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Padre Patton è il nuovo Custode di Terrasanta

pattonFrancesco

“Non me l’aspettavo. Ho accolto questa notizia con trepidazione e fiducia. Fiducia legata al voto di obbedienza. Mi viene chiesto un servizio molto delicato non solo per l’Ordine dei Frati minori di cui faccio parte ma anche per tutta la Chiesa. La nostra scelta di vita è quella di fidarci di Dio e se Lui ci chiama altrove allora è giunto il momento di andare”.
Così padre Francesco Patton, frate della Provincia “S. Antonio dei Frati Minori” dell’Italia del Nord, trentino di origine, racconta al Sir la sua nomina a nuovo Custode di Terra Santa.
Patton succede a padre Pierbattista Pizzaballa che ha guidato la Custodia negli ultimi dodici anni. È stato nominato dal Governo generale dell’Ordine dei frati minori ed approvato dalla Santa Sede a norma degli Statuti Pontifici che reggono questa Entità dell’Ordine Francescano.

Il suo primo pensiero va alle comunità cristiane di Terra Santa: “accoglietemi come un fratello. Vengo con molta umiltà, animato da un grande amore per questa terra”.
Nella sua sacca francescana anche “dialogo riconciliazione e pace” ovvero le armi inoffensive che “san Francesco ha consegnato a ogni francescano quando ci ha invitato a metterci, da persone pacifiche, a servizio di tutti e a testimoniare di essere cristiani. Questo è quanto come frate francescano sento di ricevere come consegna dal mio stesso Fondatore”.

Un pensiero particolare il nuovo Custode lo rivolge ai frati che sono in Siria: “quello che stanno portando avanti i frati in quel Paese martoriato dalla guerra è un servizio eroico. Hanno scelto di dedicare la loro vita, rischiandola, restando accanto alle persone che sono state affidate loro. È importante che sentano la vicinanza di tutto il mondo, non solo dei cristiani. Preghiamo perché anche la Siria, terra legata all’esperienza del Cristianesimo delle origini, possa vedere un’epoca di pace”.

A padre Patton sono subito giunti gli auguri del Patriarca Latino di Gerusalemme, Fouad Twal, che in una lettera ha formulato al nuovo Custode i migliori auguri, anche a nome di tutto il Clero diocesano, assicurandogli, oltre al sostegno nella preghiera, “tutta la collaborazione” necessaria da parte del Patriarcato.
“La disponibilità e la vicinanza che mi è stata espressa dal Patriarcato è molto importante. Ci sarà l’occasione di sperimentare la collaborazione di tutti coloro che sono in Terra Santa. Saranno loro la mia scuola. Conto molto anche sui consigli di padre Pizzaballa, che conosco da quando ero novizio. Con lui c’è un legame fraterno e stima”.
La speranza del nuovo Custode è quella 
“di poter vivere lì con lo stile di San Francesco, costruendo ponti grazie ai contatti quotidiani tra le persone e con uno stile di vita dialogante e pacifico”.

La figura del Custode, spiegano dalla Custodia di Terra Santa, è particolarmente significativa per la Chiesa di Terra Santa e del Medio Oriente.
In Terra Santa, il Custode oltre ad essere alla guida della Custodia di Terra Santa, considerata la prima missione dell’Ordine dei Frati Minori, è anche componente dell’Assemblea degli Ordinari Cattolici di Terra Santa (Aocts), che riunisce tutti i Vescovi e Vicari episcopali Cattolici di rito Latino e Orientale.
Poiché il territorio della Custodia si estende in vari Paesi – Israele, Palestina, Libano, Siria, Giordania, Cipro e Rodi, al Cairo con il convento del Muski – il Custode è anche in contatto con i rispettivi Patriarchi, Vescovi e Nunzi apostolici dei vari Paesi.
L’attuale situazione del Medio Oriente, secondo la Custodia, necessita che il Custode segua l’attualità della vita politica e sociale dei vari Paesi per decidere le priorità della missione dei Frati francescani là dove sono presenti ed è chiamato ad adattare continuamente tale missione ai bisogni, anche materiali, dei cristiani locali.
Per questo lungo i secoli, la Custodia di Terra Santa ha sviluppato una rete di opere sociali, educative e culturali proprio per conservare, mantenere e rivitalizzare la fede in Cristo e la vita quotidiana delle comunità locali.

Tre cerimonie segnano l’entrata in attività del nuovo Custode: ingresso solenne a Gerusalemme, dalla Porta di Giaffa in direzione del Convento San Salvatore, sede della Curia custodiale (Casa Madre). Il nuovo Custode presta giuramento ed il suo predecessore gli consegna il Sigillo della Custodia sul quale è impresso: “Sigillum Guardiani Sacri Conventus Montis Sion”.
Vi è poi l’ingresso solenne al Santo Sepolcro dove il nuovo Custode è accolto dai Superiori delle tre maggiori comunità residenti: greco-ortodossa, francescana e armena.
Infine l’ingresso a Betlemme. Partendo da Gerusalemme, si percorre l’antico Cammino dei Patriarchi con le tradizionali soste al Convento Mar Elias, dove inizia l’agglomerato formato dai tre villaggi cristiani di Betlemme, Beit Sahour e Beit Jala, si prosegue alla tomba di Rachele per giungere alla Basilica della Natività dove il Custode è accolto dai Superiori delle comunità Greco ortodossa, Francescana ed Armena.
In Terra Santa la presenza dei Francescani è attestata sin dal XIII secolo.

Daniele Rocchi

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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