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Dal buio alla luce: il suggestivo monumento per la pace di Franco Scepi

nobel



 
“Ogni persona che compie un'azione di bene, è un piccolo tassello del grande mosaico della pace”: sono le parole di Lisa Clark, ospite d’onore e madrina dell’inaugurazione del grande monolite, costruito nello spazio antistante il fronte est del Collegio Alberoni, nell’area sulla quale si affacciano gli edifici rustici dell’istituto di San Lazzaro. La voce di Lisa Clark, Nobel per la Pace 2017, americana di origini, ma da anni residente in Italia, attivista di Beati Costruttori di Pace e della Rete Italiana Pace e Disarmo, da sempre impegnata a fianco delle popolazioni nei territori sconvolti dalle guerre e protagonista di campagne e iniziative per l’abolizione delle armi nucleari, è risuonata nel salone degli Arazzi al Collegio Alberoni, il 1° dicembre, durante l’inaugurazione dell’opera artistica “Dal buio alla luce”, di Franco Scepi, concepita per celebrare l’operato del Corpo sanitario italiano durante la pandemia di Covid 19 e per accompagnarne la candidatura al Premio Nobel per la Pace, poi sfumato, del dicembre scorso.
Il progetto “Dal buio alla luce” è stato ideato dall’Associazione Gorbačëv con la collaborazione del Segretariato permanente dei Premi Nobel per la Pace, di Opera Pia Alberoni e del Comune di Piacenza, con il sostengo di vari enti piacentini.

I saluti e le testimonianze
La serata, condotta da Fausto Frontini, è stata aperta da Giorgio Braghieri che ha ricordato l’esperienza drammatica del territorio locale durante il Covid e la presenza determinante del Corpo Sanitario che ha svolto un lavoro di grande umanità.
Marzio Dallagiovanna, presidente della Fondazione Gorbačëv, ha ribadito il riconoscimento a tutto il Corpo Sanitario italiano che ha operato con straordinaria professionalità e sacrificio per il contenimento della pandemia, motivi per i quali è stato candidato al Premio Nobel della Pace.
I saluti a nome della sindaca e dell’amministrazione comunale di Piacenza sono giunti dal vice sindaco Marco Perini, a cui hanno fatto seguito le parole di Itala Orlando, responsabile dell’Ufficio per la Pastorale della Salute della diocesi di Piacenza-Bobbio, che ha portato la vicinanza di mons. Adriano Cevolotto.
Presente all’inaugurazione anche l’ematologo-oncologo dott. Luigi Cavanna, testimonial del progetto, precursore delle cure domiciliari che hanno contribuito a salvare numerose vite durante il periodo più duro del Covid 19, che ha messo in evidenza come aiutare chi è più debole e malato, è espressione di grande solidarietà e rende migliore la società.
L’importanza della ricerca, in campo medico, è stata poi sottolineata dal prof. Mauro Paladini, dell’Università di Milano Bicocca.

Un’espressione di arte sostenibile
Il monolite creato da Franco Scepi è stato spiegato dal critico d’arte Marco Eugenio Di Giandomenico che lo ha definito una espressione di arte sostenibile e ricca di messaggi per l’umanità.
“Forse l’artista con questa opera monumentale - ha precisato Di Giandomenico - ha voluto porre il fruitore di fronte ad un racconto visivo. Il monolite è il simbolo più antico della evoluzione umana che, nella versione attuale dell’opera, ha assunto la sintesi della nuova concezione dell’architettura contemporanea.
Come in un racconto visivo il monolite, che rappresenta l’umanità, viene simbolicamente colpito da un meteorite caduto dallo spazio che, nonostante la sua violenza, non riesce ad abbatterlo, ma ne resta incastrato. Inoltre le rappresentazioni delle figure in altorilievo in acciaio “corten”, che risaltano sullo sfondo, sono simbolo di luce e vita che vince sul buio.  L’eclettismo di Franco Scepi - ha aggiunto il critico d’arte - sfugge ad ogni classificazione: siamo di fronte ad un artista totale, scenografo, regista, scrittore oltre che pittore e scultore”. Infine anche l’autore Scepi ha portato la sua testimonianza, sottolineando come tutti gli esseri umani sono destinati all’arte e come le sue opere si legano sempre al sociale.

Il riconoscimento a Lisa Clark
Nel corso della inaugurazione a Lisa Clark è stato consegnato lo storico riconoscimento in bronzo “Scepi’s Man Of Peace”, sempre opera di Franco Scepi, originale fusione del 1999, anno in cui i Nobel incontrarono papa Giovanni Paolo II in Vaticano e iniziarono in Campidoglio i Summit Mondiali dei Premi Nobel per la Pace, riconoscimento attribuito solo sempre ai grandi artefici della Pace.
Il musicista Matteo Bensi ha concluso il momento nel salone degli Arazzi con l’esecuzione del canto dell’inno che ha accompagnato la candidatura del Corpo Sanitario Italiano al premio Nobel.

La luce del monolite
Dopo le 23 il pubblico si è spostato nello spazio del parcheggio antistante il fronte est del Collegio Alberoni dove si è illuminato, sotto lo sguardo stupito dei presenti, l’imponente opera artistica di Franco Scepi che supera i 7 metri di altezza. Dopo la benedizione del Rettore del Collegio Alberoni, padre Nicola Albanesi, il suggestivo monumento si è svelato alla città.

Riccardo Tonna

premio

Nelle foto: in alto,  Franco Scepi e Marco Di Giandomenico; sopra, il premio a Lisa Clark.

Pubblicato il 3 dicembre 2022

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