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La storia di Anna, icona della fedeltà e dell'umiltà

raimodo

Madre Maria Emmanuel Corradini, Abbadessa del Monastero benedettino di San Raimondo, commenta il brano di Vangelo di Luca 2, 36-40 del 30 dicembre 2021.

Il Vangelo di oggi aggiunge la storia di Anna, l’icona della fedeltà e dell’umiltà. Anna è anziana, vedova e povera ma non si è mai spenta. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Non si è chiusa in se stessa ma si affida allo Spirito Santo. Così è come aver messo Dio al primo posto lasciando condurre a lui la sua stessa vita. Quando la nostra vita si inginocchia davanti al Signore, svaniscono ipocrisie e falsità.
Tutto ciò che rapisce il cuore dell’uomo nel mondo è concupiscenza della carne e degli occhi e possesso.
Come possiamo liberarci di quest’atteggiamento compromesso? Con la preghiera che mantiene il cuore nella verità.
La superbia della vita, l’autoderminazione, la mancanza di ascolto, la pretesa di fare da sé sono tutte trappole per il nostro cammino spirituale, mentre l’umiltà ci chiede di consegnarci a Dio per far cadere il maligno e l’inganno.
Questo è il modo giusto di vivere la spiritualità, aspettando con fiducia il segno.
Ecco perché Anna sa riconoscere quel bambino.
Non si tratta di estraniarsi dal mondo ma stare nel mondo con gli occhi di Dio, senza superbia e vanagloria. Bisogna mortificare la ragione, umiliarsi, inginocchiarsi.
Chi fa il volere di Dio, rimane in eterno.
Ci sono tanti abbagli che ci portano lontano dalla volontà di Dio che invece deve essere per noi un pungolo continuo.
Anna ci mostra così che il Natale è anche il compimento di vite che sembravano a metà e che la pienezza della vita non dipende da ciò che ci accade, piuttosto da che cosa ce ne facciamo di ciò che ci accade.
Anna, nelle sue vicende personali di vedovanza e di sterilità ha avuto la gioia e la mitezza per incontrare Cristo.
Questo incontro dà significato alla sua vita come lo darà alla nostra.

Madre Maria Emmanuel Corradini

Abbadessa del Monastero benedettino di San Raimondo

Estratto dalla lectio mattutina del 30 dicembre, Lc 2, 36-40

a cura di Gaia Leonardi

Pubblicato il 2 gennaio 2021

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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