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Il Museo Diocesano di Bobbio nel catalogo di Fabio Obertelli

 obertelli

Alla presentazione del Catalogo del Museo Diocesano di Bobbio del 5 gennaio scorso, seguita da un’inaspettata grande adesione di pubblico (si è dovuta rendere disponibile un’altra sala oltre il previsto salone dei vescovi), si è toccato con mano che quando coincidenze fortuite fanno incontrare la giovinezza con la passione, le capacità, la volontà di impegnarsi e l’abnegazione, può inanellarsi un ritmo positivo che porta a risultati eccellenti, quasi da favola.

L'autore Obertelli

Un siffatto ciclo parrebbe essersi innescato nel 2014 quando per celebrare il millenario della fondazione dell’antica Diocesi di Bobbio, su iniziativa di don Aldo Maggi, sponsor Cesare Malacalza, si costituì il Museo Diocesano. Qualche tempo dopo uno studente delle medie di Piacenza, Fabio Obertelli, lo visitò in gita scolastica. Un quadro in particolare gli fece prendere coscienza di quanto l’arte lo intrigasse. Proseguiti gli studi, Fabio conseguì la laurea triennale in Economia alla Cattolica. Più numeri che arte, che però si ripresentò nella scelta della Magistrale (Gestione dei Musei e degli Eventi Espositivi) la cui tesi fu curata da Paolo Alessandro Biscottini - guarda caso - già direttore del Museo Diocesano di Milano. Fabio fu certamente da lui influenzato nel suo impegno in quello di Bobbio, di cui ha tracciato in modo scientificamente completo tutti i reperti dopo averli analizzati uno a uno sul posto. In itinere un'altra coincidenza: cercando il quadro che tanto lo aveva colpito da ragazzino, un altro “L’estasi di San Francesco” gli diede molto da pensare. Per la sua sensibilità artistica era di errata attribuzione: non Giulio Cesare Procaccini, ma Giovanni Andrea De Ferrari (1669). Sostenendo brillantemente il confronto con critici consolidati dimostrò la validità delle sue intuizioni che gli valsero encomi e ottima visibilità nel settore. A completamento della sua formazione Fabio si è recentemente specializzato all’Università di Macerata in Beni Storici e Artistici.
Nel frattempo non è stato con le mani in mano. Ha scritto articoli su riviste specializzate, ha collaborato a libri, è diventato curatore della collezione Giorgio Baratti a Palazzo Bigli (Milano) e della mostra dedicata a Panini a Piacenza, fino a marzo aperta alla Galleria Biffi Arte.Un’ulteriore coincidenza ha permesso di trasformare la sua tesi in Catalogo. Fondamentale l’intervento di Claudia Gentilini, coordinatrice del volontariato presso il museo, che ne ha finanziato la stampa dedicandola alla figlia Patrizia.
Un ciclo virtuoso si è quindi concluso a beneficio di tutti. Del Museo che, contando su un suo Catalogo, scientifico e rigoroso alla pari di musei più rinomati, ne ricava maggior visibilità e del dott. Fabio Obertelli che, coi suoi appena 26 anni - particolare davvero favolistico -, affronta con un curriculum già importante il difficile ambiente dell’arte, in cui già è appassionatamente lanciato.

Il catalogo

Alla presentazione hanno partecipato, oltre all’autore e i già citati don Aldo Maggi e Claudia Gentilini, Paolo Rizzi, Direttore del Laboratorio di Economia locale dell’Università Cattolica di Piacenza, Sara Groppi coordinatrice del Corso Cives, sempre in Cattolica a Piacenza, Maddalena Scagnelli, che, insieme a Anna Perotti, ha offerto apprezzatissimi intermezzi musicali tratti da antichi manoscritti bobbiesi. Un esempio di intreccio tra linguaggi artistici diversi, orientati tutti alla bellezza, trampolino verso l’infinito e la fede, che, più pragmaticamente, costituisce anche una strategia di rivalorizzazione di un territorio attraverso la diversificazione di proposte volte a interessare differenti sensibilità.
Il Catalogo riferisce di 150 reperti, consistenti in dipinti, sculture, libri, arredi, oggetti di argenteria, … Tra questi è da segnalare un prezioso calice donato dall’arcivescovo Piero Marini nel suo 50° di sacerdozio, firmato Goudj, l’argentiere contemporaneo più famoso al mondo. Nel corso del 2022 Marini ha regalato al Museo altri suoi preziosi, soprattutto anelli e croci pettorali, segni del servizio episcopale, quasi completamente mancanti nel museo a seguito di un furto nel periodo dell’annessione alla diocesi di Piacenza.
Un altro calice d’argento racconta una storia certamente cara ai bobbiesi un po’ in età nel loro nostalgico ricordo del vescovo Pietro Zuccarino, l’ultimo di Bobbio. In ricordo del Concilio Vaticano II un collega catalano gli regalò il calice commissionato agli argentieri Sunol per il pontefice Leone XIII in occasione del suo giubileo sacerdotale avvenuto nel 1888.
Il museo, anche attraverso il suo catalogo che ne facilita e arricchisce la fruizione, lega le persone ai luoghi, rappresenta un pezzo del territorio e della sua storia, costituisce un modo di prendersi cura delle cose.
Risuona una frase detta alla presentazione. E perché mai ce ne prendiamo cura? “Perché va fatto”.

Luisa Follini

pubblico

Nelle foto, la presentazione del catalogo a cura di  Fabio Obertelli. (foto Paolo Ghiano)

Pubblicato il 12 gennaio 2023

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