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L’eroismo di don Carozza

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Il mattino del 5 gennaio 1942, al largo delle coste greche, l’incrociatore ausiliario “Città di Palermo”, carico di truppe e al contempo incaricato di scortare una seconda nave da trasporto, veniva colpito da due siluri lanciati da un sommergibile ostile. La nave aveva lasciato il porto di Brindisi lo stesso giorno, carica di soldati nel reggimento Misto Truppe Regio Esercito dell’Egeo, ed era diretta verso la Grecia, che non raggiunse mai.
Il piroscafo s’inabissò in soli quattro minuti a seguito dell’esplosione dei due siluri, portando con sé tante vite umane.
Fra queste, quella del cappellano militare di mobilitazione don Alberto Carozza, che in uno slancio di eroismo e carità prima diede il suo salvagente ad un soldato e poi rimase a confortare i tanti che non ebbero possibilità di scampo.

Il sacrificio di don Carozza visse nei ricordi dei sopravvissuti che da subito iniziarono a raccontare di quel tenente cappellano che amò i suoi commilitoni tanto da rifiutare la possibilità di salvarsi, preferendo restare con loro, alzando la mano per benedire e offrendo parole di conforto in quegli attimi tragici.

Il suo coraggio è stato riconosciuto con l’assegnazione della medaglia d’argento al valor militare e ancor di più attraverso la perdurante devozione viva nel suo paese natale, Salsomaggiore di Parma.

Leggi l'articolo a pagina 23 dell’edizione di giovedì 29 dicembre 2016

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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