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Il prof. Dotti e la sfida cattolica nell'era del pensiero binario

dotti

“Oggi vogliamo iniziare a vivere la fase sapienziale del nostro Sinodo”: così ha introdotto l’incontro per gli operatori pastorali della diocesi, don Paolo Cignatta, Vicario episcopale per il coordinamento degli uffici pastorali, il 22 ottobre, al Collegio Alberoni di Piacenza. Relatore d’eccezione del convegno, presentato dal vescovo, mons. Adriano Cevolotto, è stato il prof. Johnny Dotti. Nato a Bergamo nel 1963, sposato con Monica, con quattro figli, Dotti è imprenditore sociale, pedagogista, docente presso l’Università Cattolica di Milano e anche autore di diverse pubblicazioni nel settore educativo.

Abbracciare la congiunzione «e»

Il pedagogista Dotti ha offerto una prospettiva illuminante sulla sfida dell'essere cattolici nell'era moderna. Affrontando il nodo intricato del pensiero gnostico, binario e manicheo che sembra aver imprigionato il nostro mondo, Dotti ha gettato luce sulla crisi di identità che affligge l’intera società. Secondo lui, siamo intrappolati in un dualismo polarizzante dove siamo costantemente costretti a scegliere tra opposti radicali, tra ciò che piace o non piace, tra destra o sinistra, tra bianco o nero… Siamo in una situazione dove la tecnocrazia sembra dominare ogni aspetto della vita. In questo contesto, Dotti ha sottolineato l'importanza di abbracciare la visione cattolica del mondo, radicata nell'essere immagine di un Dio trinitario. Questo significa abbracciare la congiunzione "e" anziché quella "o". Nella visione trinitaria, la complessità, la diversità e l'unità possono coesistere armoniosamente. Eppure, nella mentalità binaria prevalente, si è costantemente spinti a cercare la certezza e la sicurezza attraverso il funzionamento e il successo.

Benedire la fragilità ed essere interconnessi

“Il pensiero binario - ha evidenziato Dotti - ha generato un mondo incentrato sul concetto di funzionalità. Ciò che conta è ciò che funziona, una filosofia che ha infiltrato ogni aspetto della vita, inclusa la Chiesa stessa”. Questo approccio ha portato alla società dei beni e dei servizi, dove la massimizzazione e l'accelerazione sono diventate le regole del gioco. Ma come si può uscire da questa trappola?
Per Dotti, la via d'uscita è duplice. La prima strada implica un atto di umiltà profonda: esporre la propria precarietà nella preghiera. “Benedire la fragilità - ha detto -diventa un modo per abbracciarla, trasformandola da debolezza a forza, da fallimento a opportunità di crescita. È l'accettazione piena di se stessi, con tutte le proprie imperfezioni, che consente di trovare la vera salvezza”.
La seconda strada, altrettanto significativa, - per il pedagogista - è quella di riconoscere la profonda interconnessione tra gli uomini. Si è un "tu" prima ancora di essere un "io". “Siamo - ha affermato - il "tu" di Dio e il "tu" degli altri. Questa consapevolezza ci chiama a compiere un pellegrinaggio spirituale, a spostarci dall'io al tu. Questo passaggio è il vero cambiamento e la rivoluzione nel modo in cui viviamo la fede”.

Una nuova prospettiva

In questo pellegrinaggio, bisogna - per il docente - ritornare alle radici della vocazione cristiana. “Dobbiamo - ha detto - guardare il mondo con occhi nuovi, liberandoci dalle costrizioni del pensiero binario e abbracciando la complessità della vita”. È solo all'interno di questo contesto che si può davvero sperare di superare l'impasse moderna. Per Dotti, questo è un tempo di santità, un periodo in cui ci vogliono dei santi che compiano azioni che il mondo non si aspetta.
Così, nell’incontro per gli operatori pastorali al collegio Alberoni, è nata una nuova prospettiva. Un richiamo a rompere le catene del pensiero binario e a imbarcarsi su un pellegrinaggio spirituale che porta dalla divisione all'unità, dall'egoismo all'amore, e infine, dalla precarietà alla pienezza. Soltanto attraverso questo cammino si potrà veramente abbracciare il significato dell’essere immagine di Dio e costruire un mondo che rifletta la verità più profonda dell’esistere. Infatti “la felicità - ha evidenziato Dotti - sta nell’essere il “tu” per l’altro”.

Riccardo Tonna

Pubblicato il 23 ottobre 2023

Nella foto, da sinistra, don Paolo Cignatta, mons. Adriano Cevolotto e il pedagogista Johnny Dotti.

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