Mons. Liberto ai Vesperali: la musica sacra è un linguaggio universale
Nel magico scenario dei Vesperali, il 10 dicembre, in Cattedrale a Piacenza, Mons. Giuseppe Liberto, uno dei grandi esponenti della musica sacra italiana, si è aperto alla giornalista Barbara Tondini, condividendo i vibranti capitoli della sua esistenza intrisi di melodie e di fede.
La sua vita
La storia di Mons. Liberto è un'odissea musicale che parte da Monreale in Sicilia, quando, immerso nella musica fin da bambino, a 10 anni è entrato in Seminario. Dopo la sua ordinazione, il vescovo lo ha mandato al conservatorio e, dopo due anni, ha ottenuto il diploma di composizione. “In quegli anni - ha affermato - si cominciava la riforma liturgica del Concilio Vaticano Secondo, ed ho composto tanta musica per portar avanti questa riforma, ispirandomi agli splendidi mosaici della cattedrale di Monreale.” Poi mons. Liberto, attraverso le settimane liturgiche nazionali e altri convegni, ha tessuto la sua trama musicale lungo l'Italia, finché il destino gli ha riservato un incontro speciale durante il Congresso Nazionale delle Chiese italiane a Palermo nel 1995. Fu lì che il Papa Giovanni Paolo II lo scelse per dirigere la prestigiosa Cappella Sistina a Roma, che lo condusse in un viaggio per il mondo intero, diffondendo la magnificenza della musica sacra.
Evangelizzare le culture attraverso le armonie della concordia
"La musica sacra è un linguaggio universale - ha sottolineato mons. Liberto. Nella musica, c'è un ascolto profondo, e la partitura deve essere interpretata. Il direttore non è un comandante, ma un catalizzatore della concordia. È fondamentale coinvolgere tutti e impegnare i cinque i sensi della la vista, dell’udito, del gusto dell’olfatto e del tatto". Il Maestro ha sottolineato come la musica sacra sia il luogo dove tutte le diversità si fondono in armonia, è un riflesso della Pentecoste, in cui le barriere linguistiche si dissolvono. "Evangelizzare le culture attraverso le armonie della concordia è essenziale - ha affermato - e la musica sacra è l'espressione di un pensiero, l'arte dei suoni. È il verbo della parola e del corpo divino. Altrimenti, chi fa musica senza questi elementi diventa un devoto ateo o un credente falso". Per mons. Liberto, la catechesi è un cardine imprescindibile della musica sacra, e il canto nelle chiese richiede istruzione e, soprattutto, una fraternità autentica all'interno dei cori.
La magistrale interpretazione di Perotti all’organo
Le parole del Maestro sono state una guida luminosa per coloro che desiderano immergersi nel mondo della musica sacra. La sua visione ha aperto le porte ad un'esperienza spirituale profonda che abbraccia la diversità umana nella ricerca della consonanza divina. Nei Vesperali in cattedrale a Piacenza, intervallando gli interventi di mons. Liberto, sono poi risuonate le musiche dell’organo eseguite dal maestro Federico Perotti che ha interpretato brani di Johan Sebastian Bach, di Jehan Alain e dello stesso Giuseppe Liberto. Magistrale è stata la conclusione con l’esecuzione del Finale dalla Sonata N.1 Opera 42 di Alexandre Guilmant che ha incantato i presenti.
Riccardo Tonna
Nella foto, mons. Liberto ai Vesperali in Cattedrale a Piacenza.
Pubblicato l'11 dicembre 2023
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