontenibile di evasione. Tra le opere più suggestive spiccano quelle in cui compaiono aerei che sorvolano le metropoli: questi velivoli, spesso stilizzati, attraversano cieli densi di nuvole e luci artificiali, introducendo una dimensione dinamica e simbolica che trova precedenti nell’Aeropittura futurista.
Questo veivolo, nel linguaggio di Pezzini, rappresenta, dunque, il desiderio di superare i confini, di guardare oltre l’orizzonte della quotidianità; è simbolo di libertà ma anche di distacco, poiché dall’alto la città appare diversa, quasi astratta, e l’osservatore è invitato a riflettere sulla propria posizione nel mondo. Il volo diventa così metafora del viaggio interiore, della ricerca di senso in una realtà complessa e frammentata. Un altro motivo ricorrente è quello delle mongolfiere che sorvolano le città: questi enormi palloni, che si stagliano contro il grigiore urbano, introducono un elemento di leggerezza e speranza. La mongolfiera, con il suo movimento lento e silenzioso, si contrappone al caos della metropoli, suggerendo la possibilità di una pausa, di uno sguardo diverso sulla realtà. Simbolicamente la mongolfiera rappresenta, pertanto, il sogno, la capacità di elevarsi sopra le difficoltà quotidiane per abbracciare una prospettiva più ampia: è un invito a non lasciarsi schiacciare dal peso della routine, a coltivare fantasia e creatività anche nei contesti più difficili. Le mongolfiere di Pezzini sono vere e proprie icone di resilienza, piccoli miracoli di colore e leggerezza che illuminano il paesaggio urbano. Le città di Pezzini sono luoghi dell’anima, spazi in cui si riflettono paure e speranze dell’uomo contemporaneo; sono, secondo Fappanni, «veri e propri ‘segreti metropolitani’ quelli descritti, anzi evocati, dalla pittura di Pezzini».
La mostra è visitabile gratuitamente nelle sale di Via Dante; nei giorni festivi dalle 10,30 alle 12,00 e dalle 16,00 alle 19,00, nei feriali su appuntamento. L’ingresso è libero.

Pubblicato il 29 luglio 2025

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