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«La grazia di Dio può trasformare qualsiasi vita»

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Il 4 ottobre celebriamo la festa di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia. Chi non è legato alla sua persona e alla sua storia?
Dei santi noi dobbiamo conoscere il cuore per poter cambiare anche la nostra vita e di questo santo ricordiamo le stimmate cioè i segno del calvario di Gesù sulla propria carne. Lui come Padre Pio e altri santi.
Quanta gente porta segni di sofferenza sulla pelle?
Avere le stimmate di Gesù significa che Gesù è vivente, figlio di Dio, sepolto e risorto per noi e questo irrobustisce la nostra fede perché ci ricorda una passione d’amore.


Francesco era pervaso dal fuoco dell’amore di Dio tanto che Gesù lo considerava simile a lui. Era consumato dall’amore per Dio e per gli uomini.
Abbiamo bisogno di umani che vivano questa passione d’amore. Questo cuore che bruciava per l’amore di Dio, prima era accecato da altri dei.
Si può ricevere una grazia così importante nonostante l’essere stato all’inizio un grande peccatore.
Francesco era partito male, orgoglioso, superbo; sfruttava e derideva i poveri. Questo ci insegna che la grazia di Dio può trasformare qualsiasi vita, non importa da che strada proveniamo. Il nostro cuore può diventare un luogo d’amore.
Non è vero che per noi non c’è speranza! Possiamo lasciarci cambiare dalla grazia.
Francesco ha avuto il dono di accettare l’incontro con Gesù e con i poveri, cedendo ogni resistenza.
La sua missione che è anche la nostra è diventare salvatori con Gesù, essere un piccolo segno e uno strumento di remissione per gli altri.
Questa spoliazione dei beni che spesso ci fa tanta paura è diventata per lui motivo di letizia e fonte di incontro con Cristo in quella umiliazione.
Spogliamoci dai nostri idoli, dalle presunte sicurezze e incamminiamoci verso la libertà e la gioia profonda.
Ecco il cuore di un santo. A noi interessa questo per aderire così a Gesù.

Cosa deve accadere nel mio cuore per arrivare a sperimentare una pienezza d’amore come quella di Francesco? Essere ferito nella carne dall’amore di Cristo. Questo il valore della stimmate che cambia il cuore.

Estratto dalla Lectio mattutina di madre Maria Emmanuel Corradini,
abbadessa del Monastero benedettino di San Raimondo,
del 4 ottobre 2019, dalla preghiera dei fedeli

a cura di
Gaia Leonardi


Pubblicato il 7 ottobre 2019

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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