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«Mettiamoci in ginocchio per rialzarci diversi»

pray

C’è una preghiera bellissima in cui Esdra parla al suo Dio ed intercede per il suo popolo.
L’intercessione parte dalla consapevolezza del proprio peccato.
Quando fu costruito il tempio di Gerusalemme non significò ripararne solo le mura, ma ricostruire l’anima e l’uomo interiore nel suo cuore. C’è un nuovo inizio che porta a una consapevolezza della propria storia.

Tante volte nella nostra vita abbiamo bisogno di fermarci per prendere atto che davanti agli anni trascorsi certe situazioni che riteniamo negative come l’esilio, in realtà, sono un disegno provvidente per noi e ci costringono a guardarci dentro, ad interrogarci su chi siamo e chi è Dio.
La stoltezza sta nella mancata coscienza del proprio peccato e della infinita misericordia di Dio. Come se tutto dipendesse da noi e Dio non esistesse.
Compiamo atti maligni e nulla ci ferma fino a che non accade qualcosa con cui il Signore ci porta in esilio.

Oggi rileggiamo la nostra storia, purifichiamo la nostra memoria e chiediamoci: “ma davvero la fatica che ho fatto in certe circostanze e le lacrime versate sono state solo fonte di negatività o non sono stato forse oggetto di una nuova partenza?”
Affidarsi a Dio nella consapevolezza del nostro peccato perché tante volte l’esilio nasce dalla nostra scelta del male.
Esdra chiede perdono di tutte le sue colpe.
Ora, oggi, il Signore ci ha fatto una grazia di lasciarci un resto e darci un asilo nel suo luogo santo.
Il tempio significa ritornare alla preghiera e ritornare all’invocazione del nome di Dio come un tempo di grazia perché anche quel resto, quel poco che è dentro di noi, possa risorgere e riprendere vigore.
Esdra cade in ginocchio si prostra ed un atteggiamento dettato dall’umiltà e dalla consapevolezza ma è anche l’inizio nuovo.

Se davanti a tante decisioni che dobbiamo prendere e correzioni che dobbiamo fare, prima ci mettiamo in ginocchio, quando ci rialziamo siamo diversi.
Se noi davvero mettiamo la nostra situazione davanti a Cristo in ginocchio è un rialzarsi diverso e ogni nostro dire e procedere sarà fatto in grazia di Dio.
Mettiamoci in ginocchio per rialzarci diversi e cambiamo la nostra storia!

Estratto dalla Lectio mattutina di madre Maria Emmanuel Corradini,
abbadessa del Monastero benedettino di San Raimondo,
del 25 settembre 2019, Esd 9,5-9

a cura di
Gaia Leonardi


Pubblicato il 26 settembre 2019

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

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    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

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    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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