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I punti cardine dell’Acr

Chiara Sacchi, già presidente dell’associazione, a 50 anni dalla nascita di Acr a Piacenza

ACRveano

Chiara Sacchi, responsabile dell’Azione Cattolica Ragazzi negli anni ’80 e poi presidente di tutta l’associazione a livello diocesano, ha dedicato un momento della serata che ha visto l’intervento a Piacenza dello psicoanalista Francesco Stoppa, per ricordare alcune caratteristiche peculiari dell’ACR che esistono dalla nascita dell’associazione e che devono essere mantenute anche adesso.
Sacchi ChiaraFondamentale all’interno dell’AC innanzitutto è, come ha ricordato Chiara, la centralità della persona, il protagonismo dei giovani che si trovano ad abitare un determinato spazio, un determinato tempo, in un determinato gruppo e ad essere in prima persona i costruttori del proprio percorso di fede.
Gli adulti che li accompagnano devono essere credibili e capaci di testimonianza, gli educatori veri rappresentanti dei loro desideri, delle domande e delle intuizioni.

I ragazzi devono anche essere iniziati alla responsabilità verso se stessi, verso gli altri, verso l’associazione e verso il mondo, responsabilità declinata nei diversi impegni legati a questioni che riguardano la realtà contemporanea, come le marce per la pace, la discesa nelle piazze in difesa di cause importanti, i suggerimenti alle autorità: “Credo - dice Chiara Sacchi - che possiamo aumentare il fuoco della responsabilità nella nostra associazione se facciamo percepire ai ragazzi che c’è qualcosa d’importante per cui vale la pena spendersi, che il loro esserci ha un significato visibile, che poniamo fiducia in loro, che facciamo sentire a loro la gioia di essere responsabili”.

La catechesi, inoltre, deve continuare ad essere esperienziale ed esserlo in maniera ancora più profonda di prima, partendo da temi e problemi attuali ai quali i ragazzi cercano spiegazioni e risposte: la morte, la separazione, il bullismo, il cyberbullismo, la povertà, la diversità...
“Ogni contenuto condiviso con i ragazzi - conclude Chiara - deve essere prima di tutto una domanda fatta a se stessi, che tocchi prima noi, deve essere un contenuto che abbiamo necessità di condividere. E soprattutto, non bisogna perdere la passione e la voglia d’incontrarsi”.

Mariachiara Lunati

Pubblicato il 25 novembre 2019

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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